Autorizzalo il processo all'on. Gorreri per la scomparso del "tesoro di Dongo,,

Autorizzalo il processo all'on. Gorreri per la scomparso del "tesoro di Dongo,, Autorizzalo il processo all'on. Gorreri per la scomparso del "tesoro di Dongo,, Il deputato comunista è anche accusato di corresponsabilità in tre omicidi - Autorizzazione a procedere con l'on. Moscatelli per i fatti di Torino del '50 - La legge sul confino Roma, 25 ottobre. La Camera si è oggi occupata di numerose autorizzazioni a procedere in giudizio contro deputati per reati vari. Tra queste, una riguardava il deputato comunista Dante .Gorreri per le vicende del faraioscW oro di Dongo > e i delitti connessi. Concordi i deputati hanno negato l'autorizzazione all'arresto dell'on. Gorreri per I fatti di sangue, « in considerazione del tempo trascorso e soprattutto dei provvedimenti di libertà provvisoria emessi dalla autorità giudiziaria nei confronti di tutti 1 cokmputatl. nonché dei condoni cui il deputato ha diritto». A maggioranza, contrari I comunisti e i socialisti, la Camera ha invece deciso di affidare al giudizio del magistrato l'on. Gorreri per la faccenda del « tesoro di Dongo». L'interessato non era presente al dibattito. Da molti mesi il deputato non compare a Montecitorio. Voluminoso è il fascicolo rimesso dall'autorità giudiziaria alla giunta delle autorizzazioni a procedere della Camera che ne ha estratto un'ampia relazione. Da essa risulta, talvolta in termini crudissimi, la parte addebitata al partigiano < Guglielmo» (appunto il Gorreri) nella primavera e nell'estate del 1945, quando l'imputato era segretario della federazione comunista di Como. Il capo di a .usa riferentesi ai valori scomparsi dalla colonna Mussolini in fuga verso il confine svizzero, comprende, nel «tesoro di Dongo», valuta italiana per alcune centinaia di milioni, un cofanetto di gioielli appartenente a Claretta Petac ci, pieno di brillanti, di ' orecchini, di orologi e bracciali, 66 chilogrammi di rottami d'oro, 147 mila franchi svizzeri, 1200 sterline, ecc. Dice ancora il capo d'accusa che Dante Gorreri. nella confusione che segui al fermo della colonna Mussolini, la sera del 25 aprile, alla cattura di Claretta Petacci ed a quella successiva, in un camion te desco, dello stesso dittatore fuggiasco, ebbe In consegna le valige con i valori, costituenti in parte il tesoro della repubblica di Salò, e che, «come è stato pienamente provato, nulla ha poi riconsegnato». Collegati alla scomparsa del tesoro sono i delitti di sangue. Gli stessi atti processuali registrano l'assassinio del partigiano «Neri»; indi, la mattina del 18 giugno 1945, l'uccisione di Giuseppina Tulssl, detta « Gianna », la quale si era recata a Como per appurare le cause della fine del «Neri», suo amico. I giudici stabilirono che esecutore materiale del dellttc. fu tale Maurizio Bernasconi, che si vantò dell'omicidio in un caffè di Como, ma in istruttoria fu an che raggiunta la prova che « il Gorreri non era restato estraneo all'assassinio ». La medesima tragica sorte di « Neri » e di «.Gianna », che troppe cose sapevano sulla sparizione dei preziosi, toccò all' ausiliaria fascista Anna Bianchi che doveva testimoniare sulla vicenda: la donna, seviziata, fu restituita dalle acque del lago di Como. Anche in questo terzo omicidio risulta la corresponsabilità del Gorreri. I fatti suddetti erano già noti. Il Gorreri fu arrestato nel 1949 e, mentre i processi erano in corso, egli, benché in carcere, fu eletto deputato 11 giugno 1953. Nonostante il parere contrarlo del Procuratore generale, la Corte di Assise di Padova, in virtù delle immunità parlamentari, ne ordinò la scarcerazione in attesa di una nuova autorizzazione a procedere. L'on. Gorreri ricomparve a Montecitorio, ma non fu mai attivo nel lavori della Camera. Ora, come abbiamo detto prima, da molti mesi è assente. Se la Camera avesse deciso l'autorizzazione a procedere, come avvenne nella precedente legislatura, il deputato sarebbe stato arrestato. Invece, essendo stata approvata l'autorizzazione al procedimento penale, attenderà a piede libero il nuovo processo. . Delle altre autorizzazioni a procedere si è a lungo discusso e ripetutamente votato anche a scrutinio segreto. Erano trenta e soltanto sei sono state concesse: ai comunisti Moscatelli, Spallone e Ricci, rispettivamente per violazione di domicilio - (avendo guidato i dimostranti contro la sede del MSI a' Torino 11 16 marzo 1950), per vilipendio alle Forze Armate e per ricettazione ed uso di assegni falsificati; all'exmissino Pozzo per vilipendio alle Forze Armate della Liberazione; al missino Di Stefano Genova per lesioni personali e ingiurie; al liberale Marzotto per circolazione a fari spenti. Le altre sono state tutte respinte. A Palazzo Madama è stata definitivamente approvata la legge sulla ammonizione e sul confino. , d. m.