Mezzo secolo di esplorazioni per la conquista delle vette fueghine
Mezzo secolo di esplorazioni per la conquista delle vette fueghine UNA CONFERENZA 01 ERE DE AGOSTINI Mezzo secolo di esplorazioni per la conquista delle vette fueghine Come le guide italiane Mauri, Maffei, Correi, Pelissier e Barmasse hanno raggiunto le cime del Sarmiento e del monte Italia - L'impresa ha chiesto lunghi mesi di preparazione Biella, lunedi sera. Nella loggetta della chiesetta di S. Barnaba, che sorge isolata sulla collina sovrastante Follone (a un quarto d'ora di cammino dalla villa in cui ogni anno Benedetto Croce veniva a trascorrere un breve periodo di vacanza) l'esploratore pollone-se padre Alberto De Agostini ieri mattina ha letto ai suoi concittadini una breve relazione sulla sua recente spedizione nella Terra del Fuoco, conclusasi con la conquista delle vette de! monti Sarmiento e Italia. Foco prima il sacerdote, famoso appunto per le sue spedizioni scientifiche e alpinistiche, organizzate e dirette per conoscere quelle lontanissime terre ancora inesplorate, aveva ricevuto dalle mani del sindaco, rag. Giuseppe Ramella, la medaglia d'oro decretata dal pollonesi in riconoscimento dell'impresa più fugida, la scalata al Sarmiento. < Quando nel gennaio del 1910 — ha esordito padre De Agostini — partivo per la Terra del Fuoco, non mi sarei di certo immaginato ohe quella remota regione sarebbe stata per un cosi lungo periodo di anni la meta prediletta dei miei studi e delle mie esplorazioni ». Tre anni dopo egli effettuava 1 primi tentativi di scalata alle due massime vette, ma doveva trascorrere quasi mezzo secolo prima che potesse giungere all'impegnativo traguardo. L'impresa definitiva venne preparata nella primavera scorsa e trovò subito l'appoggio del Consiglio nazionale delle ricerche e del governo cileno. Dopo mesi di preparazione padre De Agostini lasciava l'Italia, all'inizio di gennaio di quest'anno, con tre scienziati, cinque guide alpine e un operatore cinematografico. La marcia di Avvicinamento fu tutt'altro che facile e per due mesi i membri della spedizione dovettero rimanere ai piedi del Sarmiento, sotto l'infuriare del maltempo: pioggia e neve quasi senza interruzione. « Tuttavia le guide — ha pro¬ seguito l'esploratore — riuscirono ad esplorare tutto 11 versante nord-orientale della montagna, lungo il quale avevano tracciato la via di scalata. Ma una notte dovettero abbandonare le' tende nell'imminente pericolo di essere travolti e seppelliti dalla neve. Due tende c Ardita » rimasero seppellite sotto una coltre di neve di due metri e non poterono essere recuperate che due settimane dopo, allorché le cinque guide rimasero sperdute per quattro giorni fra la nebbia e nel turbinio della neve, con il pericolo di essere travolte dalle valanghe di ghiaccio. Il giorno 7 marzo le guide Carlo Mauri e Clemente Maffei, In uno slancio di entusiasmo e di ardire, conquistarono la vetta del Sarmiento, e tre giorno dopo il 10 dello stesso mese, le guide Carrel, Pellissler e Barmasse raggiungevano la vetta del Monte Italia, altro gigante di ghiaccio della Cordigliera fueghina ». Padre De Agostini ha poi narrato alcuni episodi, dicen¬ do, tra l'altro, che la statuetta della Madonna Ausiliatrice, avuta in consegna dalla Casa Madre del Salesiani di Torino (Ordine al quale egli appartiene) perché la portasse sulla vetta del Sarmiento, è stata collocata dalle guide a un centinaio di metri dal culmine in una grotta di ghiaccio che pareva fatta apposta. La Vergine Bruna di Oropa e la Madonnina di Milano sono state collocate sul Monte Italia.
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