L'on. Martino non interviene ai lavori del Consiglio dei ministri di Enzo Forcella

L'on. Martino non interviene ai lavori del Consiglio dei ministri Giornata di nervosismo nell'attività politica romana L'on. Martino non interviene ai lavori del Consiglio dei ministri Si ero recato a Messine per motivi personali - L'assenze suscita perplessità e sorpresa - La discussione di politica estera rinviata a lunedì - Profondo lavorìo nei partiti sui due problemi fondamentali: crisi di Suez e unificazione socialista i Boni a, 28 settembre. E' accaduto stamane un fatto abbastanza singolare. Dove' va riunirsi il Consiglio dei ministri per ascoltare la relazione del ministro degli Esteri sugli ultimi sviluppi della crisi egiziana e concordare le linee delle dichiarazioni in proposito, che il governo farà ai primi di ottobre iti Parlamento He ne doveva già parlare Poltro (eri, ma poi l'indisposizione di Segni aveva costretto t ministri a dedicare la loro attenzione soltanto a questioni di politica interna. Stamane il presidente era di nuovo in buone condizioni di salute e non vi era quindi motivo di rinviare ulteriormente Pesarne dei problemi, che sono in questo momento al centro dell'attenzione mondiale. Quando si stava per iniziare la seduta ot si è tuttavia accorti che Martina non era presente. Qualche ministro ha chiesto chiarimenti, Segni ha mormorato qualche giustificazione di circostanza. In breve, il ministro degli Ssteri aveva lasciato improvvisamente Roma ieri sera per recarsi a Messina dove, come si sa, ha la sua residenza privala. In Consiglio lo stupore destato dalla singolare assenza è stato rapidamente superato o almeno così ci è stato riferito — e sì è passati subito all'esame degli altri argomenti all'ordine del giorno. Ma fuori Consiglio, tra i giornalisti e tra gli stessi uomini politici, il fatto, come si comprende, ha provocato rumore, Si è cominciato col tentare di sapere qualcosa di preciso e ufficiale sui motivi dell'improvvisa partenza, ma si è riusciti soltanto a fare una piccola col¬ lcpldiptpoqmqcapzsenzpMcpesglcnpecdngniciiiiiiitiii:niiiiM;iiiiiiiiniiii<iiii[iMi[iiiiim iii lezione di risposte evasive e contraddittorie. Qualcuno ha detto che la partenza era del tutto normale poiché non vi era nessuna discussione di politica estera in programma (ma in realtà per una-settimana si è lasciato che i giornali annunciassero prima per l'altro ieri, poi per oggi, il dibattito in questione); qualche altro ha giustificato il ministro facendo notare che quest'anno non ha potuto concedersi riposi, qualche altro ancora ha addotto impegni improrogabili presi in precedenza a Messina. In realtà, erano tutte risposte ohe tradivano imbarazzo, e soltanto in serata si è fornita, sempre per vie confidenziali, una spiegazione che appare più vicina alla verità. Martino, sf è detto, ha giudicato ancora prematura la ripresa- dell'esame della politica estera in Consiglio dei ministri-e, dopo aver avvertito Segni, ha ritenuto di potersi allontanare senza danno dalla capitale. E' stata fissata una nuova riunione del Gabinetto per lunedi e l'argomento potrà essere affrontato in questa occasione. E' senza dubbio una parte della verità, ma probabilmente non è tutta. Rimangono infatti da chiarire i motivi per i guali-si è giudicata inopportuna e prematura la discussione in un momento tn cui, giudi cando dal di fuori, sembrereb be invece assai opportuna una messa a punto definitiva sul l'orientamento della nostra politica estera, con tutto quel che è avvenuto e sta avvenendo. Non è il caso di raccogliere tutte le voci, alcune assai pungenti, che sono corse oggi in proposito. Basti dire, a titolo di esempio, che secondo guai- iii]iiitiiìiMii:in[iMiiiiiiiiiiiiiitii:iii;i(iMi[ii;ii[] a a a somqcoPptozidngstrotossfistodfiqltdouno