Quasi tutti gli imputati affermano di non ricordare

Quasi tutti gli imputati affermano di non ricordare A Mondavi il primo processo dopo io scandalo IMGIC Quasi tutti gli imputati affermano di non ricordare Le irregolarità sono di molti anni addietro e riguardano somme non molto grandi • Disinvolte e astruse spiegazioni dell'ex-dirigente dell'ufficio di Dogliani (Dai nostro inviato speciale) Mondovi, 18 ottobre. Tocca a Mondovi aprire la serie di processi originati dalle irregolarità nella gestione dell'I.N.G.I.C. (Istituto Nazionale Gestione Imposte di Consumo), una grossa impresa che ha l'appalto della riscossione del dazio in varie diecine di Comuni. Dei fatti inerenti al processo iniziato stamane al Tribunale di Mondovi, sì parla, da anni nelle Langhe ed essi vennero in luce da un esposto presentato nel giugno '49 dai doglianesj Teobaldo Romana e Paolo Piovano alla Prefettura di Cuneo e al Ministero delle Finanze. L'esposto segnalava varie irregolarità commesse nella gestione delle imposte di consumo di Dogliani: una ispezione accertò la reale esistenza delle irregolarità, e. nel maggio '50 la Prefettura di Cuneo denunciò al Procuratore della Repubblica di Mondovi il dirigente dell'I.N.G.I.C. di Dogliani, Ascanio Gnerre, e gli agenti Giorgio Macciò e Pietro Alessandria. Non si trattava che d'una prima misura: le indagini, affidate dal magistrato al Comando di Compagnia della Guardia di Finanza di Mondovi, si conclusero, nel febbraio '52, con un rapporto dal quale risultavano svariate e gravi irregolarità commesse dai dipendenti dell'I.N.G.I.C. Essi avevano illecitamente percepito notevoli somme di denaro in danno di contribuenti, applicando indebitamente l'indennità speciale dovuta dai grossisti, quelle sul. vino e sui suini, l'aggio del 2% ■sull'I.G.E., l'aggio del 28%. sulla maggiorazione di tariffa, diritti di statistica, addizionale imposte di consumo, diritti sui generi di larga produzione, aggio sui proventi contravvenzionali. Lunga e complessa fu la istruttoria, nel corso della quale (febbraio '55) fu ordinato l'arresto di Ascanio Gnerre e del direttore provinciale Achille Comollo, ai quali qualche mese fa è stata concessa la libertà provvisoria. La istruttoria si concluse nel luglio dello scorso anno col rinvio a giudizio di undici imputati: allo Gnerre e al Comollo si aggiunsero 1 già incolpati i Giorgio Macciò e Pietro Alessandria, e un altro agente, Renato Zuccone; a essi furono uniti Bei segretari comunali: Giovanni Gonella, Bartolomeo Broccardo, Nicola Pepe, Nicola Damiano,'Anselmo Roagna e' Giovanni V'ietto. L'atto d'accusa riempie cinque fitte cartelle dattiloscritte e comprende dodici imputazioni — dalla concussione al peculato alla corruzione — variamente distribuite fra gli accusati. Le colpe più gravi sono attribuite allo Gnerre e al Comollo, per avere incassato notevoli somme a favore dell'I.N.G.I.C. applicando arbitrariamente indennità e aggi che non dovevano essere applicati, o la cui misura avrebbe dovuto essere inferiore a quella richiesta; seguono il Macciò, l'Alessandria e lo Zuccone, per indebita riscossione di indennità speciali. I segretari comunali Gonella, Broccardo, Pepe, Damiano, Roagna e Vietto per aver ricevuto dai dirigenti dell'I.N.G.I.C. somme varianti dalle diecimila alle trentamila lire allo scopo di compiere atti contrari ai loro doveri d'ufficio; nello stesso reato di corruzione sono uniti lo Gnerre e il Comollo, che versarono le somme. Ai processo, iniziato starna* ne al Tribunale di Mondovi, presieduto dal dott. Squarotti, mancano gl'imputati Zuccone é Vietto, di cui è stata dichiarata la contumacia; gli altri nove accusati, tutti a piede libero, sono difesi dagli avvocati Demarchi, Giulio, Jemina, Leati, Toselli, Ungaro, "Veglia, Viale; la pubblica accusa è rappresentata dal dottor Zolla-Cannonero. Hanno aperto l'udienza due eccezioni sollevate dalla difesa e che il Tribunale ha respinte; il Presidente ha poi dato la parola ad Ascanio Gnerre. L'imputato si è difeso affermando di non aver mai fatto alcuna imposizione agli esercenti per ottenere da loro il pagamento di somme in più di quelle che la legge stabiliva, e ha spiegato che ogni volta che avveniva un'operazione di vendita all'ingrosso era necessaria una visita di due impiegati del dazio, i quali riscuotevano un'indennità di assistenza di 60 lire l'ora. ; Ma le somme registrate non rappresentano dei multipli di sessanta: — Si trattava di arrotondamento — ha detto l'imputato. ' — Però — ha obiettato il Presidente — il contribuente ha pagato seimila lire in un anno, il che significa che siete andato cento volte non vi sembrano troppe? — Evidentemente sono andato — ha ribattuto l'imputato. — Ditemi quando è stata abolita l'indennità speciale di 5 lire- ogni ettolitro di vino^ — Non ricorao. — Ve lo dico io: è stata abolita nel 'n e voi avete continuato ad applicarla anche dopo. — Quelle disposizioni mi erano sfuggite: non ho che la licenza della terza elementare I ltlcrssznm—.Sono seguite le altre conte-!slazioni: la m icellazione dei suini, la percentuale sull'I.G.E., i diritti di statistica, i compensi ai segretari comu8*11; ad ogni contestazione l'imputato forniva astruse. e tuttavia disinvolte spiegazioni. A sua volta, Achille Comollo si è giustificato asserendo che nel '41 non era né direttore né funzionario dirigente: soltanto nel gennaio '42 assunse la qualifica di facente funzione di direttore a Dogliani; nel giugno '44 divenne ispettore, e nel maggio '46 fu nominato direttore provinciale e trasferito a Imperla. Tale chiarimento ha lo scopo di dimostrare che non a lui sarebbero da addebitare le irregolarità. — Non ho mai controllato — ha detto l'imputato — le somme che i miei Impiegati segnavano sui registri: avevo una sessantina di gestioni e non potevo soffermarmi su quei particolari, dovendo occuparmi dell'andamento generale della gestione. Quanto ai compensi elargiti al segretari comunali, erano ufficialmente assegnati per la collaborazione da essi prestata sotto varie forme a favore del¬ lpqcszAavtccPncptlsgpntdmnmIIIItllllItlllllllllllllItllMIIIlllllllliril l'I.N.G.I.C. e debitamente compensata: bì trattava comunque di somme così modeste che non potevano certamente servire a corrompere un funzionario comunale. Giorgio Macciò e Pietro Alessandria hanno negato di aver riscosso quindici lire Invece di dieci per diritto di statistica su ogni bolletta di accompagnamento. I segretari comunali Gonella, Broccardo, Pepe, Damiano e Roagna hanno concordemente affermato che 1 compensi da loro percepiti erano regolarissimi, trattandosi di denaro dovuto per lavoro regolarmente eseguito. La giornata è stata conclusa con la deposizione del maggiore De Salvo e del cap. Caporusso della Guardia di Finanza, che compirono a suo tempo le indagini per conto del magistrato inquirente. Domani continuerà la deposizione degli altri testi, che ammontano a una cinquantina. Giuseppe Faraci

Luoghi citati: Consumo, Cuneo, Dogliani