Hamrin dà spettacolo in Juventus-Spal: 2 a 0

Hamrin dà spettacolo in Juventus-Spal: 2 a 0 Veloei e pericolosi gii avversari dei hianeonèri Hamrin dà spettacolo in Juventus-Spal: 2 a 0 Buon esordio dello svedese Sandell nella squadra ferrarese - Donino non delude Hamrin è certamente l'uomo che ha sfacchinato meno di tutti durante l'intera partita, ma è anche quello che ha concluso di più. Durante il primo tempo lo si è visto poco. Il giuoco affannoso della Juventus spesso lo dimenticava, ma quando il tempo stava per chiudersi è balzato fuori ed ha eclissato tutti.' L'episodio è avvenuta nel minutò di 'ricupero per la commemorazione di uombi. Montico ha allungato sulla destra un pallone pervenutogli da Donino. Un passaggio qualunque che semplicemente trasferiva l'azione da un lato all'altro del camma. Fulmineamente avveniva un doppio -scambio in corsa fra Hamrin e Colombo; al tersto, Hamrin si era incuneato fra i difensori in area e ficcato fra due avversari riceveva la palla da Colombo ad una domina di metri dalla portai Lèstissimo colpiva di sinistro e mandava in rete rasoterra. La bellezza della azione è stata tutta nella perfezione dette sue battute essenziali: nell'intelligenza, di Hamrin che è entrato in scena al momento giusto, nell'intuizione di Colombo che mai ha toccato la palla con tanta morbidezza e dosatura, nella lestezza dello svedese nella fase finale, tanto che fra l'ultimo passaggio e il tiro, il tempo si misura a quinti ili secondo. Per tutta la prima parte dell'incontro la Juventus aveva dovuto- prevalentemente subire il gioco degli avversari. La Spai e una'squadra che corre. La sita forza sta prevalentemente nella ricchezza di ritmo, ohe non vuole ancora dire ricchezza di gioco. La manovra è assai sbrigativa, la mobilita dei giocatori fa si che quasi non vi ' siano spazi vuoti, le sequenze dei movimenti sono rapidissime, ma a questa cadenza forzatamente non si accompagna un gioco di tale consistenza tecnica da valorizzarla. Manca il tempo di pensarci sui quello che si fa non è calcolato ma è istintivo, la manovra fra una ridda di scatti e di passaggi finisce col diventare casuale, cioè non determinata da un disegno tattico concreto, i ferraresi hanno sbagliato quasi tutti i tiri e quelli .che apparivano centrati nello specchio della porta non erano di tale qualità da mettere in difficoltà Viola, cosicché il ricordo più, consìstente Che resta del gioco degli ospiti è di una intensa ma disordinata operosità costruttiva, un poco farraginosa negli sviluppi e mai assestata per la conclusione. Il primo, tempo si riassume quindi cosi: mezz'ora di predominio ferrarese, solo a tratti interrotto da scorrerie offensive juventine, e un quarto d'ora di gioco alterno concluso dal gol di Hamrin che è stato di gran lunga, per la preparazione e la conclusione, la cosa più bella della partita. La Juventus si è trovata ad affrontare un avversario che sembrava sgusciargli intorno, inafferrabile. Visibilmente essa appariva tn difficoltà, quel ritmo tambureggiante la infastidiva, l'avversario le era talvolta come appiccicato addosso, era dif flcfle districarsi da quella rete e cercare di piazzare in quel groviglio di uomini, sempre in volata, qualche passag¬ gio buono. Il gol è venuto, proprio nel momento meno atteso, a togliere la Juventus da una situazione, diciamo pure, imbarazzante, dopo tre quarti d'ora da essa trascorsi, senza una vera iniziativa propria e .con un orizzonte di gioco ben 'scarso di promesse. L'attenzione era particolarmente rivolta su tre uomini: Hamrin, di cui abbiamo via detto: Donino e Sandell. Donino, tenuti presenti i limiti delle sue forze, è piaciuto al pubblico che non ha perso le