Un giovane è folgorato e muore nello staccare la spina del fornello

Un giovane è folgorato e muore nello staccare la spina del fornello Attenzione: anche la corrente di 125 volt uccide Un giovane è folgorato e muore nello staccare la spina del fornello La disgrazia in un laboratorio di Madonna di Campagna - L'apprendista rovescia una pentola d'acqua che scaldava sul fornello - Con le mani bagnate tocca la presa e resta fulminato - Vani i soccorsi Verso le 14 di ieri un tragico incidente — che ha suscitato vivissima impressione — è accaduto in un piccolo stabilimento di via Mondrone 5 : un apprendista di sedici anni, nello staccare la spina di un fornelletto, è rimasto folgorato ed è morto pochi minuti dopo all'rspedale. Lo stabilimento è di proprietà della ditta Surra e produce detersivi: un laboratorio dove lavorano sei o sette operai, in un ambiente di cordialità e di famigliarità. Tutto, sino a ieri, era sem- pre andato bene, non si era mai verificata la più piccola disgrazia. Ieri alle 13,45 l'operaia Germana Perinelli di 20 anni, abitante in corso Agrigento 11, terminata la colazione aveva ripreso la sua consueta attività. E sopra un fornelletto di 125 volt aveva poeto un recipiente con un certo quantitativo d'acqua e un pentolino pieno di colla da liquefare. Di 11 a un quarto d'ora arrivava il più giovane dei dipendenti, l'apprendista sedicenne Bruno Croce, domiciliato nella frazione San Didero di Condove. Il Croce nel sistemare una cassa di materiale urtava col gomito il recipiente dell'acqua e lo rovesciava: l'acqua gli bagnava le mani e si spargeva per terra. « Oh, cos'ho fatto! > esclamava con rammarico il Croce. « Non fa niente — replicava la Permeili che si trovava ad alcuni metri di distanza intenta ad altro lavoro — ormai la colla s'è sciolta. Stacca pure la spina ». Il Croce obbediva premurosamente. Con la destra afferrava 11 recipiente di metallo e lo rimetteva nella giusta posizione: nel tempo stesso toglieva la spina dall'« attacco » sul muro, ila nell'attimo in cui compiva l'operazione, si udiva un colpo secco e si scorgeva una fiamma correrei sul filo e balenare sulle mani del povero ragazzo. Questi, senza uni gemito, s'accasciava al suolo. La Permeili accorreva accanto a lui. tentava di rianimarlo, di alzarlo; tutto inutile: il giovane, bianco il volto, era privo di sensi. Il suo polso era impercettibile. Le grtda disperate d'allarme della signora Pennelli facevano accorrere gli operai e lo stesso titolare della ditta, signor Giulio Surra, Il Surra raccoglieva tra le braccia l'apprendista e si avventava fuori, in istrada. Veniva fermata una macchina di passaggio e a gran velocità si effettuava il tragitto sino all'astanteria Martini, Ma i sanitari non potevano far altro che constatare la morte del Croce, avvenuta ner folgorazione. Una pronta inchiesta era aperta dal commissario di P. S. Madonna di Campagna che inviava sul posto il sottufficiale Bertlnetti. Si poteva stabilire che il fornello era in normali condizioni di manutenzione, il filo non era logoro in alcun punto, e le spine di bachelite erano intatte. La sciagura è spiegabile in un solo modo: il ragazzo, levando la spina, ha toccato con le dita bagnate l'« attacco » e ha stabilito cosi un circuito (avendo egli nell'altra mano il recipiente di metallo, anch'esso bagnato). Nessuna responsabilità è stata imputata alla ditta. Nel tardo pomeriggio sono arrivati da Condove i genitori e altri congiunti. Al padre era stato comunicato che il ragazzo s'era ferito e stava male. Sulla soglia dell'astanteria qualcuno li ha informati della tragedia. Ne è seguita una straziante scena, che Ila commosso tutti i presenti. Il giovane Croce era stato assunto dalla ditta Surra più di un anno fa; era attento, laborioso, volonteroso e il proprietario era molto contento di lui. — Alle 15,30 un'altra grave sciagura è accaduta in un cantiere di via Tripoli angolo via Elba. Il manovale Giovanni Milone di 48 iitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiii anni, abitante In via Tartini 12, veniva improvvisamente colpito da un sacco di cemento del peso di circa un quintale caduto dal montacarichi. Lo sventurato riceveva il tremendo colpo sulle spalle e s'afflosciava al suolo tramortito. I compagni lo raccoglievano e lo trasportavano in una baracca. Il Milone riprendeva i sensi, ma non riusciva più a muoversi. Avvertiva dolori' insostenibili ed era completamente paralizzato. Con un'autoambulanza lo si trasferiva d'urgenza all'ospedale San Vito. Qui i sanitari ne ordinavano il ricovero con prognosi riservata, causa la sospetta frattura della colonna cervicale. Una denuncia per adulterio Assolti moglie e amico condannato il marito Marito, moglie ed amico sono comparsi in Pretura: il primo per rispondere d' lesioni in danno della moglie. Costei e l'amico per adulterio. La donna, di 33 anni, castana di capelli, robusta, ha raccontato che nell'agosto scorso era fuggita di casa per far dispetto al marito, « Da qualche giorno litigavamo per un nonnulla ed in un momento d'ira me ne sono andata. Ho vissuto una settimana in casa di mia madre. Una sera andai a ballare. Si fece tardi, non osavo tornare da mia madre. Allora accettai l'offerta di questo giovanotto di andare a dormire nella pensione che lo ospitava. Ma mio marito mi pedinava e venne a prendermi con un brigadiere e due agenti della polizia. Appena mi vide, mi affibbiò due schiaffi. I medici mi diedero cdl'iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinii iiiiiiiiiiiiiiiii m 15 giorni di guarigione. Io lo denunciai per lesioni ». Il giovanotto, un autista di 27 anni, preoccupato di finire In prigione, ha confermato la deposizione della donna; «Come cavaliei i non potevo lasciarla dormire sulla strada e pensai che potesse trovare ricovero nella mia pensione. Ma se avessi immaginato in quale ginepraio di guai mi mettevo... ». Invece di finire la frase si è coperto il volto con le mani. Il marito ha dichiarato: « SI, mia moglie è fuggita perché litigavamo. L'ho querelata per adulterio. Adesso però l'ho perdonata ». Il Pretore gli ha ricordato che era ancora in tempo a ritiraro la querela. «Allora lo faccio volentieri. Cosi mettiamo una pietra sul passato e non si parla più di processo ». Il marito ha firmato; la moglie ha sorriso di contentezza; l'amico ha tratto un lungo respiro per lo scampato pericolo di una condanna. Ma a questo punto è intervenuto il P. M. a far osservare che la remissione di querela estingueva il reato per la moglie e per il giovanotto: si doveva però fare 11 processo al marito per le lesioni. La moglie, generosamente, si è offerta di ritirare la denuncia. « Non è possibile — le è stato risposto, — si procede d'ufficio perché le lesioni superano 1 dieci giorni di guarigione », Sul banco degli imputati è rimasto solo il marito, che si è preso la condanna a 2 mesi e 16 giorni di reclusione con la condizionale. Pretore l'avv1! Turco, P. M. 'l'avv. Tof'tonese. Cancelliere il dott. Bertolino. Difensore l'avv. Torchio. mini iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiu Bruno Croce 16 anni

Persone citate: Bertolino, Bruno Croce, Giovanni Milone, Giulio Surra, Milone

Luoghi citati: Condove, San Didero