I soccorsi di Torino per i feriti nell'eroica insurrezione ungherese

I soccorsi di Torino per i feriti nell'eroica insurrezione ungherese L'autocolonna medica "Dogllottl,, parte per Budapest I soccorsi di Torino per i feriti nell'eroica insurrezione ungherese Pronta adesione della Fiat e della Croce Rossa- La spedizione è composta da un «reparto chirurgico mobile», un autotreno ospedale, ambulanze, attrezzature radiologiche e camion di viveri e medicinali - Vi partecipano nove medici ed una quarantina tra infermieri crocerossine e aiutanti - Generose offerte di plasma TX disperato appello che in questi giorni il popolo ungherese lancia a tutto il mondo civile, invocando l'invio di medici, plasma, medicinali per salvare le migliaia di feriti che agonizzano perché privi di assistenza, è stato raccolto a Torino con una prontezza ed uno slancio ammirevoli. Oggi stesso, domattina al più tardi, un gruppo di valorosi chirurghi partirà per Vienna con un'imponente attrezzatura sanitaria, con la speranza di poter giungere fino a Budapest per iniziare la loro missione di umana solidarietà. L'inieiativa è stata presa dal prof. Achille M. Dogliotti, che la lunga drammatica esperienza di chirurgo negli ospedalettl da campo, in tempo di guerra, ha reso particolarmente sensibile alle sofferenze di chi della guerra è vittima, senza distinzione di bandiera o di ideologia. Dopo rapidi, febbrili colloqui telefonici del prof. Dogliotti con il presidente della Fiat, profes sor Vittorio Valletta, e con il vice presidente dott. Giovanni Agnelli, e con il dirigente dei servizi sanitari della Croce Rossa torinese, prof. Borsetti, la iniziativa si concretò. Dal canto suo il ministro dell'Interno, on. Tambroni, che domenica si trovava a Torino, aveva assicurato ad prof. Dogliotti il pieno appoggio della Prefettura e della Questura per il sollecito disbrigo delle pratiche burocratiche. Medici pronti a partire per l'Ungheria con il prof. Dogliotti, ve n'erano a decine. Appena «i sparse la voce, negli ambienti sanitari, della progettata spedizione di soccorso, il prof. Dogliotti fu assediato dalle adesioni. Tutti i suoi collaboratori della Clinica Chirurgica universitaria, tutti i laureandi in medicina, medici di ogni ospedale cittadino, infermieri e infermiere lo pregarono di farli partecipare all'opera di soccorso. Questi episodi commoventi, che testimoniano ancora una volta la generosità e il disinteresse dei torinesi verso i fratelli di qualsiasi Paese che siano colpiti dalla sventura, sono stati riferiti dallo stesso prof. Dogliotti nella conferenza-stam. pa che ha tenuto ieri sera alla Clinica Chirurgica dell'Università. Attorno a lui erano, insieme a tutti gli assistenti e agli allievi, il direttore sanitario delle Moltoette, prof. Foltz; ti presidente della Croce Ros>sa torinese, dott. Coli; il presidente dell'Ordine dei Medici, prcr. Ravera; il dott. Gino Pestelli, direttore dei servizi stampa Fiat; il prof. Borsotti; il prof. Solerio e il prof. Marconi. Da spedizione di soccorso — ha spiegato il prof. Dogliotti — disporrà di un c Reparto chirurgico mobile >, vale a dire d'uno dei mezzi sanitari più moderni, ideato dallo stesso prof. Dogliotti e costruito dalle Officine Viberti. Attualmente, ne esistono solo due esemplari, allestiti per la Sanità militare. Il « Reparto chirurgico mobile » è giunto appositamente da Roma, dove stava subendo i collaudi prescritti. E' un capolavoro di razionalità e di praticità: in venti minuti, l'automezzo si trasforma in due sale operatorie, adatte a qualsiasi intervento. Inoltre, la CRI torinese manda in Ungheria un gruppo di autoambulanze e un autotreno ospedale (capace di 22 lettini). Su autocarri messi a disposizione dalla Fiat, seguiranno la < Colonna di soccorso medicoohirurgico Città di Torino > — questa la definizione ufficiale data all'iniziativa, che vuol significare non l'aiuto di un Ente 0 