Divertente esordio del filosofo Marianini Il cantastorie supera il quiz da 1 milione e 280 mila

Divertente esordio del filosofo Marianini Il cantastorie supera il quiz da 1 milione e 280 mila JLa prima serata del nuovo notaio a "Lascia o raddoppia,, Divertente esordio del filosofo Marianini Il cantastorie supera il quiz da 1 milione e 280 mila li "viveur,, torinese si è presentato in smoking di damasco vermiglione e ha risposto con scintillanti variazioni alle otto domande sulla moda e sui costumi cavallereschi - Bocciati l'appassionato di farfalle e la signora Lojacono esperta in cinema - Sicuro debutto di un impiegato di Firenze (calcio) e di un meccanico partenopeo (storia di Napoli) (Dal nostro inviato speciale) Milano, 4 ottobre. Preceduta da fragori di tuoni e di tempesta, la quarantacinquesima aerata di «Lascia o raddoppia » è incominciata con un quadruplice controllo dei biglietti d'invito alle porte del Teatro della Fiera; agenti e carabinieri vigilavano nell'atrio e ai cancelli. Facce scure ci accoglievano in platea e sul palcoscenico. Accigliato Mike Bongiorno, preoccupata Edy Campagnoli, occhialuti e severi i volti del dott. Carlo Marchetti, il nuovo notaio del giuoco, e del dott. Alberto Tapparo, funzionario della R.A.I.tv, suo assistente < a latere >. Al corrucciato tavolino della giuria, anche la signorina addetta a fare scattare il cronometro e a dare il colpetto di gong alla fine di ciascuna prova appariva compenetrata del nuovo clima di austerità che da oggi si inaugura. I contatti a filo diretto con la direzione di «Lascia o raddoppia » che giovedì scorso non funzionarono a causa di un guasto all'apparecchio, appaiono ristabiliti e rafforzati: non più un solo telefono, ma due questa volta. Il secondo apparecchio installato sul tavolino davanti al posto del dott. Tapparo reca la scritta « di riserva ». Edy Campagnoli, quasi a sottolineare lo svoltone moralistico che si imbocca con questa quarantacinquesima puntata indossa non più i vaporosi abiti dell'epoca Livreri, ma un timido abitino d'un viola quaresimale. Nel retropalco gli esordienti boccheggiano per la paura, la signora Lojacono, che scampò alla bocciatura giovedì scorso per la clemenza del notaio Livreri, si aggira cupamente con l'animo scosso da tristi presagi. Anche il bravo amico delle farfalle, il torinese Luigi Rocca che la sera del debutto non risparmiò critiche ai compilatori dei quiz, passeggia nervoso e conturbato. L'unico a non mostrarsi affatto intimidito per la prova imminente è Gian Lui- gi Marianini, l'eccentrico torinese dottore in filosofia, che come vedremo sarà il vero dominatore della serata. Mike Bongiorno, prima di iniziare la presentazione dei concorrenti, rivolge un saluto al dimissionario dott. Livreri che fin dalle origini ha pilo tato il giuoco tra acque mal fide e imprevedibili scogli; e un benvenuto al suo successore, il notaio Marchetti, che risponde con un brusco inchino, senza sorriso. . Poi ecco il primo, Franco Lampredi, un impiegato fiorentino dai capelli lucenti di brillantina. La sua materia è il calcio. Le apprensioni del retropalco sono tutte scritte nel volto attento e trepido del concorrente. Egli deve rompere il ghiaccio e il suo eloquio è assai timido e impacciato. Ma le sue risposte ai primi quiz sono tutte chiare, esatte, sicure. Un'incredibile quantità di nozioni gli viene richiesta nelle otto domande. Formazioni intere di squadre remote, risultati di lontane Olimpiadi, curiosità estratte con le pinze dal gran libro dei campionati, ormai ingiallito dal tempo. Serio, compunto e via via sempre meno impacciato, il concorrente svela gli enigmi e si congeda infine vittoriosamente, con un perfetto inchino a emiftrdfPÌpoi "evenuto alla ribaltaIGian Luigi Marianini. Sottile, Z.i i-i ..