Il delitto della coltellata al cuore in una torbida atmosfera di ricatti

Il delitto della coltellata al cuore in una torbida atmosfera di ricatti LA CONFESSIONE DEL PIOVANE ASSASSINO DI CORSO VITTORIO Il delitto della coltellata al cuore in una torbida atmosfera di ricatti Il sordido ambiente della malavita e degli sfruttatori - La vittima viveva con una raqazza di 18 anni che per fingersi maggiorenne aveva falsificato la carta d'identità - L'omicida conosceva questo segreto e li ricattava minacciando di denunciarli alla polizia Lo Indagini della polizia sul delitto consumato Ieri notte poco dopo l'una in corso Vittorio Emanuele àngolo via S. Massimo, del quale abbiamo dato notizia nella nostra ultima edizione di ieri, han. no permesso di chiarire i punti che ancora apparivano misteriosi e di porre In netto risalto I pror tagonlstl del dramma. L'-lnchlesta ha dimostrato che questo è un triste episodio della malavita ed ha aperto uno squarcio su squallidi ambienti, che vivono ai margini della società. Questioni di.donne sono alla baBe del delitto, ma la molla che ha fatto scattare la furia omicida non aveva la sua càrica nella- gelosia o nell'amore, ma In torbide passioni mosse dal desiderio di conquistare li titolo e U ruolo il « protettore », che nella realtà corrisponde al più ignobile sfruttamento.- L'ucciso, Luigi Cacchi di 27 anni, nato a Legnaro di Padova, si era trasferito a Torino nel 1940 assieme al genitori, Alberto e Maria Piva, e alla sorella Fanny che abitano in un bell'alloggetto di via Revello 2 bis. Benché fosse cresciuto In una famiglia laboriosa e onesta e avesse avuto dal genitori l'esempio di una cpndotta Irreprensibile, le cattive compagnie l'avevano messo su una cattiva strada. Insofferente di ogni controllo, tempo fa aveva deciso di andare a vivere per suo conto: si era trasferito in via Santa Chiara 2, facendo credere al suoi di aver trovato un buon lavóro presso la carrozzeria Viotti. In realtà traeva i suol guadagni da disonesti espedienti: vendeva accendisigari di contrabbando, trafficava con bollette del Monte di Pietà e volgeva a suo profitto l'amicizia di donno che bazzicano nottetempo nei paraggi di Porta Nuova o del Valentino. L'altro, l'assassino, Carmelo Giuseppe Scruci "di 22 anni, era giunto circa tre mesi fa a Torino da Sant'Ilario Jonio (Reggio Calabria) in cerca di un'occupazione. Ma non risulta che abbia mai lavorato. Fino a poco tempo fa abitava in via Po 29, poi si era trasferito in una locanda di Strada del Nobile 1. Entrambi i giovani conoscevano una donna: Orlanda Gherra di 18 anni, venuta qualche tempo fa a Torino da Givoletto per tentar la fortuna In una grande città. Ma ella aveva ben presto perduto di vista l'onesta meta del lavoro, attratta dal miraggio di una vita facile. Trascorreva fuori di casa buona parte della notte e si accompagnava con gente equivoca. Aveva preso domicilio presso una zia in via Don Bosco 41. A questa zia, Maria Liliana Govean, aveva sottratto anche la carta d'Identità per crearsi una personalità fittizia e diventare di colpo una ragazza di 22 anni, maggiorenne, e quindi padrona di godersi la libertà che le stava tonto a cuore senza aver noie con la po- ìizia. La Gherra, dapprima amica dello Scruci, si era poi Invaghita del Cacchi continuando tuttavia n condurre la solita vita. Cosa del resto che non dispiaceva al giovane 11 quale sapeva sfruttare questa situazione a proprio vantaggio. Pare che per avere la sua « protezione » la ragazza lo ricompensasse con donazioni giornaliere varianti fra lo sol e le settemila lire, Recentemente gli aveva anche regalato una « 1100 A ». A un certo punto lo Scrucl, Invidioso delia posizione di privilegio del Cacchi, si era inserito fra lui e la ragazza e aveva minacciato di raccontare alla pollala 11 trucco della carta d'identità che Orlanda aveva escogitato per fingersi maggiorenne. 