La Francia congeda i richiamati per l'Algeria

La Francia congeda i richiamati per l'Algeria La Francia congeda i richiamati per l'Algeria (Dai nostro corrispondentej Parigi, 10 ottobre. A partire dal 20 di questo mese 2200 richiamati verranno rimpatriati ogni giorno dall'Algeria e posti immediatamente in congedo. Ciò non significa che la Francia rinunci alle operazioni belliche contro i ribelli, ma può essere il segno di un certo rallentamento in quello sforzo militare che il governo Mollet aveva iniziato nella primavera scorsa. La necessità di entrare in trattative con i dirigenti del Fronte dì liberazione nazionale algerino viene ormai riconosciuta da una maggioranza del. l'Assemblea Nazionale, maggioranza verso la quale si sono andati orientando in questi ultimi tempi, oltre al radicali, ai democristiani e ai comunisti, anche una gran parte dei deputati socialisti. Il Consiglio dei Ministri ne ha discusso stamane, ed è significativo che alla discussione fosse assente il principale sostenitore della politica di forza, ossia il ministro residente ad Algeri, Re-bert Lacoste, che è arrivato a Parigi dopo mezzogiorno, quando il Consiglio del ministri era già finito. Il Presidente del Consiglio ha riferito le conversazioni che aveva avuto nei giorni scorsi col principe Moulay Hassan, figlio del Sultano del Marocco, e col Presidente del Consiglio tunisino, Bourghiba. Tutt'e due i suoi interlocutori sono stati d'accordo nell'affermare che la Francia non può più'fare a meno di riconoscere la legittima aspirazione del popolo algerino all'indipendenza nazionale. Sembra dunque probabile una rapida evoluzione della politica francese in Algeria, evoluzione paragonabile a quel, la che avvenne per i>] Marocco durante il governo di Edgar Faure. Ad affrettarla hanno forse contribuito gli sviluppi della crisi di Suez, che hanno messo Christian Pineau in una non facile situazione durante le discussioni alle Nazioni Unite. Secondo Le Sfonde, sono ormai favorevoli alle trattative col ribelli coloro che < dopo aver sostenuto il governo nella crisi di Suez, non credendo più ai risultati della sua fermezza, ne concludono che la situazione finirà per trovarsi aggravata in Algeria, ciò che fa xlochiare di accettare domani per stanchezza un accordo meno soddisfacente per la Francia di quello che potrebbe venir raggiunto oggi >. Le improvvise dimissioni presentate stasera da André Dubols, ex governatore ed attuale ambasciatore di Francia in Marocco, sembrano confermare le possibilità <ji un imminente mutamento di tutta la politica francese nell'Africa Settentrionale. In alcuni ambienti si afferma che anche le dimissioni di Robert Lacoste non possono ormai tardare, ma si tratta di una voce che non ha avuto conferma negli ambienti ufficiali. Anche oggi sono giunte a Parigi dall'Algeria notizie di sangue: quattro europei, i quali avevano tentato di sfondare — a bordo di una vettura — uno sbarramento posto da alcuni ribelli lungo una strada a ovest di Orano, si sono trovati all'improvviso sotto il fuoco delle armi dei fuorilegge, nascosti nelle immediate vicinanze. Tre del quattro europei sono rimasti uccisi; 11 quarto ha riportato gravi fe- rite- ». V.

Persone citate: André Dubols, Bourghiba, Christian Pineau, Edgar Faure, Mollet, Moulay Hassan, Robert Lacoste