„„„ Ij | ricercato, eccentrico per vocazione e forse per professione, egli esercita la parte del « vi-, veui > di fine Ottocento, ben iche l'abito stranissimo richia-jmi piuttosto ricordi del primo romanticismo, almeno nella fopgia. Lo diremmo vestito alla Jacopo Ortis, se non fos- se per il rosso damasco in cui è tagliata la giacca del suosmnhimi Con capelli corti e sparuti, la barbetta che gli gira intor- no al mento, la faccia alla IToulouse-Lautrec, illuminataiI id-; grandi occhiali chiari, Marianini impersona la parte del « giovin signore » che con la sua stessa presenza si contrad dice a un mondo di macchine, idi grigia velocità e di lavoro. Ur, sopravvissuto? Chissà da che lontana galleria di ante- na.i ci viene questo ritrattino I di sfECcend-to morlerno, para-ì d( -sale e spiritoso, che ha1 l'E.; la di prendere tutti per inniiso e di cogliere la vita come i un leggero Siro di danza. Bongiorno Buona sera dott. Marianini. Marianini — Approfittando o è e o à a , , e , i della presenza della signorina Campagnoli, poiché erano sorte dotte polemiche circa il mio estroso modo di vestire, col suo permesso volevo dapprima rivolgermi alla sua gentile femminilità perché dicesse che cosa ne pensa lei di questo spinoso argomento. Campagnoli — Io non sono una esperta di moda maschile, comunque penso senz'altro che sia elegante, perché in lei l'eleganza è innata, perciò potrebbe portare qualsiasi abito, anche modesto, e sembrare veramente un uomo elegante. Marianini — M'incoronerò di questo suo giudizio come dei corimbi della più sottile lusinga. Bonyiorno —. Per chi non vede di presenza il signor Marianini stasera, voglio dire che indossa un abito piuttosto strano, una giacca di damasco rosso... Marianini (precisando) — Più che rosso, è quello che i pittori dottamente chiamano vermiglione, cioè un punto di rosso tendente al chiaro, per cui spero sia visibile come non nero nelle telecamere; perché ci tengo a questa documentazione oculata. E' una giacca da smoking che io — che ho la ventura di precorrere la moda, ahimè troppo presto •— vedrò realizzata quest'inverno a Parigi. Si tratta di una giacca leggermente più lunga del normale come taglio, con risvolti sciallati. Probabilmente il damasco non sarà imitato, ma il colore spero di sì, per portare qualche nota gaia in questo nostro tempo troppo uggioso forse. Bonyiorno — A parte il suo modo molto dotto di parlare, ho l'impressione che lei sia esperto anche in altre materie. So che è un poeta, fra l'aitro, e uri filosofo. Marianini — La vita è un mistero musicale con in bocca il sapore del mondo. Perciò offre molte, e diverse sfaccettature. Di tutte cerco di conoscere con curiosità più che con dottrina. Bonyiorno — E' laureato in filosofia? Marianini (inchinandosi) — Sì, signore, per servirla. Bongiorno — E anche poeta? Marianini — Sì, e scrivo versi talvolta perversi, almeno formalmente. Bongiorno — Allora ci faccia sentire qualcuno dei suoi versi. Marianini — Volentieri. Il dubbio mi rimane circa la poesia che può essere gradita a questo piccolo pubblico presente e al grande pubblico dei telespettatori che mi guarda forse con stupefatta e ambigua ammirazione da molti luoghi del mondo. Ebbene, voglio scegliere una poesia tra le moderate, tra le crepuscolari, perché questo è un grande salotto, e perciò dirò una piccola poesia da salotto considerando il tempo che le Parche mi concedono. Questa: < Rondò >: < Finché l'alba ricama - l'estremo orizzonte di croco - bisogna che per gioco - qualcuna passando mi ami. L'amor, quello vero > eccetera. (Aplei metta aI«>• Prima che , su, la «» sa"ta Inquisizione, Ivolevo dir questo: che natural- j mente, essendo un tempera| mento gaio, mi presento qui mia futura e vorrei dire , -, icome, a? un gioco e qualunque jsla j. ° o immediata prova, a questa piccola cosa, forse un o P°c,° filosofica, perche questa - » filosofia di vita. La mia prei senza qui non vuole avere alo'10 significato che questo: di riportare <Lascia o raddoppiai, , che alcuni ritengono la ruoto - «fella fortuna, altri la maniera a Idi conqu.stare facilmente dei aisesterzi (per non nominare di I moneta, che sarebbe molto disidicevole) a quello che r'.ovreb- l a be essere stato creato dai tecnici per essere, cioè, un sim- , ipatico gioco, un conviviale gio . a - co, un convito di begli spiriti in boschi folti. (Applausi). Bongiorno tsorridendoJ — Il o I suo frasario