Washington non sapeva nulla dei piani bellici di Londra e Parigi

Washington non sapeva nulla dei piani bellici di Londra e Parigi Profondo turbamento negli Stati Uniti per l'intervento anglo-francese in Egitto Washington non sapeva nulla dei piani bellici di Londra e Parigi Rivelazioni su come Eden e Mollet sono riusciti a tener nascoste le loro intenzioni - Timori per i futuri rapporti con gli alleati occidentali - 1 vivaci commenti dei giornali e le iniziative di Dulles per ritrovare l'accordo (Dal nostro corrispondente) | Washington, 31 ottobre. Il Segretario di Stato J. Foster Dulles è rimasto ieri notte in nervosa consultazione sino all'alba con i suoi maggiori collaboratori. L'intervento anglo-francese in Egitto, la mancata risposta di Eden e Mollet al messaggio personale di Eisenhower e infine il veto Inglese nella seduta del Consiglio di Sicurezza dell'ONU hanno suscitato a Washington un forte allarme per le sorti dell'alleanza occidentale. Non vi è forse esagerazione se si afferma che persino gli incalzanti e gravi sviluppi militari sul Canale e nella penisola del Sinai sono passati in seconda linea, di fronte al pericolo, di assai maggiore portata, di una seria frattura fra le Potenze atlantiche, c L'avvenire dell'alleanza degli Stati Uniti con la Gran Bretagna e la Francia è sottoposto ora a una prova forse fatale ». ha dichiarato alla stampa uno dei maggiori collaboratori di Dulles. Le prospettive per l'immediato futuro appaiono davvero preoccupanti. Il Presidente Eisenhower e Dulles avevano ripetutamente avvertito nei mesi scorsi l'Inghilterra e la Francia che una soluzione militare della crisi di Suez doveva essere ad ogni costo scartata, perché le sue conseguenze dirette ed indirette sarebbero state negative per tutto il mondo. In dichiarazioni ufficiose sia della Casa Bianca che del Dipartimento di Stato si accusano Inghilterra e Francia di <: tradimento diplomatico > per aver nascosto all'America nelle ultime tre settimane le loro intenzioni ed i preparativi per l'odierno intervento. Lo stesso portavoce di Dulles presso ) giornalisti ha rivelato che il governo americano può provare di esser stato deliberatamente male informato da Londra e Parigi facendo credere agli ambasciatori americani di stare considerando soluzioni di compromesso per Suez, prò prio mentre si accordavano forse con Israele. Ancora più aspro e amaro è il giudizio americano contro Israele, che in questi primi otto anni di vita è stato costantemente aiutato da Washington a superare le molte crisi politiche, militari ed economiche, e che ancora due settimane fa potè concordare, soltanto in se- f:uito al potente e discreto inervento americano, l'acquisto di aviogetti canadesi Queste esplosioni di risentimento e di indignazione assumono forme alquanto ingenue; °SSi quasi nessuno ricorda più che sovente, nei critici anni passati, anche il governo americano si è dimenticato di tenere al corrente gli alleati delle sue azioni o di consultarli tempestivamente anche quando erano in gioco loro interessi essenziali; ma sono tuttavia constatazioni gravi, perché costituiscono un freno psicologico al necessario e rapido atteggiamento della posizaone americana. Il solo fatto che Stati Uniti e Russia si sono trovate d'accordo nel condannare vanamente l'azione di Londra, Parigi e Israele, preoccupa, infatti, gli osservatori più calmi e ponderati. La situazione militare e diplomatica potrebbe, si teme, assumere un ritmo così rapido da indurre Washington e Mosca ad una sconcertante identità di vedute e di azioni. Per quanto irritati ed amareggiati contro gli < infedeli e cinici > alleati europei, i capi responsabili della politica americana non dimenticano che è più che mai necessario in questo momento risalire all'origine di tutte le crisi postbelliche: un'origine che si identifica con Mosca. E' per tale motivo che oggi, in una serie quasi ininterrotta di consultazioni fra uomini politici, diplomatici e militari, i responsabili della politica americana hanno cominciato coraggiosamente a frenare i loro risentimenti ed a fare il melanconico bilancio della situazione. Eisenhower stesso si è assunto il penoso e difficile incarico di frenare il malumore dell'opinione pubblica americana, decidendo di rivolgere questa sera un messaggio radiodiffuso alla nazione. Le conclusioni provvisorie alle quali sono giunti questa sera i consiglieri del Presidente sono le seguenti : occorre intraprendere azioni efficaci e rapide per arrestare il conflit¬ tod to ed, in ogni caso, localizzar to; ciò significa moderare la reazione americana in modo da evitare un intervento indiretto sovietico nella zona e una sollevazione generale-dei popoli arabi contro tutti gli occidentali. Tenendo conto di . queste drammatiche eventualità, oggi il Governo americano ha annunciato di aver esaminato la possibilità di sottoporre ogni aspetto della questione all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per ottenere almeno la condanna morale degli alleati e dissociarsi pubblicamente dal loro intervento in Egitto. Per qualche ora, anzi, il Dipartimento di Stato ha studiato la convenienza o no di chiedere al Consiglio di Sicurezza una condanna esplicita dell'azione anglo-francese ma appena si è saputo che il delegato sovietico aveva la stessa intenzione, il Governo americano ha accantonato tale iniziativa per liberarsi dall'involontaria associazione formale con la Russia. Sobolev ha difatti presentato al Consiglio, riunitosi su urgente richiesta dell'Egitto, una risoluzione per la condanna dell'Inghilterra e della Francia e per ordinare perentoriamente lo sgombero delle loro forze armate dal territorio egiziano. Tutti sanno che Francia ed Inghilterra porranno il veto alla propria autoincrlminazione, ma l'obiettivo dell'iniziativa sovietica, appoggiata indirettamente anche dagli Stati Uniti (che però si asterranno dal voto) è quello di precostituire i motivi per la, convocazione in assemblea straordinaria della Assemblea generale, ove non esistendo diritto di veto, sarà quasi di certo accettata la condanna degli < aggressori > raccomandata l'applicazione di ogni tipo di sanzione economica contro di essi Sanzioni economiche contro Israele sono già praticamente in atto negli Stati Uniti, ma nei circoli supremi del governo americano si sta considerando con apprensione l'avvicinarsi di una situazione di tale sorta, che obblighi ad estenderle anche contro Londra Parigi. Se il rifornimento di petrolio mediorientale all'Europa sarà interrotto e divenisse indispensabile provvedere al fabbisogno con petrolio americano, difficilmente il governo di Wàshington potrà sperare di ottenere dal Congresso l'autorizzazione a razionarne consumo negli Stati Uniti per rifornire l'Europa di combustibile; l'America dovrebbe ricorrere a questa misura eccezionale; è, improbabile che con io stato d'anfano dominante ora negli Stati Uniti il Senato e la Camera accettino di imporre questo sacrificio al popolo americano < così indegnamente offeso ed umiliato dai suoi stes si alleati >. Gino Tomajuoli Un reparto motorizzato israeliano, in Bosta nel deserto del Sinai, all'ombra delle ali di un aereo da ricognizione. (Tel.) liti fregata eg •'■■ma « Ibrahim el Ewul » (in primo piano), che sarebbe state catturate dagli israeliani, dopo aver bombardato Haifa, fotografate a Malte alcuni mesi fa. (Tel.)