Martino ripete la condanna di Nasser e nega l'esistenza di nna crisi atlantica

Martino ripete la condanna di Nasser e nega l'esistenza di nna crisi atlantica Martino ripete la condanna di Nasser e nega l'esistenza di nna crisi atlantica Il ministro degli Esteri ribadisce la posizione italiana: fedeltà senza riserve all'Occidente e difesa della pace li governo sostenuto dalla grande maggioranza della Camera - Nenni fa l'elogio delle posizioni "neutralistiche,, Roma, 3 ottobre. Il Ministro degli Esteri ha riassunto stasera alla Camera la discussione, che si era svolta per tutto il giorno sulle dichiarazioni da lui fatte ieri ai due rami del Parlamento riguardo alla vertenza di Suez. Si deve riconoscere che le due Camere hanno offerto una prova di efficienza, di serietà e di consapevole valutazione del grave evento. Martino ha compreso nella sua replica le risposte ai vari oratori — uno per ogni gruppo politico — ed ha fornito infine ulteriori chiarimenti sull'azion; che l'Italia si prefigge di svolgere per cercare una soluzione pacifica del problema. La politica del nostro governo poggia su quattro punti essenziali: 1) condanna dell'operato del presidente Nasser; 2) rivendicazione del diritto di esigere garanzie internazionali dall'Egitto per la libertà di transito nel Canale; 3) piena efficienza del Canale e moderatezza e stabilità delle tariffe di pedaggio; 4) esclusione dall'uso della forza e ricerca di una soluzione mediante negoziati. A coloro (per esemplo Nen ni) che avevano chiesto al go-verno il solenne impegno di opporsi ad ogni minaccia od atto di forza contro l'Egitto, il Ministro ha risposto che l'As- a a i . e i l a i o e i . o o i i a e a sociazione degli Utenti (SCUA),talla quale l'Italia ha aderito, i non ha i poteri di promuovere una guerra, e tanto meno se ! lo pone come obbiettivo. Lo! scopo dell'Associazione, secon-ldo le conclusioni della conferenza di Londra, è quello di articolare uno statuto che valga a tutelare i diritti degli utenti, sempre però con l'obbiettivo di una pacifica soluzione della vertenza. Comunque il nostro ministro degli Esteri ha tenuto ancora una volta a sottolineare che il gesto unilaterale compiuto da Nasser è un illecito giuridico, che solleva il problema della libertà di navigazione non soltanto per quanto riguarda il Mediterraneo, ma di tutte le vie d'acqua del mondo. Tuttavia, nel caso specifico, una so luzione tra le più idonee resta sempre quella di una collaborazione tra le autorità egiziane e gli utenti del Canale nei «lìmiti del lecito e del giusto». Alla affermazione dell'on. Bartesaghì, deputato del gruppo misto, già democristiano e ora palesemente orientato a sinistra, secondo il quale la crisi di Suez investe la più grande crisi della alleanza -] atlantica, l'on. Martino ha det- i d l - to. « On. Bartesagni, la disilludo. Una crisi della N.A.T.O. non esiste. Il fatto che io abbia invocato ieri una collabo-1 trazione politica più assidua e i modernamente strumentata nell'ambito dell'alleanza, non ! significa crisi ». ! pju oltre il Ministro ha relSpjnto fermamente anche le 1 accuse di incertezza rivolte alla nostra azione politica: «E fermo parere del governo che non si tratta di scegliere fra l'Egitto e l'Occidente. La no stra scelta è fatta da tempo. Né intendiamo furbescamente trarre dalla crisi di Suez vantaggi economici, ma soltanto ripristinare il diritto violato e conservare, nello stesso tempo, la pace ». La discussione che aveva preceduto la replica delll'on. Martino, aveva rispecchiato le posizioni politiche emerse ieri al Senato. Tra i rappresentanti della maggioranza governativa hanno preso la parole l'on. Bettiol (d.c), l'on. Bettinotti (p.s.d.U, sottosegretario alla Difesa, ed il liberale Malagodi. Bettiol, che è anche presidente della commissione degli Esteri della Camera, ha affermato che purtroppo il problema del Canale è diventato un altro punto di contrasto tra Oriente e Occidente. L'on. Bettinotti ha espresso soddisfazione per la politica del governo, ha riaffermato a nome del suo gruppo la fedel-tà all'alleanza occidentale, ed ha espresso l'augurio che una lismo » e il «c colonialismo » L'on. Nenni ha ravvisato « un elemento di debolezza della politica italiana por la questione di Suez»; ha inquadrato il gesto di Nasser in un clima di ri¬ , umiltà a questo acopo ». ! d. m regolamentazione della vertenza tenga anche conto dei diritti dell'Egitto sul Canale, e dell'impossibilità di riconoscere posizioni di mero privilegio. Malagodi ha espresso il parere che i Paesi nuovi afro-asiatici debbono contare sulla indispensabile collaborazione con l'Occidente, ma perché ciò si verifichi nell'interesse di tutti, è necessario che i popoli afroasiatici la meritino. Nei settori di sinistra, l'on Pajetta ha difeso 1 operato del- 1 Egitto e la lotta condotta dai popoli arabi contro 1 «. imperia-i aumento per la polit.ca ce- aialista dell Inghilterra e ha, lon ribadito la tesi, secondo cui <" oggi possibile, al di fuori dell'atlantismo in crisi, procedere ad una più vasta unione di popoli europei su basi neutraliste. Quella del repubblicano Pacciardi è stata una voce dagli tato il governo a bandire ogni governo a bandire ogn incertezza ed a schierarsi solidamente con gli Stati occidentali, onde non « dissipare un patrimonio di amicizia, frutto di statisti che lavorarono in