Il congresso del PSI deve rimuovere l'ostacolo del patto con i comunisti di Enzo Forcella

Il congresso del PSI deve rimuovere l'ostacolo del patto con i comunisti LA DECISIONE DEL PSDI DOPO LA LETTERA DI NENNI ALL'HA VANTI !» Il congresso del PSI deve rimuovere l'ostacolo del patto con i comunisti il nuovo impegno, dice l'ordine del giorno approvato, è di grave pregiudizio al processo di unificazione - Questa deve avere tre principi base: metodo democratico, politica estera occidentale, nessun fronte popolare - Saragat invita a mantenersi molto fermi su queste richieste per evitare sorprese - Oggi si riunisce la direzione del PSI: Nenni avrebbe con sé una trentina di deputati e Pertini 25; un'altra ventina è ancora incerta (Dal nostro corrispondente) Roma, 9 ottobre. Il processo dell'unificazione socialista rimane aperto; o, per meglio dire, è stato rimesso in moto dopo la brusca battuta d'arresto che gli aveva inferto il nuovo patto di consultazione tra il P.S.I. e il P.C.I. I socialdemocratici hanno accolto con soddisfazione la lettera di chiarimenti inviata da Nenni all'A vanti! e, pur confermando ovviamente le loro posizioni di principio, hanno espresso la fiducia che il prossimo congresso del P.S.I. rimuova l'ostacolo del nuovo patto e converga su posizioni < che rendano possibile, con la formazione del grande partito unificato democratico e classista, una vera alternativa socialista». Il documento, approvato al termine della riunione della loro direzione, cui hanno partecipato anche i membri della delegazione al governo, dice precisamente: «La direzione del P.8.D.I., presa in esame la situazione determinatasi in seguito al documento del 6 ottobre che regola i rapporti tra partito socialista e partito comunista, afferma che questo accordo è di grave ostacolo allo sviluppo del processo di unificazione socialista. Nel riaffermare la necessità che la grande aspettativa che la classe lavoratrice ripone nell'unificazione socialista trovi sollecita soddisfazione, la direzione si attende che il congresso del P.8.I. rimuova detto ostacolo e converga su posizioni che rendano possibile, con la formazione del grande partito unificato demo, erotico e classista, una vera alternativa socialista e demo cratica. «A tal fine, la direzione del P.B.D.I. si richiama ai documenti approvati nelle sedute del 3 settembre e del t ottobre o riafferma, come base della unificazione, l'accettazione del la democrazia come valore permanente e come assetto interno del partito, la determinazione di una politica estera nel quadro della solidarietà fra i paesi democratici dell'Occidente e l'esclusione di ogni formula di fronte popolare sia in fase elettorale come in sede di composizione del governo. « Tali principi costituiscono la ragione stessa della validità di una politica di alternativa socialista suscettibile di unire la classe lavoratrice su di una unica piattaforma politica per la difesa degli interessi permanenti di tutti i lavoratori e di riscuotere il consenso della maggioranza del paese per la creazione di un ordine nuovo politicamente libero e socialmente giusto ». II documento è stato approvato all'unanimità, con il solo voto contrarlo del rappresentante della destra, Sìmonlni, e con un'avvertenza dei rappresentanti della sinistra che, richiamandosi alle loro precedenti dichiarazioni politiche, avrebbero desiderato inserire anche una frase di incitamento alla D.C. perché si risolva a fare le sue « scelte » politiche. Si è discusso a lungo prima di arrivare a questa conclusione, ma è stata, tutto sommato, una discussione abbastanza serena in cui — ad eccezione della destra, propensa a cogliere l'occasione del nuovo patto per chiudere definitivamente le trattative con il P.S.I. — tutti si sono ritrovati sostanzialmente concordi su alcuni punti basilari. E cioè: l'accordo tra socialisti e comunisti non è tanto grave per la sostanza, quanto per il momento in cui è arrivato, 11 riserbo in cui è stato preparato ed i retroscena che ha rivelato. Esso, per altro, ha avuto al¬ 11 ii :111111 ji<111 ;1111 m 11ri11111ii!111 j111111 iiii11ii;11111 meno il vantaggio di scoprire le posizioni .all'interno del P.S.I. e dì spingere Nenni su una posizione dì battaglia autonomistica. Chiudere in questa situazione significherebbe fare il gioco degli avversari. Occorre, invece, far credito agli autonomisti ed alla loro vittoria congressuale, sia pure mantenendosi in posizione di vigilanza e non stancandosi mai di richiamarsi ai principi democratici sui quali deve realizzarsi l'unificazione. Le varie posizioni che si sono andate precisando in questo quadro hanno rivelato differenze di temperamento e di tattica più che di sostanza. La destra si è trovata così isolata tra un centro che aveva accettato i consigli prudenziali di Saragat ed una sinistra snrhtztnapdasssn«odfsNnche, per non perdere il con-1 qtatto, ha cercato -i attenuare ! lle punte più avanzate delle sue posizioni. Tra queste differenze di temperamento mette il conto di registrare quella che si è delineata tra il segretario del paitito, Matteotti, e il vice-presidente del Consiglio, Saragat. La relazione Introduttiva del primo, pur ammonendo che non si deve sottovalutare l'importanza del nuovo patto tra socialisti e