Commosso corteo nel paesaggio autunnale di Giovanni Giovannini

Commosso corteo nel paesaggio autunnale Badoglio riposa sul colle di Grazzano Commosso corteo nel paesaggio autunnale Rappresentanze del Governo, delle Forze Armate, del Parlamento alla cerimonia funebre -1 contadini con le medaglie di guerra • Lettura del testamento davanti al feretro (Dal nostro inviato speciale) («razzano Badoglio, 3 novem. Mancavano pochi minuti all'una quando il corpo del Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio è sceso per sempre nella tomba di famiglia, in un loculo sul quale è semplicemente inciso il suo nome e le date della nascita e della morte. Unica cerimonia particolare, la lettura del suo ultimo messaggio ai soldati d'Italia, che la folla ha ascoltato in commosso, reverente silenzio. C'erano migliaia di persone dentro e fuori il piccolo cimitero che domina l'ondulato paesaggio monferrino: dall'alto si vedevan lontano" per chilometri file di macchine dalle targhe non solo piemontesi ma anche di altre province d'ogni parte d'Italia. E motociclette, biciclette, calessi di gente giunta nell'umida nebbia del primo mattino dai paesi vicini. Il funebre corteo s'era mosso con militaresca precisione alle 11 in punto con quell'ordine assoluto che solo può venire da un unanime doloroso consenso. Il ritmo monotono e scandito della banda, la ban diera e il comandante del 21° fanteria di Asti, un battaglione a spall'arm. I bimbi col grembiulino bianco e il cap pello alla marinara di un gu sto antico col flocco e la scrit ta « Asilo Badoglio ». Le pie congregazioni, le donne, le suore, le molte corone portate da ex combattenti. La lunga teoria del clero, decine di seminaristi dalle maniche rosse che spuntano dalla veste nera coperta di trine bianche, di preti e canonici in cotta violacea e Mons. Angrisani, vescovo di Casale, con la mitria e la stola nere ed argentee. Il feretro è avvolto nel tricolore, coperto di fiori: lo portano a spalle sottotenenti d'artiglieria allievi di quella Scuola d'applicazione torinese dalla quale Badoglio uscì alla fine dell'altro secolo; poi reclamano l'onore, gli ex-combattenti di Grazzano dagli stinti caschi coloniali. D:etro la bara, scortata anche da carabinieri in alta uniforme, il gruppo dei familiari: la marchesa Maria Altoviti, la duchessa. Giuliana vedova di Mario Badoglio con i figli Pietro, Paolo e Francesco, la signora Anna Sin! vedova di Paolo Badoglio, gli al tri parenti, nipoti. Gli amici intimi: la contessa Vailati, e i vecchi fedeli compagni di Grazzano con in testa i fratelli Lusona. Le autorità: il Sottosegretario on. Brusasca in rappresentanza del Governo, il Sottosegretario on. Bovetti per 1-1 ministro della Difesa e le Forze Armate, il sen. Carmagnola e l'on. Chiaramello rispettivamente per il Senato e per la Camera, il generale Re comandante il Comiliter di Torino, l'ammiraglio Minotti comandante il dipartimento Alto Tirreno, il colonnello d'aviazione Beccaria. Altre decine di ufficiali superiori e generali In servizio e a riposo, fra i quali l'ex-capo di Stato Maggiore gen. Marras. Il conte Giriodi di Panissera rappresenta l'exre Umberto. Altre bandiere — anche quella del Gruppo Anziani Fiat — altre corone, e la folla. Folla che segue il corteo, che fa ala, che gremisce finestre e terrazzi dai quali cadono fiori. La chiesa parrocchiale è alta sul colle: si sale piano per qualche centinaio di metri .per una strada che prima ampia si stringe a sinistra contro un terrapieno rosso di mattoni antichi, verde di edera, di rampicanti. La nebbia si sta diradando a poco a poco; 1 primi raggi di sole svelano squarci di panorama autunnale, visioni di dolci colli del Monferrato dai fitti filari di viti coperti ancora di foglie variegate di colori. Ora siamo vicini alla chiesa, al . rullo sordo dei tamburi s'unisce il rintocco incalzante della campana, il rumore di un altro reparto che presenta le armi sul