è molto forbito, -ì Quindi forse bisogna spiegare a1 certe parole un po' oscure. Lei ndice che viene qui per divere i tirsi... JfartaniMJ (interrompendo) a o Sì. Una delle mie grandi manifestazioni di mondanità è questa: vengo qui come an¬ dtVvrcdfgapmaoscccbprppttcsssrdlrisppbttPspeqndkdt drei a teatro, in un locale notturno, in un salotto d'amici. Voi cortesemente mi avete invitato, veramente dietro mia richiesta, e io sono venuto e ci divertiremo insieme. Se non dovessi avere_ fortuna non vi farò causa, né farò discorsi legali, né discorsi apodittici o apoftegmici alla stampa (applausi). Campagnoli (inserendosi amabìlmente) — Ho visto che aveva un cappotto piuttosto originale. Le spiacerebbe mostrarlo? Marianini — Certamente. E' caduto nelle mani di un uomo con un lungo camicione bianco. (Un valletto reca il soprabito del filosofo). Campagnoli — Vorrebbe indossarlo? Marianini — Sì, volentieri; prima dell'esecuzione, così saremo più sereni. (Spiegando al pubblico): Si tratta di un cappotto martellato faticosamente da giganti nelle mie private officine; è di quelli che si chiamano Chester ficld, come le sigarette. E' un cappotto da sera che si porta solo con lo smoking e non col frac, che richiede ben più sontuoso paludamento. Piccolo collo di velluto, bottoni di bufalo naturale visibilmente più chiari. Bongiorno — Lo toglie ora il cappotto? Afarianini — E' meglio rispondere alle domande in una posizione più libera e perciò più agiata (si toglie il soprabito che il valletto riporta via). Bongiorno — I guanti se li toglie? Marianini (mostrando i guanti) — Sono stati importati da Parigi. Sono frutto della pensosa attenzione di una ditta parigina che mise un anno esattamente per confezionare questi inimitabili guanti di filo nero che ben s'intonano coi decadenti revers dello smoking. Bongiorno (accennando alle buste) — Lei come esperto di moda dovrebbe saper rispondere a tutte queste domandine Marianini — Non presumo tanto Ho un'opinione ' molto umile di me stesso. Il sorprendente colloquio tra Marianini e Mike Bongiorno diverte la platea e ha persino il potere di spianare al sorriso il volto del notaio e del dottor Tapparo che gli siede al fianco. Mike invece appare piuttosto sulle spine: il candidato sta prendendo il gioco come va preso, cioè sullo scherzo. E Marianini è forse il primo concorrente che osi dialogare a colpi di spillo con il presentatore. Dove va a finire il culto della personalità? Della personalità di Mike s'intende, verso cui tutti i concorrenti fin qui si sono rivolti con rispettosi accenti, persino adulatori? Il «signor Mike > si sentirà chiamare nel corso della prova « mio dotto inquisitore >, e non sembra che l'appellativo gli vada molto a genio. Ma ecco le buste, recate in scena dalla garbata Edy, ancora scossa per aver pronunciato questa sera il più lungo discorso della sua carriera televisiva. Bongiorno (iniziando l'interrogatorio) — Eccoci allora alla prima domanda. «Gli inglesi asserivano che per poter indossare o sfilare un frac ineccepibile, ci vuole un domestico. Mi sa dire perché? ». Marianini — La ragione è questa signor Bongiorno. Il frac per essere perfetto deve essere perfettamente e strettamente attillato, laonde anche l'uomo più agile, ad esempio un contorsionista, non potrebbe indossare un frac di fattura perfetta. Per questo occorre un domestico o anche un servo oppure un ammiratore. Bongiorno — Quindi deve essere stretto e attillato. Maria-nini — Sì, signore, tale da non far pieghe, dev'essere come un guanto per la persona. Bongiorno — Seconda domanda: «Ci sa dire con quale altro nome venivano chiamati i pantaloni sportivi detti feniche rs? > l7(i/iiii(iN! — Esiste, se è quello che lei desidera sapere, il nome inglese, eh* è plusfour, cioè < più quattro >, e le dirò o mio dotto inquisitore, anche la ragione, che è questa: (applausi del pubblico assai divertito) che devono essere quattro pollici inglesi sotto il ginocchio, cioè, con matematica esattezza, pressoché qualcosa di meno di cinque centimetri nostrani. Bongiorno — Terza domanda: «Come si chiamò a suo parere la camicia maschile con colletto unito creata da Jessy ?