Fotografato an virus che provocherebbe il cancro
Fotografato an virus che provocherebbe il cancro Fotografato an virus che provocherebbe il cancro Lo ha scoperto un medico francese - Impressionanti proiezioni sullo schermo al Congresso di Amburgo (Dai nostro corrispondente) Bonn, 27 settembre. Tremila scienziati, riuniti ad Amburgo per un congresso internazionale di medicina, hanno visto per la prima volta proiettata su uno schermo la fotografia di un virus che a parere di un medico francese sarebbe l'« agente » del cancro degli animali. Illustrando la proiezione ai suoi colleghi, il medico francese, prof. Bernard, cui si deve la scoperta, ha detto che questo virus, trovato nel latte di topo, deve considerarsi l'agente dei tumori alle mammelle dello stesso animale: lo sviluppo di questa malattia, osservata nel topo, presenta grande affinità con 1 tumori che si sviluppano negli organi della donna. Nella sua relazione il prof. Bernard ha spiegato che la presenza del virus era stata notata in cinque tipi di tumori: ciò tuttavia non autorizza ancora a credere che anche il cancro dell'uomo sia prodotto da questo agente finora sconosciuto. Il virus fotografato dallo scienziato francese con un potente microscopio elettronico è apparso ai congressisti come una piccola sfera che è la tremllioneslma parte di un millimetro. In apparenza i virus sono tutti uguali; osservandone però la « struttura interna » si notano fra di loro delle differenze. Si sa ancora che questi microrganismi si sviluppano molto lentamente e che cominciano a essere pericolosi soltanto quando hanno raggiunto una determinata fase. La novità della scoperta sta nel fatto che, sino a questo momento, non era stato mai possibile « vedere » il virus del cancro animale, di cui però sembra fosse nota l'esistenza. Già nel giugno scorso il prof. Wendell M. Stanley, parlando a un congresso medico svoltosi a Detroit, disse che la maggior parte dei tumori dovevano essere Imputati appunto a dei virus. La scoperta del prof. Bernard — forse una prima parziale conferma a queste teorie — potrebbe dare, quindi, nuovo Impulso alle ricerche condotte secondo certi orientamenti. Uno dei giornali tedeschi che riporta oggi la notizia ricorda che lo scorso secolo non tutti 1 medici credevano all'esistenza del bacillo della tubercolosi 1X1. C.
Persone citate: Wendell M. Stanley
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