comunisti, è stata tutta orientata verso lo sbloccamento della situazione. «Bene o male — ha fatto notare Matteotti — quel che è avvenuto ci ha dimostrato che all'interno del P.S.I. esistono forti divergenze, e questa è, a suo modo, una manifestazione di democraticità. E' nostro dovere appoggiare. Nenni nei suoi sforzi di unificazione ». Matteotti non ha tralasciato di lamentare la mancanza di disciplina di putito, che ha permesso a membri della direzione di intervenire con dichiarazioni . personali nel. regolare Bvolgìjnen^^rBllè tfàtta-1 ti ve. Forse era una puntata anche per i membri dell'Esecutivo e per lo stesso Saragat, che venerdì, con 1 loro commenti al « fatto nuovo », contribuirono a precipitare la situazione. Tanassi si è difeso, sostenendo di non essersi scostato dalle direttive del documenti collegiali, Saragat ha preferito lasciar correre. Nel suo breve intervento ha ricordato che è necessario mantenersi molto fermi sui principii, poiché solo così si potrà arrivare in porto senza trovarsi di fronte a sorprese. Ha informato di avere ricevuto una lettera del leader dei socialdemocratici tedeschi, Ollenhauer, che raccomanda prudenza, e di aver informato a sua volta il segretario dell'Internazionale sugli sviluppi della situazione. Poi ha presentato lui stesso 11 testo della risoluzione che, con lievi modifiche richieste dalla sinistra, è stato infine approvato. D'accordo sulla sostanza, la discussione, come si è accennato, si è polarizzata tutta sull'opportunità dì mostrarsi più o meno rigidi ed ha avuto quindi un carattere prevalentemente tattico.;! Ma non è mancato un tentativo — proposto da Grimaldi — di spostarla sul problema di fondo del rapporti del nuovo partito unificato con i comunisti. Ferma restando la condanna ideologica e politica, e la conseguente necessità di una piena autonomia — ha sostenuto Grimaldi — rimane il problema dell'azione di classe che il socialismo deve svolgere. «Non è possibile combattere un capitalismo in fase di riorganizzazione regalandogli la divisione teologica della classe operaia stessa. Autonomia politica, quindi, ma unità di clas- ztbgngp«tingttrereSSEfazeseqllfdSpdc111i11111i11111ì11m1111! 1111111111;ie 11111111 j11i111>111 se >. Il problema è grosso e non poteva certo essere esaurito In questa seduta. Saragat ha dimostrato peraltro di sentirlo e nello schema di risoluzione preparato aveva inserito un accenno, poi accantonato nella rielaborazione definitiva, all'unità sindacale che nelle prospettive del nuovo partito dovrebbe costituire l'impegno all'unità di classe. Nel campo del P.S.I. la risoluzione socialdemocratica è stata accolta con moderata soddisfazione. L'Avanti! riconosce che il dibattito è stato « favorevole » e si limita ad osservare che esso « non ha dissipato tutti i dubbi sull'effettivo desiderio di unità dei social-democratici ». Secondo Nenni si è più o meno ritornati allo statu quo ante e 1 quindi si può ricominciare a ! lavorare per l'avvenire. o i a Domani si riunisce la Direzione del P.S.I. e da qui potrebbe venire qualche ulteriore battuta del dialogo. Ma sono già avvenuti abbastanza fatti negli ultimi giorni per consi-, gliare una pausa e si pensa perciò che < autonomisti > ed « unitari » eviteranno uno scontro diretto. Questo si potrebbe, invece, verificare nella riunione dei deputati annunciata per giovedì. Lombardi, Bensi e altri « autonomisti » vorrebbero presentare una mozione ben caratterizzata per provocare una chiarificazione interna nel gruppo, Nenni, che è tornato a' Roma ed ha avuto un gran daffare per incontrare deputati dell'una e dell'altra corrente, non ha ancora fatto sapere se ritiene opportuna la presentazione della mozione. Il calcolo delle forze è necessariamente anugLmCrGmssgsmimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiimiiinwi approssimativo, ma sulla « linea Nenni » sarebbero almeno una trentina di deputati (Dugoni, Lombardi, Brodollnl, De Lauro, Pieraccìni, Albizzati, Amadei, Berlinguer, Andò, Bensi, Cavaliere, Corona, Ducei, Faralll, Ferrari, Ferri, Fiorentino Geraci, Guglielminetti, Jacometti, Matteuccl, Mazzali, Musotto, Berardi, Sampietro, Sansone, Merizzi, Foa, Santi, Magnani). Sulla «linea Pertini» sarebbero schierati circa 25 deputati ed una ventina sarebbero ancora incerti, ma non è detto che sia venuto ancora il momento della « conta ». Tutto lascia credere, anzi, che esso sarà rinviato ancora il più lon-. tano possibile. Le reazioni esterne sono state anche oggi abbastanza numerose, ma non modificano lo schieramento che si era già delineato nei giorni scorsi. Occorre solo registrare quella di Malagodi che definisce la posi¬ zione liberale. E' una dichiarazione di chiusura e di soddisfazione per le difficoltà che il nuovo patto di consultazione ha aggiunto al processo della unificazione socialista. «Il P.S.I. non può accettare il metro liberale — stabilisce il segretario del P.L.I. — e quindi lo Stato e la società liberale: perciò rimane aggrappato allo Stato totalitario comunista ». Enzo Forcella Il consiglio direttivo del PSDI durante la riunione nella sede centrale in piazza Colonna a Roma. Da sinistra: Carigli», Tanassi e 11 segretario del partito, Matteotti (Telef.)

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