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L'ex-gerarca in divisa è portato a Collegno L'ex-gerarca in divisa è portato a Collegno Violente scene ai figli che non lo salutavano romanamente Un'autoambulanza della Croce Verde^ha trasportato ieri sera all'ospedale psichiatrico di .Collegno un venditore ambulante, — Pasquale Vatullo, di 55 anni — che e diventato pazzo per colpa del fascismo. Il poveretto abitava con la moglie Caterina Broccolo e i due figli Benito ed Edda, rispettivamente di 25 e 19 amiti in una casa popolare di via Biglierl. A Malora, suo paese d'origine, pare avesse ricoperto qualche pie-. cola carica prima di trasferirsi a Torino, subito dopo la guerra. Che fosse un « tifoso » del duce, lo dimostrano i nomi di battesimo imposti ai due figli. Negli ultimi dieci anni non aveva più manifestato apertamente le sue « nostalgie » in pubblico, ma in famiglia aveva reso la vita impossibile alla moglie e ai figli. .Pretendeva .che ogni giorno, quando rientrava da) lavóro, che lo salutassero romanamente, trattandolo con. quella deferenza che anche 1 familiari dovevano ad un gerarca. E quando aveva l'impressione che i figli prendessero la cosa alla leggera, batteva 1 pugni e gridava: « Il regime per fortuna non è morto e io sono tuttora in carica». Manie che 1 familiari sopportavano per amor di pace, con la speranza che prima o poi il Vatullo tornasse alla realtà. Purtroppo, l'idea fissa gli logorò a poco a poco il cervello. Ieri pomeriggio l'uomo ordinò alla moglie di portargli la divisa di orbace e gli stivali, perché doveva andare a rapporto dal segretàrio dei partito. La donna finse di'non sentire, tentò di distrarlo parlandogli della situazione di Suez ed invitandolo ad una scrupolosa lettura del giornali. Il Vltullo cominciò a sbraitare, minacciando di far intervenire la milizia. La signora si rese conto che il marito era uscito definitivamente di senno, e allarmata telefonò a) Commissariato della barriera di Nizza. Il commissario mandò un medico municipale .a visitare il Vatullo, che venne trovato in preda a squilibrio mentale. iimiiii 1111 ■ i M i ! i il ti ■ r i in 1111 li il il