Brandolini vince in volata a Viareggio e il Piemonte è primo nella classifica a squadre di Vittorio Varale

Brandolini vince in volata a Viareggio e il Piemonte è primo nella classifica a squadre Lo seconda toppo dello corso ciclistico per dilettomi Firenze-San Pellegrino Brandolini vince in volata a Viareggio e il Piemonte è primo nella classifica a squadre La maglia arancione passa da Franchini al compagno di squadra Romagnoli - I piemontesi Zorzoli, Nicolo e Germano Barale ai posti d'onore all'arrivo - Oggi 3' tappa sui 170 km. da Viareggio a Genova (Dal nostro inviato speciale) Viareggio, 10 ottobre. I risultati salienti della prima tappa in linea della Firenze-San Pellegrino, che ci ha portati dopo 190 chilometri di corsa velocissima e convulsa fin qui a Viareggio, si possono compendiare in tre punti: 1) vittoria in volata del lombardo Brandolini davanti ad una pattuglia che comprendeva quattro corridori, mentre altri undici seguivano a poefte decine di metri; S) passaggio della < maglia arancione > di leader dal bolognese Franchini a un altro della sua stessa squadra, che è il ferrarese Romagnoli; S) bella affermazione della rappresentanza piemontese, sia individualmente che collettivamente giacché la € squadra A> ha piazzato due de* suoi componenti rispettivamente al terzo e quarto posto (e sono Nicolo e Germano Barale) e subito dopo viene l'altro Barale con pochi secondi di distacco, classificatosi al decimo posto. tn seguito a questi onorevoli piazzamenti, la somma dei tempi fatta sui primi tre di ogni formazione stabilisce cfce;la < squadra A > della nostraregione è risultata prima, come si può leggere più sotto nelle classifiche dettagliate. Il bilancio della tappa si chiude quindi in modo soddisfacente per i corridori piemontesi, altri dei quali, come Salza e Martini, hanno continuamente fatto parte delle pattuglie d'attacco (e non vi dico del novarese Zorzoli, della < squadra B >, dalla partenza all'arrivo all'avanguardia sempre vigile e scattante, sino alla volata finale che lo ha vi- sto secondo, a pochi metri dal vincitore;. ICorsa velocissima e convul-jsa, si è detto, e veramente la media raggiunta alla fine del- lo tappa il cui percorso era]tutt'altro che facile e piano, è da farci tanto di cappello, man cando di poco a toccare i 40 orari. E come combattività, numero e risolutela negli attacchi per disgregare il gruppo dei H partiti, ostinazione e costanza nel mantenere e nel rinnovare senza tregua tentativi di distacco ad ogni minima occasione favorevole — è stato proprio come un magnifico e continuo fuoco di artificio. Il bolognese Franchini} titolare della < maglia arancione >, già alle prime scaramucce mo strava un umore combattivo dei più commendevoli. Lo vidi far parte d'una pattuglia scattata appena ricevuto il <.via>; saranno stati poco più di una dozzina quando, fra Prato e Pistoia, scavalcarono le sbarre d'un passaggio a livello con quasi un minuto di vantaggio sugli immediati inseguitori, e fra essi, voglio dire quelli in fuga, c'era anche il romagnolo ■Ronchini, gran rivale dell'assente Baldini e primatista stagionale di vittorie con sedici primi premi, e c'era il nostro Zorzoli, e il ligure De Maria, e perfino un ardito pugliese, di nome Guarino Michele (ultimo di tutta la corsa, fanale rosso di coda votato alla solitudine e al silenzio, veniva il sardo Ga~ rau, già ritardato di cinque minuti e più). Quel minuto di distacco fra l'avanguàrdia e i primi inse- guiton non ebbe lunga durata. A Montecatini era già scomparso, sostituito da altri corridori che se lo disputavano, tanto i nomi dei fuggitivi cambiavano continuamente, e la corsa proseguiva a più di 40 all'ora, mentre i gruppetti si frazionavano, si raggiungevano, si sfaldavano nuovamente. Vidi il veneto Freo in <maglia tricolore > di campione ai rancare fra i ritardatari; anche Romagnoli a più d'una ripresa dovette inseguire, similmente al futuro vincitore dèlia tappa. Per tutti i distaccati nelle bagarres che si susseguivano ininterrottamente, annullare anche soli cento metri di ritardo era questione da rimediare subito, giacché quel breve ritardo avrebbe potuto ingrandirsi, diventare decisivo. I due Barale, Martini, Zorzoli dovevano saperlo, perché li vedevo sempre lottare per ristabilire la situazione quando momentaneamente si metteva male. Dopo che Franchini dovette lasciare il suo posto all'avanguardia per il cambio di una ruota, al rifornimento di Li- vorno fkm lt0) c, fu ìa juga solitaria di Brandolini. Al primo momento, l'azzurro Bruni parvo assecondarla; poi, si rifiutò di cooperare e andò a finire che gli inseguitori — ridoni a ima trentina — li ripigliarono. Finché si arrivò al piede dell'ultima salita, detta del monte Quiesa, ed anche qui sette corridori erano avanti: quattro lombardi (fra cui il solito,- e solidi, brandolini), il romano Piscaglia, l'emiliano Capponcelli e il nostro Zorzoli. Ma i 300 metri di vantaggio scomparirono, per la reazione dei Barale, di Ronchini, di De Maria: qualcuno dei fuggitivi cedette, qualche altro nuovo venuto si aggiunse all'avanguardia prima della vetta. Da là a Viareggio la distanza è breve: quindici uomini abbordarono in mucchio l'ultimo chilometro, e nella volata Brandolini arrivava facilmente primo. Domani terza tappa, coi primi 70 "km. di pianura fino a La Spezia, e di là, per i rimanenti 100 km, le difficili strade della Riviera di Levante per arrivare a Genova. Vittorio Varale