Dulles giunge oggi in volo a Londra mentre l'Egitto ricorre alle Nailoni Unite di Gino Tomajuoli

Dulles giunge oggi in volo a Londra mentre l'Egitto ricorre alle Nailoni UniteLa "battaglia del Canale» si sviluppa sul piano economico e diplomatico Dulles giunge oggi in volo a Londra mentre l'Egitto ricorre alle Nailoni Unite / ministri degli Esteri americano, inglese e francese preparano la conferenza dei "Diciotto,, - Tatti i Paesi invitati hanno accettato di partecipare ai lavori, ma avanzano numerose riserve suiia realizzazione del "piano Eden,, per difficoltà politiche e finanziarie - Inglesi e americani hanno opinioni contrastanti sul primo convoglio dell'«Associazione » che dovrà presentarsi a Suez (Dai nostro corrispondente) Washington, 17 settembre. Dulles è partito per Londra facendo sfoggio di grande ottimismo ma ignorando, in realtà, se potrà essere adottato, e con quali modificazioni e attenuazioni, il «piano Eden» per formare quell'Associazione degli utenti, la cui principale funzione è di obbligare Nasser a fornire agli Occidentali il pretesto giuridico per. far legalizzare dall'O.N.U. il blocco e forse il boicottaggio del Canale. Le dichiarazioni fatte dal Segretario di Stato al momento della partenza sono, infatti, eccezionalmente ottimistiche. Egli ha detto, dopo aver conferito per tre quarti d'ora sul problema di Suez con il Presidente Eisenhower, che gli S. U. sperano ancora di persuadere l'Egitto a partecipare a « qualche piano conveniente agli Occidentali per il regolamento del traffico nel Canale di Suez ». Dulles sottolineò deliberatamente il « qualche », confermando così che a Londra la discussione non sarà rigidamente impostata sul progetto anglo-franco-americano ma che se qualcuno avrà qualcosa di meglio da proporre, gli americani sono disposti a prenderla in esame. Il ministro ha ripetutamente cercato, soprattutto,, di rassicurare Nasser. «Noi non stiamo affatto cercando di organizzare il boicottaggio del Canale — ha detto — ma d'altra parte ci troviamo nella necessità di spingere innanzi i nostri piani a .tolo di prudente precauzione ». Però (ha soggiunto Dulles) « noi non siamo disposti ad accettare per nostro conto, né tentiamo di convincere altre nazioni ad accettare un regime di operazioni, che non riconosca Completamente agli utenti i diritti concessi loro dalla Convenzione del 1888». «Lo scopo della politica americana in questa crisi — ha ripetuto Dulles — è di assicurarsi che il Canale sia messo in condizione di adempiere alla sua fun zione internazionale. Noi non possiamo nasconderci che le condizioni di transito possono divenire tali, che il passaggio attraverso il Canale possa divenire impraticabile o molto ridotto; pertanto si devono sempre trovare i modi per assicurare il giungere dei rifor nimenti vitali, come il pe trolio, nell'Europa occidentale ». Almeno ufficialmente, gli Stati Uniti manifestano grande soddisfazione perché tutti i Paesi invitati alla seconda conferenza di Londra hanno già accettato di parteciparvi. E si spera, non si sa su quali basi, che pure l'India partecipi attivamente ai lavori. La speranza ha in gran parte origine dallo scambio di messaggi personali e segreti, avvenuto fra Eisenhower e Nehru, di cui il portavoce della Casa Bianca ha confermato l'esistenza, ma sui quali ha rifiutato ogni indiscrezione. Ma anche se rincuorati dall'adesione generale alla conferenza, i dirigenti ame ricani non si nascondono che una cosa è voler discutere il «piano Eden», ed un'altra sottoscriverlo. Sebbene non se ne possa avere conferma, è opinione diffusa che molti dei governi ami ci, accettando l'invito, abbiano esplicitamente riservato ogni decisione sul piano per il pool degli utenti Le obiezioni più diffuse sono di natura politica ed economica: le prime nascono dal dubbio che sia stato molto abile aver cosi crudamente fatto conoscere al l'Egitto gli scopi che l'Oc cidente si propone di assi curarsi con l'« Associazio ne» degli utenti, scontando hi anticipo il rifiuto egiziano a permettere il passaggio. Le obiezioni economiche sono più complesse: gran parte delle nazioni occidentali dovranno sobbarcarsi a spese assai ingenti in conseguenza dell'azione intra¬ pgSsrrppevsamcclCrnvappecgpdddhh presa dalle due potenze anglosassoni, e sebbene gli S. U. dicano di esser disposti a finanziare in parte i rifornimenti di petrolio americano e venezuelano, si vuol prima sapere in quale proporzione, con quali modalità ed in base a quali criteri verrà fissato questo aiuto. Dulles ha mostrato di esser stato colpito da questi argomenti, perché al momento della partenza ha dichiarato che i piani americani, in caso di impossibilità di traffico attraverso il Canale in conseguenza del rifiuto dell'Egitto, prevedono l'organizzazione dei movimenti marittimi attorno al Capo ed il finanziamento, per mezzo della Import Export Bank, degli acquisti europei di petrolio sul mercato del dollaro ; però ha aggiunto di non avere « la più pallida idea » sulla misura dell'aiuto americano. Si era parlato stamane di cinquecento milioni di dollari, ma è una cifra — ha detto Dulles — ch'egli ha conosciuta dai giornali: « Nessun impegno è stato, preso, o chiesto, riguardo a questa cifra*. I collaboratori del ministro fanno d'altra parte rilevare che questo problema non sarà risolto, ma solo impostato genericamente a Londra, perché lo scopo della conferenza è prima di tutto quello di determinare in quale forma si può adottare e far funzionare il piano per il pool degli utenti, poi di scegliere un comitato ristretto che lo diriga, ed infine di decidere quando ed in che modo mettere il piano alla prova. Si sa che inglesi ed americani hanno vedute diverse su quando e come il primo convoglio alleato dovrebbe presentarsi al Ca¬ nale: gli americani vorrebbero rinviare la prova ad almeno una settimana dopo la conclusione della conferenza di Londra, per dare a Nasser il tempo di pensarci su e di non prendere decisioni azzardate; gl'inglesi sarebbero propensi a non perdere nemmeno un giorno, temendo che l'Egitto ostruisca deliberatamente il Canale mediante un « incidente » o un arenamento accuratamente inscenati, sottraendosi così alla responsabilità di rifiutare il passaggio. Ma fra i due governi alleati si sarebbe manifestata oggi una diversità di opinioni ancora maggiore: mentre gli inglesi sarebbero sempre decisi a chiedere che il convoglio alleato sia pilotato dai vecchi piloti, che si limiterebbero a chiedere alle autorità egiziane il puro e semplice permesso di passaggio, Dulles inclinerebbe ora a eliminare dal suo piano ogni elemento che possa essei' considerato « provocatorio » da Nasser, e sarebbe propenso a chiedere alle autorità egiziane, con il permesso di passaggio, anche la concessione di uno dei nuovi pi" loti, pur dichiarando di non accettare su una delle loro navi un pilota sovietico o jugoslavo. Gino Tomajuoli & Foster Dulles prima della partenza per l'Europa (Radio-f.)