Fanfani e il gruppo di «Iniziativa» riconfermali alla guida della D.C. di Enzo Forcella

Fanfani e il gruppo di «Iniziativa» riconfermali alla guida della D.C. Fanfani e il gruppo di «Iniziativa» riconfermali alla guida della D.C. Il maggior numero di Yoti, dopo il segretario del partito, raccolto da Segni, Rumor, Moro e Zoli - Arretramento dei sindacalisti e prima affermazione dei giovani della tendenza di sinistra-La destra di Andreotti avrà solo otto seggi Trento, 19 ottobre. Due anni fa, a Napoli, il gruppo di Iniziativa Democratica t- uomini più sui trenta che sui quarant'anni, provenienti dalle file dell'Azione Cattolica, guidati dall'on. Amintore Fanfani — mise da parte i « notabili > della generazione degasperiana ed assunse le leve di comando della D.C. A Trento, nei giorni scorsi, questo gruppo ha affrontato la sua prova di appello e l'ha vinta largamente. Si può discutere sui metodi di cui si è valso (ormai si parla correntemente di un « apparato » democristiano, col piglio" e la spregiudicatezza di tutti gli apparati del mondo) e sull'omogeneità dei suoi orientamenti. Non si può contestare l'eloquenza delle cifre. Tutti i quaranta candidati della lista maggioritaria sono riusciti eletti nel nuovo Consiglio nazionale, anche se la facoltà di sostituire i nomi proposti con altri di diversa corrente — il cosiddetto panachage — ha determinato numerosi spostamenti e stabilito una eloquente graduatoria di preferenze. Fanfani, che aveva insistito per essere anteposto anche a Segni ed al presidente del Consiglio nazionale Zoli, ha dimostrato di es sere effettivamente l'uomo più popolare del partito. Il vice segretario Rumor, che a Napoli si era collocato al settimo posto, è passato al tèrzo, subito dopo Fanfani e Segni, scavalcando uomini come Colombo (che a Napoli era riuscito ad ottenere più voti dell'attuale segretario del partito), come Zoli, Taviani, Tambroni. E basti pensare che i membri della direzione uscente sono riusciti tutti nei primi venti posti nella graduatoria, per; avere un'idea di quanto il controllo del partito sia rimasto saldamente nelle mani di Iniziativa. ■ Non è detto con ciò che da Napoli ad oggi non sia accaduto niente. Intanto", il largo uso fatto del panachage dimostra come all'interno del blocco maggioritario si cominci a distinguere: la fedeltà di corrente non ha impedito puntate al di fuori dello steccato e certe affermazioni personali hanno travolto gli « ordini di scuderia ». Quelle di Andreotti, Sullo, Pastore, Galloni — che hanno ottenuto assai più voti di quanti ne disponevano le loro correnti — sono indicative. Ma c'è qualcosa di ancor più indicativo. A Napoli i seggi riservati all'opposizione erano andati quasi tutti alla corrente dei sindacalisti denominata Forze Sociali. Anche a Trento i sindacalisti erano arrivati favoriti: si pensava, ed i dirigenti del partito alimentavano queste previsioni, che sarebbero riusciti a conquistare la maggior parte dei venti posti riservati alla minoranza. Ne hanno, invece, ottenuto ^soltanto sette. La sconfitta è netta, e non è difficile scoprirne le ragioni se si considera che gli altri tredici posti sono andati divisi in parti quasi eguali tra gli andreottiani della lista Primavera e gli aclisti, i « gronchiani » ed i « vanoniani » della lista di Base. A torto od a ragione i sindacalisti sono stati accusati di avere esercitato negli ultimi due anni una opposizione di comodo, cioè di avere mancato alla funzione che gli era stata affidata. Il congresso gli ha preferito gruppi meglio ca- . ratterizzati, a destra od a sinistra. Ciò non toglie che in un discorso politico i sette seggi della Base vadano aggiunti ai sette di Forze sociali e non ai sei degli andreottiani. Le impostazioni dei due gruppi sono, difatti,' molto vicine; gli aclisti (associazioni cattoliche dei lavoratori da non confondere con i sindacati aconfessionali della CISL), che presumibilmente hanno diviso i loro voti tra i due gruppi, potranno svolgere una utile funzione mediatrice. La minoranza espressa dal congresso di Trento, in altri termini, è per due terzi una minoranza di sinistra. Una sinistra, occorre aggiungere, che spinge le sue avanguardie nel canapo stesso della maggioranza. . Stamane, mentre si ten¬ trcBndvpzimMuèvliVbpctvpVGcssr1es tavano le prime analisi dei risultati, qualcuno ha detto che per i candidati della Base e di Forze sociali hanno votato anche una parte di iniziaf-'visti, che hanno voluto esprimere così la loro protesta per il colpo di forza della mozione modificata in segreto ieri sera all'ultimo momento. Può darsi. Ma, anche se non vi è stata una convergenza di voti, vi è indiscutibilmente una convergenza di idee. I sindacalisti di Pastore e di Butte, i giovani mistici* del Piano Vanoni, coloro che vorrebbero e per ovvie ragioni non possono più definirsi « gronchiani » (e quanto si è sentito, nel corso dei lavori, il vuoto lasciato dalla scomparsa di De Gasperi e di Vanoni e dall'elezione 'di Gronchi alla suprema carica) : tutti costoro costituiscono una specie di « coscienza segreta » della corrente maggioritaria, o per 10 meno di una parte di essa. Da questo punto di vista 11 distacco di Fanfani dal suo gruppo originale si può considerare in una fase as sai avanzata. Fanfani è sempre il leader di Inizia Uva e continuerà ad es serio per molto tempo, ma la trascende. Fino a quando la D. C. rimarrà il partito che conosciamo, i suoi capi si sforzeranno di sfuggire ad una caratterizzazione programmatica troppo precisa. Se sono stati por tati alla ribalta da un'atti vita di corrente, còme in sctpdcspCrnuptmgCmgdddPndquesto caso, faranno il pos-l sibile per non restarvi ancorati. Non potrebbero, altrimenti, esprimere l'anima polivalente ed interclassista del partito. Sono aspetti di una vicenda appena iniziata. Essa si preciserà e si svilupperà nell'attività del nuovo Consiglio nazionale e dei dirigenti che, nella prima riunione, vi saranno eletti. C'è un altro elemento da tener presente in questa prospettiva: la parte di quegli elementi della generazione degasperiana che saranno nel Consiglio nazionale come membri di diritto. Uno degli aspetti più interessanti del congresso è stato offerto dal ritorno, dai « rilanci » di Gonella, di Sceiba, di Pella. I « notabili » non han no fatto gruppo e si sono rassegnati al predominio organizzativo dei fanfania ni, ma hanno mostrato di avere ancora qualche cosa da dire. ■ Enzo Forcella

Luoghi citati: Napoli, Pella, Trento