occasioni di applaudirlo. Gioca con soggezione e si capisce che potrebbe fare assai di più se si trovasse in un ambiente di squadra in cui la sua personalità potesse dispiegarsi senza timore di sbagliare. » & proprio il timore di sbagliare che gli limita l'inizia Uva, che gii fa cercare U compagno più vicino per liberarsi ■ della palla, che lo fa perfino eccedere- nei passaggi indietro. Nel primo tempo sembrò non conoscesse altri che Montico. Ma è un giova ne che ha un fondo solido di preparazione, il controllo del la palla non costituisce per lui una difficoltà, e in quan¬ totinvcsgdi tnnSn—Faqnfe to a idee s'è visto nel secon ,. do tempo — quando è pas-\ssato nel palcoscenico rivolto, ai popolari, giudici pia generosi — che ne può offrire anche ai compagni. Peccato che II ritorno di Conti gli tronchi il tirocinio. Ma for bgvare nella scuola di Locatel-\pli gli farà in ogni modo bene. QIn quanto a Sandell la dif-[ficoltà di adattarsi al ritmo dèi 'compagni era evidente. Nella sua patria un centravanti è un centravanti; da noi invece può essere di tut- cmmp to, meno che un centravanti. Vedasi, ad esempio, Antoniotti. Come tiratore, lo si è visto poco, come elemento di coordinamento non può essere nemmeno abbozzato un giudizio perché in una squadra che gioca come la Spai i compiti non sono nettamente definiti e la parola d'ordine è sgobbare. Il gioco da noi respira un'altr'aria e Sandell che ha la preparatilo ne seria di tutti gli svedesi — dei suoi connazionali nes- atino ha deluso in Italia — quando avrà imparato a conoscerlo si farà sentire e influirà probabilmente anche . sul jgioco del suo reparto, burnente meno vigorosa. Il gioco si barcamenò incolore \per circa un quarto d'ora, Quell'andatura moderata non [dispiaceva alla Juventus, ma Nel secondo tempo altro'clima. La Spai non aveva an-ima%a8sùf%Maaeratensi- ma la sua spinta era sensi-1tuttavia il suo attacco non incideva. L'interesse della partita diminuì. Hamrin restava per lunghi periodi pressoché inoperoso .e-trotto.- (brellava per conto suo lungo la linea del fallo, come fanno i puledri quando sono ai no- t^M^^W^& ncontro la difesa bianconera. In una il queste, al 86' un atiro di Sandell in mischia era casualmente deviato in angolo da un difensore. Casuale il corner ma poteva essere casuale anche il gol. Vn minuto dopo si svegliò Hamrin. Bastava invitarlo al gioco e si era certi di trovarlo sempre pronto. Un suo centro lungo • offriva ad Antonlotti una palla preziosa ma diffìcile. Fallita l'occasione maturava quella buona. Al 30' Colombo lanciava Hamrin, piazzato nella posizione di mezzo destro. I ferraresi alzavano le mani per reclamare ti fuori giuoco, ma il segnalinee sulla linea del fallo, a cinque o sei metri dal giocatore, seguiva l'azione tenendo invece bassa la bandierina. Il fuòri gioco può diventare talvolta materia opinabile, ma secondo noi aveva ragione il segnalinee: di fuori gioco nemmeno l'idea. Oli avversari ebbero un tempo d'arresto, Hamrin filò, scartò il portiere uscitogli incontro, allargò verso destra e quasi dal fondo centrò forte rasoterra: giungeva al gran gai Stivanelìo e la palla Zi- strvvCvgrgdqdcovpdlataCgaPk1A- , .'terra; Mungeva ai gran ga- itoppo itivanello e la palla fi-fi niv,? ne"° r6tt>k „w« 1 ,j reat0 pa9ao senza rilievo.' Un tiro di Bandell ancora de-'viato in corner. Bandell lo si;vedeva ora al centro, ora al-i Ta. tonava W$&ti% ' si alla vertigine di spostamen ti dei compagni. Ma era trop po tardi. Ettore Berrà n a i Himonopachravisso dimtembatunecoModegliqutrat La splendida azione con eoi l'ala destra Hamrin ha segnato il primi} goal della Juventus alla. Spai (Foto Molalo).

Luoghi citati: Antonlotti, Italia