Francesi massacrati per strada in molti centri del Nord Africa di Sandro Volta

Francesi massacrati per strada in molti centri del Nord Africa Giornata di sangue per la cattura dei cinque capi ribelli Francesi massacrati per strada in molti centri del Nord Africa Auto rovesciate ed incendiate - Le campagne battute da fanatici alla caccia di coloni - A Meknes 38 europei sono stati trucidati r Due sposi uccisi alla presenza del loro bimbo - Cinquantatré morti finora accertati - Importanti documenti nelle borse dei cinque arrestati: è in corso una vasta azione di polizia - Gravi conseguenze politiche - Tunisia e Marocco interromperanno forse le relazioni con Parigi (Dai nostro corrispondente) Parigi, 24 ottobre. La cattura dell'apparecchio marocchino sul quale viaggiavano i cinque capi del fronte di liberazione nazionale dell'Algeria, arrestati dalle autorità francesi, ha messo in fiamme tutti i Paesi dell'Africa settentrionale e ha avuto serie conseguenze anche a Parigi, dove l'opportunità di quell'impresa viene giudicata in vario modo. Nell'Africa settentrionale le reazioni meno vivaci si sono avute finora in Algeria, dove i ribelli sono rimasti disorientati dal colpo subito e dovranno probabilmente procedere a una nuova organizzazione delle loro forze clandestine prima di riprendere l'attività. Più che alla scelta dei nuovi capi, 11 disorientamento è dovuto ai documenti segreti che Ben Bella e i suoi compagni avevano nelle ^oro valige nel momento della cattura. Si tratta di 12 chili di documenti, fra i quali c'è un quaderno contenente centinaia di indirizzi, sulla base dei quali la polizia locale ha già iniziato una serie di arresti. Nelle valige dei cinque algerini c'erano poi numerosi pacchi di lettere, alcune delle quau di provenienza egiziana e di altri Paesi arabi; un incartamento riguardante l'attività del Fronte di liberazione nazionale e i suoi imminenti sviluppi; i verbali delle conversazioni col sultano del Marocco e con suo figlio, il principe Moulay Hassan; gli appunti presi in vista dell'incontro che i cinque avrebbero dovuto avere a Tunisi col presidente tunisino Bourghiba e col sultano del Marocco, Maometto V. L'importanza di questi documenti spiega la calma relativa che ha fatto seguito in Algeria alla notizia della cattura. Sì tratta di un colpo molto duro ed è comprensibile che i ribelli abbiano bisogno di un certo tempo prima di riaversi dallo smarrimento in cui sono caduti. Non così è avvenuto in Tunisia e Marocco, i due Paesi dove la pace era ormai ritornata da molti mesi e nei quali sembrava che l'amicizia per la Francia fosse definitivamente ristabilita. Morti e feriti hanno oggi insanguinato le strade di parecchie città. Non meno gravi sono le conseguenze politiche della càttur ra, che hanno portato al ritiro degli ambasciatori e alla probabile rottura delle relazioni diplomatiche fra la Francia e i due Paesi, ai quali Parigi aveva accordato di recente l'indipendenza e che considerava ormai tra i suoi amici più sicuri. « E' l'offesa più grave al mio onore, non soltanto come sovrano, ma anche come uomo » ha dichiarato Maometto V, a commento dell'arresto dei cinque capi algerini su un aereo appartenente al suo Stato. 'Il Sultano del Marocco ha poi affermato di avere accettato, d'accordo con la Francia, di svolgere un'opera dì mediazione per riportare la pace in Algeria. « Soffro — hi. detto — che siano stati incarcerati degli uomini perché hanno avuto fiducia in me, perché hanno creduto nella mia parola e nella mia garanzia, perché sapevano che io cercavo un accordo onorevole per loro e per la Francia. Se fossi stato a Parigi avrei detto: mettete in prigione me e mio figlio, ma reutJ"le la liberta a quegli uomini che sono stati incarcerati soltanto perché hanno avuto fiducia in me » Dopo l'arresto di Ben Bella e dei quattro capi ribelli, altri rappresentanti del fronte di liberazione nazionale algerino hanno partecipato alla riunione col presidente Bourghiba e col Sultano del Marocco, che si è conclusa stamane a Tunisi. I risultati del colloquio sono tenuti segreti, ma è presumibile che quella che doveva essere- una riunione di pace si sia svolta in termiii alquanto diversi da come prevedevano coloro che ne avevano preso l'iniziativa. E' stato d'altronde lo stesso Habib Bourghiba a dichiarar-t' lo: «L'incidente dell'aereo —A ha detto — non ha cambiati in nulla le nostre intenzioni: ha però provocato una tensione internazionale ed alterato le speranze che il mondo aveva posto in questa conferenza di Tunisi. X governi marocchino e tunisino hanno potuto confrontare i loro punti di vista con quelli dei capi algerini: se alcuni di loro erano assenti, altri erano al loro posto per rappresentare utilmente l'Algeria nella sua lotta per la libertà ». La conferenza di Tunisi si è chiusa in ogni modo prima del previsto, perché il Sultano del Marocco ha voluto anticipare il ritorno fra il suo popolo 'n questo momento estremamente grave. Ha rifiutato però di partire con un aereo francese che avrebbe dovuto sorvolare l'Algeria, e si è imbarcato alle 13 su un apparecchio della compagnia italiana L.A.I., che ha fatto scalo a Roma ed na poi proseguito per Rabat. A Parigi la complicazione più grave sono le dimissioni del ministro socialista Savary che, in quanto titolare del portafoglio degli affari marocchini e tunisini, aveva instaurato una politica di collaborazione coi due Paesi che stava già dando risultati molto favorevoli e avrebbe potuto costruire la base per riportare la pace anche in Algeria. Le circostanze in cui è avvenuta la cattura dell'aereo marocchi¬ nspMdrtsaspcsDnlsqgfattaltscadsdF no hanno compromesso tutta, la sua azione, cosicché egli ha preferito ritirarsi dal governo. Per non mettere in crisi il Ministero alla vigilia del voto di fiducia, le dimissioni verranno però rese pubbliche soltanto domani, quando si conosceranno i risultati del voto all'Assemblea Nazionale. Esse sono comunque già effettive, perché Savary non ha partecipato al Consiglio dei Ministri di stamane. Sandro Volta Un aspetto del (umiliti a Tunisi dopo l'arresto del capi ribelli algerini (Telefotc)

Persone citate: Bourghiba, Habib Bourghiba, Maometto V., Moulay Hassan, Savary