> Marianini — Si chiamò « Camicia hop ». E' importante nella storia della moda, perché è la prima ribellione degli uomini liberi alla servitù dei colletti duri. Ha valore innovatore e progressivista |Bongiorno — La parola hop che cosa starebbe a signifl- care? Marianini — Ritengo che ve-,glia _dire questo: di facile infl-1lo. Hop! e uno se la mette Bongiorno ^ridendo; —Quarta domanda: « Come sì chiamano i pantaloni indossati in India dagli ufficiali inglesi per giocare al polo? » Marianini — La pronuncia francese è Japur e quella inglese Jopur o Giapur. Bongiorno — Quinta domanda: « Secondo gl'inglesi, lo sposo nel giorno delle nozze dovrebbe portare all'occhiello un garofano. Sa dirci di cosa è simbolo il garofano? » Marianini — Il garofano, secondo la tradizione inglese, è simbolo di lealtà e anche di fedeltà e perciò talvolta gli elegantoni lo portano nei matrimoni eleganti, che sarebbe la prima classe dei matrimoni, secondo la dotta opinione del Detrepiere, che afferma che il matrimonio può essere di tre classi: elegante, solenne e, in terzo luogo, semplice. Nella prima si porta il tight, che in italiano ha nome velada; nella seconda classe il frac, nella terza lo smoking, sebbene io sconsigli sempre di portare lo smoking di giorno, perché è una cosa orribile, per me. Bongiorno — Passiamo alle altre domande? Raddoppia? Marianini — Certo, signore. Bomiiorno — Sesta domanda: «Nel 1926 fu creato un particolare tipo di smoking. Quali caratteristiche aveva? ». Ma?ia?iiui — Nel 1926 apparve effettivamente lp smoking a doppio petto, in francese smoking croisé, che forse ha origine appunto francese, sebbene gl'inglesi lo tollerino sol- tanto sullo yacht. Questa può essere una notizia preziosa per le persone che fanno vita mondana. La caratteristica è di avere due file di bottoni, o almeno due bottoni disposti come quello che ho io oggi. Bongiorno — Settima do manda: «Quale espediente usa- va Lord Brummel per dare al-le cravatte del suo frac l'aspetto della massima leggerezza?». Marianini (con spiritosa austeritàj — Lord Brummel, che mi precedette in questa mia melanconica professione (.applausi e risate), per annodare le cravatte del frac, acciocché esse avessero un apparenza di svagata e dolce rilassatezza, spegneva i doppieri del suo sontuoso maniero e quindi si faceva il nodo della cravatta. Bongiorno — La ricpcstcL c esatta. Ma perché annodava le cravatte al buio? Marianini — Perché al buio non ci metteva malizia; intende, signore? Bongiorno — Ultima domanda: « Ci sa dire come gli inglesi hanno chiamato il gibus t Marianini — Poiché di solito viene usato col frac ( lei sa com'è la legge: coda lunga cappello alto, cappello basso coda corta) e siccome si portava all'opera col frac, lo chiamavano opera hat; per i francesi gibus. Bongiorno — Benissimo. Cosa farà questa settimana duLsoladpvaprel'acaCqdsee 1lalefuMsaMarianini (quasi sentenziati- \ pdo) —: Mi darò alle mie occu pazioni quotidiane, senza pre occuparmi eccessivamente di queste cose che non sono cose di nobile cultura. Soprattutto perché, davvero, avrei una sottile vergogna se mi occupassi in modo serio di tali piccolezze. (Si inchina due volte ed esce accompagnato da cordialissimi applausi). Il gioco prosegue con l'esordio del tornitore meccanico napoletano Alfredo D'Ambrosio, grigio di capelli, simpatico e garbato personaggio che colpisce per la profonda sincerità'del suo amore per la storia del reame di Napoli, la materia in cui esordisce nel telequiz. La sua cultura, aperte le buste, risulta ineccepibile: otto domande, da Corradino di Svevia alla battaglia di Benevento ed Oltre, otto risposte senza tentennamenti. E infine un bell'applauso per il tornitore che conosce tanto bene le ombre di un grande passato. Luigi Rocca, il torinese amico delle farfalle e dei fiori, entra in scena poco dopo per la domanda da 640 mila lire. Quando mette piede in cabina, assistiamo a una novità: improvvisamente si smorzano le luci del palcoscenico e la tribunetta dei giornalisti ri|mane così al buio