La Pira conferma che i capolavori non lasceranno Firenze per l'estero

La Pira conferma che i capolavori non lasceranno Firenze per l'estero La Pira conferma che i capolavori non lasceranno Firenze per l'estero Per protesta alla tournée, alcuni pittori si sono barricali in una rampa di Palazzo Vecchio - Attese le dichiarazioni del ministro Paolo Rossi dopo il voto negativo della commissione belle arti del Senato (Nostro servizio particolare) Firenze, 24 ottobre. Mentre il problema della opportunità o meno di inviare in America i quadri e le sculture che dovrebbero far parte della mostra dei capolavori del Rinascimento, ha toccato oggi il livello parlamentare, con il voto espresso a Palazzo Madama dalla Commissione istruzione e belle arti del Senato contrario a far lasciare il suolo nazionale alle opere d'arte, a Firenze si moltiplicano le più disparate iniziative. Dopo l'incidente sollevato ieri sera in consiglio comunale da Annigoni, il pittore della regina d'Inghilterra, un gruppetto di artisti si è oggi asserragliato nella torre di Arnolfo in palazzo Vecchio. I pittori Mario Romoli, Vinicio Berti, ! Gian parl°,Pacin' «? EJ>? Fi°- re noto col nome di « Pirzio » verso le 10,30 sono entrati in palazzo Vecchio mescolati ai turisti e sono saliti Ano al ballatoio del palazzo. Qui giunti hanno allontanato alcuni turisti che ammiravano il panorama e si sono chiusi alle spalle la porta della scala che conduce alla torre barricandosi con l'aiuto di imposte scardinate da alcune finestre e di una sbarra di ferro. A una grata hanno gridato di voler parlare col sindaco e hanno lanciato in piazza manifestini scritti col lapis: « Chiamate le autorità », « Ab biamo chiesto di parlamentare col sindaco per le opere d'arte», «Non spezzate la por ta, qualcuno di noi potrebbe fare un atto pericoloso », «Cer! cate di adunare gli artisti e il popolo di Firenze ». I L'intervento del guardiano ' e di alcuni vigili urbani non è valso a convincere i quattro a desistere dalla singolare protesta. Essi sono forniti di un cappotto pesante, di impermeabile e di una borsa piena di vettovaglie sufficienti per quattro giorni. < Portategli il caffè latte poverini » ha detto il sindaco La Pira appena è stato informato. E tornando dal colloquio avuto con gli asserragliati nel pomeriggio ha detto di avere loro offerto pane, acqua mine rale, coperte e un gesuita per confessarsi. I quattro pittori, che intendono rimanere nella torre finché da Roma non giunga l'assicurazione scritta che i capolavori resteranno in Italia, si sono messi in contatto con l'esterno per mezzo di una scatola calata dalla torre con un lungo spago. Dalla piazza gruppetti di arti sti e di modelle mandano ai reclusi volontari messaggi e generi di ristoro. A sera la torre di Arnolfo cominciò a rifulgere di decine di « padelle », i caratteristici lumi antichi fiorentini che vengono accesi, disposti fra i merli della torre e del balla- toio nei giorni di gran festa. I quattro pittori hanno avuto la ventura di trovarti pronti per la notte del 4 novembre e perciò è stato loro facile appiccare il fuoco alle « padelle ». E' dubbio che il gesto di Romoli, Berti, Pacini e « Pirzio » possa ottenere risultati concreti. Il Sindaco ha dichiarato che condurrà fino in fondo con assoluta energia l'azione da lui intrapresa. « E' certo — ha aggiunto — che il 30 ottobre i quadri non partiranno a meno che non si voglia invali dare la mia posizione di ufficiale di governo ». Intanto gli avvocati Barile e Fumo hanno stilato lo schema del disegno di legge di iniziativa popolare e stanno studiando come concretare la raccolta delle 50 mila firme. Tra le adesioni alla protesta per l'invio delle opere d'arte si segnalano questa sera quelle dei pittori Ardengo Soffici e Giorgio De Chirico e dello scultore Canonica, dell'Associazione nazionale di insegnanti medi di storia dell'arte, della Galleria di Brera. L'on. Paolo Rossi, che in questi giorni ha sostenuto un massiccio attacco da parte della stampa e dell'opinione pubblica, oggi finalmente ha ricevuto anche qualche telegramma di consenso, l'uno di un gruppo di artisti fra i quali Fausto Pirandello, Franco Gentilini e Sante Monachesi (che deplorano le «artificiose polemiche»), gli altri di sindacalisti socialdemocratici. Questa notizia sembra destinata a provocare a Firenze nuove reazioni e forse a spostare la polemica sul piano di un conflitto ideologico fra artisti fiorentini e alcuni pittori romani. Viva è ora l'attesa per quanto dirà domani a Palazzo Madama il ministro Rossi in risposta alle interpellanze dei senatori Smith e Nasi. Pare che il Ministro sia ancora favorevole al viaggio, che rientrerebbe nella normale attività degli scambi culturali con l'estero. A Firenze tuttavia si continua a sperare che il Consiglio dei ministri sia di opposta opinione. Gli artisti da parte loro hanno confermato di esser pronti a bloccare tutte le uscite degli Uffizi e di Palazzo Pitti. Interrogato sulle conclusioni cui si è giunti negli ambienti ministeriali in merito alla esportazione in America dei capolavori rinascimentali, il prof. La Pira ha affermato stanotte che riconosce l'alto valore delle attrezzature tecniche e degli accorgimenti predisposti dal ministro Paolo Rossi e dal Ministero della Pubblica Istruzione per garantire la perfetta riuscita del trasferimento delle opere d'arte; non disconosce le nobili fi¬ nvgq nalità e l'importanza degli scambi culturali che l'iniziativa dell'on. Rossi vuol favorire; tuttavia, data la complessità giuridica ed artistica della questione e la situazione attuale della città, ritiene che dopo l'ingiunzione formale, giuridicamente valida, da luì notificata al Sovrintendente alle gallerie fiorentine, prof. Filippo Rossi, i quadri da Firenze non partiranno, almeno fino a quando la validità della sua ingiunzione non sarà formalmente contestata e dichiarata nulla. g. gr.