In Assise la coppia accusata di spionaggio per la Bulgaria

In Assise la coppia accusata di spionaggio per la Bulgaria In Assise la coppia accusata di spionaggio per la Bulgaria L'ing. Hafner e sua moglie, triestini, sostengono d'aver abbandonato l'attività per scrupolo di coscienza - Domani inizia il processo uò ring Hai- ner - nel maggio del 1953, ho frequentato a Sofia uno ape- (Nostro servizio particolare) Roma, 23 ottobre. «Non ho mai compiuto atti di spionaggio ai danni dell'Italia. Ho lavorato, è vero, per una organizzazione clandestina che aveva come obbiettivo quello di fornire informazioni alla Bulgaria; ma, quando l'ex addetto militare bulgaro a Roma, Ivanov Spassov, mi consegnò un potente apparecchio radio rice-trasmittente per comunicare le notizie che dovevo raccogliere, mi resi conto di non poter compiere quel lavoro perché, nel frattempo, avevo avuto una crisi di coscienza ed avevo modificato il mio atteggiamento 'politico ». In questo modo, probabilmente, si difenderà giovedì mattina, in Corte d'Assise, Angelo Hafner, un ingegnere meccanico nato a Trieste ventinove anni or sono, sul quale grava una accusa di spionaggio. La storia di Angelo Hafner, ebbe inizio la sera del 7 maggio di due anni or sono allorché, al commissariato di P. S. in via Golto, si presentò un giovanotto e raccontò di essere la vittima di uno spiacevole incidente: «Viaggiavo pochi minuti fa — disse — sulla circolare interna, quando un passeggero ha scambiato la sua valigia con la mia. E' un contrattempo che mi procura delle noie perché sono in partenza per Trieste ». Il commissario prese In consegna la valigia, ma quando l'aprì per constatarne il contenuto, vi trovò un apparecchio radio rice-trasmittente e un cifrario in lingua, bulgara. Il funzionario fece l'inventario di quello che si trovava nella valigia e congedò l'ing. Hafner. Solo più tardi, dal servizio di controspionaggio, apprese che quel signore era noto per aver lavorato in Bulgaria per conto del Cominform. Allorché, qualche giorno dopo, a Trieste i carabinieri si recarono ad arrestarlo, Angelo Hafner continuò ad insìstere sulla sua prima versione; ma non seppe resistere a lungo au questo atteggiamento ed ammise di non aver detto la verità. « La valigia è mia — spiegò — me l'aveva consegnata nel pomeriggio del 7 maggio l'addetto militare bulgaro Ivanov Spassov, con la radio rice-trasmittente. Senoncné, salito sulla circolare interna, ebbi la sensazione di essere pedinato da qualcuno del controspio naggio ed allora, persa la cai ma, decisi di rivolgermi alla polizia «lo - continuò l'ing. Hai- *" 111 awn*"-a- Quasi per intero a porte chiuse. g. g. ciale corso di addestramento per diventare agente dello spionaggio bulgaro, poi sono stato fatto rientrare a Trieste, dove ho cercato di vivere svolgendo diverse attività e per mascherare meglio il mio nuovo lavoro abbandonai clamorosamente il partito comunista. Nel gennaio del 1954, ricevetti una speciale parola d'ordine dalla Bulgaria e sono partito per Roma, dove mi sono incontrato con Ivanov Spassov, addetto militare bulgaro che mi diede particolari istruzioni ». Un anno dopo, è arrivata la terza ed ultima versione, la stessa che giovedì Angelo Hafner fornirà ai giudici: «E' vero tutto ciò che ho detto in precedenza tranne le conclusioni. Mi sono presentato alla polizia non per timore di essere scoperto, ma perché era l'unico sistema per sganciarmi dal servizio di spionaggio bulgaro e sottrarmi così ad eventuali rappresaglie ». Dello strano personaggio che è al centro di questa storia, i giudici sanno molto, ma non * semplice per loro individuare i veri motivi che lo hanno indotto ad agire così come ha fatto. Sanno, per esempio, che per molti anni Angelo Hafner fu uno dei più ferventi ed intelligenti comunisti di Trieste; che fu costretto a lasciare la Jugoslavia perché, fedele alle direttive del Cominform, si trovò in contrasto con le ideologie di Tito ; che, nell'ottobre del 1949, si recò a Sofia, dove diventò ingegnere meccanico e sposò una ragazza di Lubiana, Soke Kosuta, una cittadina italiana bella quanto intelligente e fervente comunista. Ma, naturalmente, i giudici non sono potuti andare oltre questi dati di fatto facilmente controllabili. Né maggiori risultati hanno ottenuto indagando sulla figura di Soke Kosuta che si presenterà accanto al marito accusata anche lei dì spionaggio. I giudici avrebbero potuto forse sapere qualcosa dall'ex-addetto militare coin volto in questa vicenda: ma Ivanov Spassov, approfittando della immunità diplomatica, fu richiamato Immediatamente a Sofia e il terzo imputato in questo processo, un certo Stefan Gheorghiev, che si spacciava per impiegato dell'ufficio commerciale della Legazione bulgara, ma che in realtà era un esponente del servizio dì spionaggio, è scomparso da tempo senza lasciare tracce di sé. Il processo, per ovvie ragio- «J1 di, opportunità, si svolgerà