'Avrebbe taciuto soltanto a condizione che Orlanda avesse rivolto anche a lui la sua generosità. Il ricatto continuava già da parecchio tempo. Ormai la Gherra, e soprattutto 11 Cacchi che vedeva ridotti 1 suol proventi, erano esasperati per questa situazione. I giovani avevano già altre volte avuto aspri litigi: entrambi cercavano di sopraffarsi a vicenda, 11 Cacchi per eliminare li rivale, lo Scrucl per usurpargli il ruolo di « protettóre » della Ghorra. Ieri notte all'una e dieci 11 Cacchi stava per bere un caffè al banco del bar Pia di corso Vittorio. Sulla porta di affacciava un giovane bruno, dall'aspetto meridionale — identificato più tardi per 10 Scruci — che lo invitava ad uscire. I due incominciavano a discutere sul marciapiedi, attirando l'attenzione del gestore del bar, Guido Blmbatl, della sorella Pierina e dei clienti. Poi si portavano In mezzo al controviale vociando confusamento. Il Cacchi si levava la giacca e la gettava a terra. « SI picchiano », gridava la signora Bimbati vedendo uno dei due avventarsi sull'altro come se lo volesse agguantare. Ma subito dopo 11 giovane ch'era In maniche di camicia vacillava e l'altro si dava alla fuga. Quelli del bar accorrevano. Il Cacchi si accasciava fra le braccia di uno degli accorai: «Mi ha ferito — sospirava, — chiamate un medico ». In quel momento per corso Vittorio stava passando una «Aurelio» sulla quale viaggiavano due coniugi. Fu fermata e su di essa fu caricato il ferito che venne accompagnato al S. Giovanni. Ma nulla più poteva salvarlo. L'aggressore l'aveva colpito con la lama di un coltello che era penetrata tra costa e costa raggiungendo Il cuore. Il Cacchi era già morto. esrcvdbssbtC1 rtlaqUsnmcnccgcrQ£ Nel caffo accorrevano la Celere e gli agenti del Commissariato Castello. Il gestore del bar e sua sorella erano In grado di precisare che l'aggressore, nella serata di venerdì 12, era stato protagonista di una chiassata, Trovandosi nel bar assieme ad altri due giovani, settentrionali questi, aveva molestato una signora per. cui 11 Blmbatl aveva' chiomato la polizia. I tre erano stati accompagnati al Commissariato Castello e del fatto 1 funzionari avevano steso regolare verbale. Il Commissario dott. Smirne poteva cosi rapidamente Indicare alla Celere 11 nome dello Scruci come quello del presunto assassino. Un'ora dopo 11 calabrese veniva sorpreso dal brigadiere Costantini della Mobile, mentre già dormivo in un bugigattolo della locando che lo ospitava. Non opponeva resistenza. Al sottufficiale che gli chiedeva dove tenesse il coltello, indicava la tasca della giacca, L'arma era ancora macchiata di sangue. Ieri, nel corso del lungo interrogatorio cui Io ha sottoposto, In Questura, 11 dott. Valerio, lo Scru- ol ho dichiarato di avere acquistato il coltello pochi giorni or sono: aveva usato denari estorti alla Gherra dietro la minaccia di d'enunciarla allo polizia. Quando gli è stato detto che 11 Cacchi ora morto egli si è messo a ridere. « Ma voi scherzate — ha detto — l'avrò soltanto ferito. MI farò sei mesi di carcere e poi, uscendo, andrò a fare 11 militare ». Alle 14, al momento di lasciare la Questura per entrare alle Nuove, non credeva ancora di avere compiuto un assassinio. I funzionari dello Mobile hanno interrogato a lungo anche la ragazzo, che ho narrato la sua tri. ste vicenda, cominciata dal giorno In cui era caduta nello squallido ambiente in cui i protagonisti di questa tragedia agivano. Allo fine dell'Interrogatorio la Gherra è stata sottoposta od una visita medica e, trovata affetta da una grave ma. lattla, è stata ricoverata al reparto S Lazzaro delle Molinone da dove ero uscita In convalescenza appena quattro mesi fa. Carmelo Giuseppe Scrucl è stato denunciato allo Magistratura per omicidio Volontario. L'omicida: Carmelo Semel c La giovane Orlanda Gherra I genitori della vittima si incontrano con la ragazza causa Involontaria del delitto i L Gh di iN ffo l Cll h dihirt di acui

Luoghi citati: Givoletto, Padova, Reggio Calabria, Sant'ilario, Torino