di un'industria, bensì dell'in tera popolazione torinese — anche 100 lettini da campo, con materassi, coperte e lenzuola La organizzazione sanitaria della colonna di soccorso fa capo alJa Croce Rossa. I medici chiamati a parteciparvi — la scelta è stata laboriosa, dato l'altissimo numero di volontari, ed è avvenuta ieri pomeriggio nella tede della CRI, dove si erano riuniti i direttori di tutti gli ospedali cittadini, il prof. Rotta, direttore della Mutua Fiat, la contessa De La Foresi, ispettrice delle crocerossine, e la marchesa Ferrerò di Ventimiglia, patronessa del Corpo delle infermiere volon tarie — sono divisi in due gruppi. Uno è diretto dal prof. Solerio (che guiderà anche il complesso della spedizione) ed è composto dai dottori Lievre Querci (anestesista) e Gyar mati. Saranno addetti al « Re parto chirurgico mobile >. Altri tre medici — Weisz, Teioh Vasario — opereranno sull'autotreno - ospedale, diretto dal prof. Marconi. I dott. Gyar mati e Teich sono d'origine ungherese, ma torinesi di adozione: avevano lasciato la loro terra quando era ancora libera e felice, vi ritornano in un momento angoscioso e terribile per lenire sofferenze e contendere alla morte j loro compatrioti, forse i loro stessi fratelli ci: sangue. Della spedizione faranno parte anche il dott. Peyretti, direttore della < Banca del .-angue >, l'ing. Caretto, ufficiale commissario della CRI torinese, e uno studente ungherese diciottenne, che fungerà da interprete. I professori Dogliotti, Borbotti e Ciocutto accompagnoranno la spedizione con le mansioni di consulenti. Appena organizzata l'opera di soccorso in Ungheria, rientreranno in Ita'.lia per allestire, ove occorra, taltre colonne. Con ogni proba'bilità, insieme alla colonna parftlrà anche un'ambulanza con le -attrezzature radiologiche. Sarà diretta dal prof. Zambelli, assistente del compianto prof. fPonzio. U personale della spedizione comprende 45 persone. 1 La Fiat si è associata con 'ogni mezzo a sua disposizione aB'iniziativa di solidarietà urna- na e civile per soccorrere tutti coloro i quali, in Ungheria, necessitano di assistenza sanitaria Alla colonna di soccorso, il complesso industriale ha fornito automezzi, perosnale tecnico e la fattiva collaborazione di tutta la sua organizzar zione. La Fiat-Steyr, che ha sede a Vienna, ha già ricevuto l'ordine di mettersi a completa disposizione dei chirurghi torinesi, e di provvedere ai successivi rifornimenti di viveri e materiali. Inoltre la Fiat contribuisce a! finanziamento dei soccorsi con un primo, ingente versamento, in modo da renderne possibile l'immediata attuazione. L'autocolonna trasporta, oltre alle attrezzature sanitarie e alle scorte di medicinali, viveri per otto giorni e per 15o persone. Sarà in tal modo possibile assicurare in Ungheria l'alimentazione non solo del personale dell'autocolonna, ma anche quello di un centinaio di magiari. ' Notevoli anche le scorte di plasma sanguigno essiccato messe a disposizione dalla < Banca del sangue > e dall'Avis: la prima ne ha già preparato 70 flaconi, la seconda ne ha offerto 120. Ieri alle 17,30 il prefetto dott. Saporiti si è incontrato con i promotori e 1 partecipanti alla spedizione di soccorso, elogiandoli per il gesto di abnegazione ed assicurando ogni facilitazione per le formalità di viaggio. Il personale medico compirà in treno ij viaggio fino a Vienna, dove frattanto affluiranno gli automezzi e le ambulante. Il concentramento a Vienna è previsto per venerdì, al massimo per sabato. Dalla capitale austriaca, la colonna di soccorso tenterà di spingersi fino a Budapest. Se ostacoli insormontabili elle lo impedissero, si installerà in qualche centro più colpito dalla guerra e inizierà immediatamente la sua opera generosa e fraterna recol'cltesatirebmnstchnra0IldafripGdagugsamCnc•scdsP Il prof. Dogliotti (a destra) presiede la riunione per organizzare la colonna sanitaria