pesto. Giusta e meritata punizione, e cauteia, per i suggerimenti buoni o cattivi, che han preso le ali dai nostri banchi verso , i concorrenti negli impicci, 1 Ma chi, d'altra parte, anche tra gli specialisti, avrebbe po tuto dare risposta al severissi mo quiz posto al sig. Rocca? Bongiorno — Stia bene attento: La pieris erganae è una piccola cavolaia abbastanza diffusa nell'Italia centro-meridibnale e non altrettanto nel nord. Per la Lombardia il Periti cita una sola cattura, precisamente quella effettuata dal conte Turati. Ci sa dire la località dove avvenne tale cattura? Rocca — A Cogno? Bongiorno — No, a Primaluna, in Valsassina, presso Introbbio. Il signor Rocca, apparso questa sera molto più mogio che giovedì scorso, ha accolto senza scene la bocciatura, e si è inchinato c-l pubblico con un largo sorriso. Ma dietro le quinte lo si è udito esclamare: « E' una canagliata, una vera canagliata. Se ne accorgeranno!... >. Sua moglie, premurosamente, lo ha preso sottobraccio e lo ha portato subito lontano. Cosi è scomparso all'orizzonte questo gaio signore piemontese che in « Lascia o raddoppia > aveva forse sfarfallato un po' troppo la prima volta, ma urbanamente, con grazia, con divertita e appassionata erudizione, conquistandosi 349 lettere di elogio e una sola in cui — come ha rivelato lo stesso concorrente dinanzi alle telecamere — un anonimo sconosciuto lo invita a gettarsi nel Po. Vittima di una nuova sven tagliata di austerità è rimasta binpddnnvleptrramnmvtezpdpdl'ctetrngdlilitosCuptpfandpsgnduIIfns lanche la bella signora Anna Ricci Lojacono, dotta ria del cinematografo. in stoEntra- cbfPccmplaacumn lavoro davvero indimenticata -1 le di un certo Ferroni o Ter- ta in cabina (e noi giornalisti j lttatón^)11 J^en^à chiedere chi fu il regista di \f« Macario contro Zagomar »,! e. e a e é | roni, operante in Italia nel «1943. Anche la signora Lojaco no — che era a quota 640.000 — cade folgorata, poiché erroneamente risponde: «Mario Mattoli ». Tra le quinte, la fulva signora è giunta con gli occhi lucidi di pianto, le labbra scosse da un tremito di sdegno. Corrado Lojacono, suo marito, la consolava come meglio poteva, ma la signora fremeva: «Avrei dovuto Immaginarmelo, lo sapevo che questa volta me l'avrebbero fatta. In cinquanta anni di cinematografo, proprio quel film dovevano pescare per farmi cadere... ». La rassegna è terminata con l'apparizione del muratorecantastorie Egidio Cristini, da Civitavecchia. Egli si è conquistato dapprima un dono di due pupazzi di stoffa, rappresentanti Polifemo ed Achille; e poi il premio in palio dì 1.280.000 lire. Infatti ha svelato che ad accompagnare Telemaco a Sparta ed a Micene fu Minerva, sotto le vesti di Mentore, l'amico di Ulisse, passato al proverbio per la sua pedante attività di consigliere. Ma prima di rispondere, il bravo amico di Omero ci ha intrattenuti su una sagra di poesia celebratasi in un paese del Lazio. Egli era l'invitato di riguardo ed ha vinto il torneo con una sua composizione: «Suocera e nuora». Ha vinto 16 mila lire, ma subito le ha distribuite < agli amici poeti ». Nulla da meravigliarsi: tra i personaggi di « Lascia o raddoppia» siamo abituati ormai a vedere che i gesti di generosità sanno compierli solamente i poveri. La trasmissione è filata via veloce e senza inciampi, a parte le due cadute per folgora zione (Rocca e Lojacono), che I probabilmente erano in calen- dario. Nessun problema è stato I posto al notaio. La polemica idei giorni scorsi ha servito tra !l'altro a rendere pubblici i|compensi ai protagonisti del I telequiz: 100 mila lire per ognii trasmissione a Mike Bongìor- no, 25 mila lire a Edi Campa-1 gnoli, 15 mila al notaio, 7500 di diaria ai concorrenti (più li viaggio), e agli esperti 50.000!lire per il primo gruppo di òtto domande e 25 mila per ciascuna domanda < da cabina ». Gigi Ghirotti Egidio Crlstinij il muratore (li Santa Marinella, nuovo leader del gioco (Telefoto) TJn curioso atteggiamento di Gianluigi Marianini, durante il suo debutto al telequiz (Tel.) Anna Maria Lojacono non ha risposto al quesito (Telefoto)