Una ricchezza che non usiamo

Una ricchezza che non usiamo LA LINGU A r» JJ R A E> I JS/T PUR A Una ricchezza che non usiamo I cosidetti suffissi alterativi - Accrescitivi, diminutivi, avvilitivi, vezzeggiativi e via dicendo, con loro varie e sempre più difficili combinazioni - Sicché un'unica parola sfaccettatissima può valerne da sé sola tre quattro cinque altre Curiosa disgrazia è di esser ricchi e non saperlo. La lingua italiana ha su altre la facoltà di inviscerare più sensi in una sola parola mediante i cosidetti suffissi alterativi, 1 quali le aggiungono idee accessorie di grossezza piccolezza graziosita viltà malignità ecc. E poiché tali suffissi e tali idee si possono anche combinare fra loro, ecco quell'unica sfaccettatissima parola valerne da se sola tre quattro cinque altre. Per gli avari di flato e d'inchiostro, una bazza. Ma la fortuna dei nomi alterati, che fu persino troppa nel secolo scorso, presso gli sviscerati dell'uso popolare toscano, si è ridotta cosi a poco, che da quasi tutti si preferisce dire: un piccolo cane, che un Canino; tanto la paura dell'affettazione, cui i nomi alterati sembrano addurre, si fa sentire in questa nostra età di ferro. Così da un eccesso si è passati all'altro; dimenticata la regola che pur aiuta a distinguere quando è bene l'alterare i nomi e quando no. E la regola è che i nomi alterati generalmente si usano quando la proprietà da essi indicata non deve essere posta molto in rilievo, perché se l'attenzione dovesse fermarsi principalmente su quelli, converrebbe meglio sciogliere il nome alterato con uno degli aggettivi: grande grosso piccolo vile brutto cattivo ecc. Cosi il Firenzuola: < Mi parve veder... entro a un fronzuto boschetto una valletta assai graziosa...». Ma il Passa vanti: ciò mi credeva che fosse un uomo grande e appariscente ». Seguiamo un po' questa mirabile vena della lingua, che vorrebbe uno studio di anni; tanto per capire a che cosa diamo un calcio. Accrescitivi a cui 'arrivano tutti: Omone Bottegona; e un po' più scelti, Febbricone (da Febbre), Gamberone (da Gamba). Diminutivi: Sorrisetto Ortolanella Stortignaccolo Tallonzolo (da Tallo). Avvilitivi attenuativi: Poetastro Pauriccia Verdacchio. Accrescitivi vezzeggiativi: Maschiona; e accrescitivi spregiativi: Signorazzo Canzonciona. Diminutivi vez zeggiativi: Minchionclno Grotticina; e dimin. vezzegg. antifrastici: Montagnetta (« Eh sì, il Cervino è una bella montagnetta'. »). Sempre più diffìcile: Poetello Dottoricchio Fiumiciuccio (dira, spregiativi) : Noiosino Moltetto dim. antifrastici: « codesto caffè è moltetto per un bambino) ; Birboncione sopraccrescitivi); Brutterello sottaccrescitivi) ; Frescuccino (sottodiminutivi); Marchesonone (so praccrescitivi spregiativi) ; Tedescotto (sottacer, vezzeggiativi); Drammettuccio (sottodim. spregiativi); Coserelluccia (sottodiminutivi vezzegg.). Finché, avendo pietà del lettore, per la restante selva degli Accrescitivi di diminutivo, degli Accresc. di avvilitivo, dei Sottacrescitivi di diminutivo (Porcellotto). degli Accresc. peggio¬ rativi di diminutivo spregiativo (Donnucciaccia) e di molti altri gruppi, non si riesce, in un silenzio di morte scosso da lieye rullo di tamburi, agli accrescitivi peggiorativi. o spregiativi di sottodiminutivo spregiativo: Giornalettucciaccio. Per digradare poi a Porconcello (dim. d'accr.), Bruttoccino (dim. di sottaci'.), Gicvanottetto (dim. vezz. di sottaccrescitivo) e Buacciolino (sottodiminutivo d'accr. spregiativo). Restano, e sarebbe il più, le avvertenze. Circa i nomi (per lo più di persona) che all'accrescitivo hann la doppia forma -One (m, sch.) e -Ona (femm.): Donnona indica donna grossa e piuttosto grassa; Donnone: alta, quartata, con qualcosa di virile. E Camerie rona abbraccia, oltre alla prestanza, l'abilità professionale. Non si accrescono, fra gli animali, Bue Leone Montone Pavone Piccione Rondine e Seppia. Dei nomi di cosa femminile hanno soltanto Tacer, in -One: Baracca Barca Tosse (tossicone) Verga Zazzera Labbrata e Cupola. Basettone non è accr. di Basetta (baffo), ma sostantivo positivo per Chi ha grandi basette;»Stellone non è l'aecr. di Stella, ma Gran sole d'estate. In quanto ai suffissi -Erello, -Arello, hanno soltanto il primo: Acqua (onde Acquerella, per pioggia, e Acquerello, non acquarello come purtroppo si vede usare, per un genere di pittura) Atto Scossa Gente e tnolt'altri nomi; sol¬ tanto il secondo: Debito Soldo Somma Tozzo Vetta Tetto. -Etto indica meno piccolezza di -Ino, con l'eccezione di Bizzosino che è più di Bizzosetto. -Ulo è della scienza (acidulo). -Uzzo più spregiativo di -Uccio. Anche alcuni nomi stranieri ricevono i suffissi alterativi: Lapisaccio Poncino; i quali suffissi si possono usare anche da sé: « quel ragazzo è accio, ma accio bene », < un vinuccio molto uccio», «un poderino proprio ino». Certi diminutivi son fatti apposta per i bambini: Assennatine Bizzina Attentino Beatina (che sollucherava il De Amicis). Nella loro tenerezza le mamme arrivano a raffinatezze supreme in fatto di nomi alterati; e trattandosi di modi privatissimi, è bene che ; il grammatico non c'entri. Ma i vecchi fautori della lingua parlata, e fra quelli fortissimi scrittori quali il Nieri, l'Imbriani e lo stesso Tommaseo, qui è dove invadevano con maggior guato, e di certe maniere che a noi fanno oggi venire gli archi di stomaco, si leccavano le labbra: < Che fiatino gentile ha la Mariina ». < L'hai un po' di famina, cinci?». <Lo vuoi un chicchino d'uva, pipi? ». « Sta' chetino lilli! fagli du' carezzine!». «Oi povero nini, ti brucia la frontìcina, eh?». «Lo vuoi un pezzettino di carne pitinino, piti- ! nino?». Cine! pipi lilii e nini1 da cui uscivano gli uomini della nuova Italia. Leo Pestelli 1

Luoghi citati: E>, Italia, Porconcello