Martino si sarebbe allontanato da Roma per protestar re silenziosamente contro Segni, ohe non si voleva impegnare ad includere nel comunicato, che avrebbe concluso la discussione di politica estera, una frase di plauso per la azione diplomatica svolta dal ministro nelle ultime settimane. Sono, con ogni probabilità, esagerazioni. Ciò che invece sembra difficilmente contestabile è quella spinta ad un « ripensamento »' delia linea di condotta assunta nell'affare egiziano, di cui ieri parlavamo. Qualcuno è favorevole a correggere la rotta, qualche altro vorrebbe continuare sulla strada imboccata, ed ii risultato dt tutte queste pressioni e contro-pressioni è una situazione ohe, rendendo necessariamente contraddittoria l'azione della nostra diplomazia, non può non turbare profondamente chi ne ha la diretta responsabilità. Se questo è vero nelle linee generali, rimane pur sempre da capire l'esatto spiegamento delle forze: cioè, quali sono gli uomini ed t gruppi, dentro e fuori il governo, che si stan no battendo per riportare le posizioni italiane pia vicino a quelle franco-inglesi, più con seguenti Olla condanna della condotta nasseriana. Apparentemente, lo abbiamo già detto, solo i repubblicani ed t radicali hanno apertamtnte criticato gli atteggiamenti della nostra diplomazia. Ma, di fatto, il movimento dev'essere ^assai più, vasto. Baragat ed i.socialdemocratici si starebbero muovendo cautamente in Questo senso. Anche i liberali vorrebbero ohe Martino non si lasciasse impaniare troppo n'el cosiddetto '« neutralismo cattolico».,Varitelo otEsteri chs^a^ino citato ieri indica che anche a Palazzo Chigi le opinioni sono divise e la campagna ohe sta conducendo il Messaggero, solitamente molto prudente ed ufficioso, lascia capire ohe qualcosa sta succedendo anche nei circoli democristiani governativi. Senea drammatizzare l'episodio odierno, si potrà dire quindi che la battuta d'arresto ohe la partenza di Martino ha imposto al Consiglio dei ministri servirà a far decantare meglio il succo delle polemiche ed a portare a maturazione il « ripensamento ». Il termine di questa maturazione ò fissato dagli imminenti dibattiti parlamentari: va aggiunto tuttavia che, nell'evidente timore che il tempo a disposizione non sia sufficiente, alcuni gruppi tendevano stasera a rinviarlo, proponendo — attraverso l'agenzia Italia — che la discussione parlamentare sia «interlocutoria» e si concluda senso mozioni o ordini del giorno. Altri elementi, su diversi settori, hanno contribuito a dare carattere di nervosismo alla giornata. L'Osservatore Romano, intervenendo ancora una volta nella polemica in corso sui rapporti tra cattolici e socialisti, ha usato termini che hanno lasciato pensare che intendesse condannare non OpgqsfndbrLpbp<gmbstllllllllll1tlllllltllllllllltllII«ll(lIlllllllllIllllllllllllll solo la collaborazione dei democristiani con il P.SJ., ma quella col socialismo tout court, e Quindi anche con il P.8.D.I. Andreotti, illustrando la sua posizione congressuale, ha dato apprezzamenti aspri dell'azione socialdemocratica e ha detto francamente che la d.o. non dovrebbe d'ora in poi. legarsi a formule di alleanza stabili, < che del resto gli altri contraenti dimostrano di onorare solo e fino a tanto che tornerà loro comodo ». Pella si sta muovendo nello stesso senso, Nonni sta incontrando difficoltà per portare il partito sulle sue posizioni < unificatrici*. Si può concordare con una osservazione dello stesso Andreotti: <Per guanto sia difficile trovare momenti tranquilli nella vita pubblica italiana, l'attuale periodo è certamente uno dei pia delicati del dopoguerra». Enzo Forcella n M UIMIM1111MI ! 11M11 MI 1M M11 i 1111 [ M M111M M1111,

Persone citate: Andreotti, Pella

Luoghi citati: Italia, Messina, Roma