Gozzano illustrato

Gozzano illustrato Gozzano illustrato 'Incontro tra la poesia e la pittura, per ricordare il quarantennio della morte del gentile poeta piemontese Parecchi anni fa una società torinese di bibliofili, desirando pubblicare in edizione preziosa «L'amica di nonna Speranza» indisse un concorso fra gli artisti italiani per alcune illustrazioni. Il concorso falli; nessuno aveva saputo interpretare figurativamente quella semplice e grande poesìa. Ciò valga a sottolineare la difficoltà d'illustrare Gozzano, ed il coraggio con cui fu promosso dall'Ente per II Turismo di Torino « l'incontro tra la poesia e la pittura » per ricordare il quarantennio della morte del gentile poeta piemontese: un incontro che si svolse ad Agliè fra una quindicina di noti pittori torinesi ed i luoghi cari al cantore della « Signorina Felicita », ed ha condotto adesso all'esposizione di oltre trenta disegni, acquarelli e guazzi allestita nella galleria della «Gazzetta del Popolo», ed alla pubblicazione di un grazioso libretto presentato da Valdo Fusi, presidente dell'Ente, da Alberto De Marchi, che con Carlo Calcaterra curò l'ultima edizione gozzaniana, e delicatamente composto, con commenti appropriati alle im¬ magini, da Ernesto Caballo Un'antica iniziativa di Giovanni Bussa, predecessore del Fusi, ha cosi avuto attuazione. Si comincia con Bertinaria, Campagnoli, Casorati, Cremona, si continua con Deabate, Garlazzo, Garino, Maggi, Mencio, si termina con Paulucci, Quaglino, Rosso, Sartorio, Terzolo, Valinotti, Vellan. Bei nomi, artisti valenti, molto Impegno, molto affetto, finezze sentimentali; opere per vari lati quasi tutte notevoli, comedisegni, come pitture. Gozzano illustrato? Questa 'poesia cosi profondamente radicata nell'animo della generazione oggi fra 1 quaranta e 1 sessanta trasferita In immagini altrettanto eloquenti, toccanti, patetiche? Ciò è dubbio, molto dubbio. Veri e propri errori d'Inter pretazione, il non visto, 11 non capito, si potrebbero partitamente citare. Dov'è la < stampa antica bavarese » nell'arco di cielo « da Palazzo Madama al Valentino»? dove la Torino « un po' vecchiotta, provinciale, fresca t— tuttavia d'un tal garbo parigino»? dove 11 soìaio dalla bellezza riposata in cui «li rifiuto secolare dor me»? dove 11 salotto con «le buone cose di pessimo gusto » dove il cancello — nella fantasia del bimbo invalicabile, inviolabile come la porta d'un mistero — dietro il quale sta, es sa stessa mistero, la cocotte, la «cattiva signorina»? Non si trattava d'illustrare l'episodio, il ricordo, la fantasia, o — come preferisce dire Il Caballo — le «geografie sognate » di Gozzano. SI trattava di dare 11 < senso », l'atmosfera il pathos (torse l'ethos) della mmict| lirica gozzaniana, il suo ambiente poetico trasfigurato dal ricordo, o dal desiderio, o dal rimpianto per le cose che potevano essere e non sono state. Nulla, o poco, di tutto ciò nella mostra; e poco o nulla del < paesaggio », della < temperie » di un Canavese tanto sottilmente Idealizzato. Un paesaggio, una temperie che non si «sentono», appunto perché sono soltanto, ed esteriormente, descritti. Un esemplo: nei « Tristi amori » di Giacosa (al¬ tro poeta che adesso si commemora) ' l'ambiente è la provincia d'Ivrea. Nel dramma nulla si dice, si specifica d'Ivrea. Eppure chi vi è stato una volta sola nella vita, vi si riconosce. Questo è il senso di un « luogo poetico ». Tutto ciò si spiega agevolmente. L'artista moderno è un individualista che non pensa che a sé, al suo mondo privato. La partecipazione umana, l'universalità dei fatti, dei sentimenti, non lo interessano più. Anche per Gozzano, si sostituisce a Gozzano. E' lui, non l'altro. Se è poeta, farà poesia, ma sua, non «quella» poesia che è stato chiamato, interpretandola, ad illustrare. Un tempo, goethianamente, si poteva dire poesia e verità. Oggi ai deve dire o verità o poesia. mar. ber.

Luoghi citati: Agliè, Gozzano, Ivrea, Torino