sagrato. H feretro entra nel tempio dedicato ai Santi Vittore e Corona; consolanti appaiono In questo momento le parole scritte sulla facciata: «Venite ad me omnes qui laborati ed onerati estis, et ego reflciam vos ». More nobilium, la bara viene deposta a terra davan ti all'aitar maggiore mentre echeggiano gravi le voci del¬ l'ocodefusasedesuterinzoupqnlldgt l'organo, tenui quelle di un coro giovanile. Dice il Vescovo, al termine del rito funebre: Non sembri fuori luogo- il mio saluto alla salma prima che scenda per sempre sotto la buona terra del Monferrato accanto alla sua gente. Della sua carriera terrena, non spetta a me il ricordo ma alla storia che già ne ha inciso il nome nel bronzo; ma spetta a me esprimere un grazie a Pietro Badoglio per il bene che ha fatto e del quale restano tracce concrete nell'asilo e nell'ospizio — per l'aurora e per il tramonto del-1la vita — nel restauri stessi dl questa chiesa dovuti al suogeneroso contributo. E sopra |tutto egli lascia l'esempio di una nobile vita vissuta in serietà, onestà e modestia. Aureolato dalla gloria terrena, conservò la semplicità monferrina; ad acerbe polemiche contrappose il dignitoso silenzio; la fedeltà ai valori spirituali, volle riaffermare nelle sue ultime parole. Nella religione dei padri, accostandosi al sacramenti, ha chiuso la sua vita terrena: per lui chiediamo luce e pace eterna. Il feretro ora vien deposto su un camion militare, fra quattro soldati in armi rigidi sull'attenti, coperto sempre di fiori. Il corteo si rlawia lento verso 11 cimitero: la strada scende e risale verso un altro colle, questa volta in piena campagna: il sole ha fugato ogni nebbia, splende caldo sulle alture che si perdono all'infinito. Altra gente fa ala alla lunga fila, arrampicandosi sul muretti delle vigne: bimbi col grembiulino della scuola, vecchi che sugli abiti della festa hanno appuntato le loro medaglie, donne in vesti scure. Piovono fiori sulla bara, si senton singhiozzi, si asciugano lacrime. E la commozione tocca il culmine quando s'alzano improvvise, ancora lontane, le no- te dell'Inno al Piave che Mi Banda militare schierata davanti al cimitero suonerà ripetute volte. Chinano la testa i generali, i veterani della prima guerra: il Piave e Badoglio, un periodo della loro vita, una degna pagina della storia d'Italia che rivive splendida in questi attimi fra queste colline e che sta di colpo per tornare lontana, per diventare sempre più lontana. Il Maresciallo è giunto al termine del viaggio: lo depongono davanti al sacerdote per la benedizione. Ma ancora devo- 1 no risuonare le sue ultime pa role che egli ha voluto rivolgere ai soldati d'Italia, c Non |dimenticate mai di eisers ita- i a e o a i i o a o a o a l o - liani; come vecchio condottiero di tante battaglie, vi invito a tener vivo il culto degli ideali tramandatici dai padri...»: è 11 vicesindaco di Moncalvo, Mosso, che sull'abito -borghese ha il cappello piumato del bersagliere, a leggere il testamento spirituale. Intorno, tutto è silenzio: è l'eco della voce del Maresciallo che risuona per l'ultima volta: « ...A voi che continuate la tradizione e che siete per il popolo tutto garanzia di sicurezza, affido il mio estremo voto augurale per le fortune d'Italia ». Ora, soltanto i familiari entrano nella cappella per l'Inumazione. Sul piccolo edificio è scritto soltanto «Badoglio», soltanto « Pietro Badoglio 18711956» è Inciso sulla lapide; nel feretro, il corpo è avvolto nel semplice lenzuolo di lino. Cosi ha voluto lui, e così si è eseguito. L'uniforme di Maresciallo e di Viceré, è e rimarrà appesa nella stanzetta museo della casa natale trasformata in asilo. Lui è tornato per sempre fra la sua gente dì Grazzano, senza pompe né monumenti, su questo colle, fra gli altri infiniti colli che si perdono a vista d'occhio nel suo Monferrato. Giovanni Giovannini La figlia, marchesa Altoviti, e un nipote seguono la bara n o à (lrgtlidUlslm