Molti cacciatori con poche speranze
Molti cacciatori con poche speranze Oggi apertura generale della stagione venatoria Molti cacciatori con poche speranze Questa sera si tireranno lè somme dell'esito della prima giornata dell'apertura generale della caccia. La maggior parte dei cacciatori non si fa soverchie illusioni ed è già partita convinta di modesti o modestissimi carnieri, ragione per cui sarà di facile accon tentatura. La grande quantità dei seguaci di Diana è ormai motorizzata; chi non ha l'auto dispone per lo meno di una moto; facilità quindi di raggi un gere luoghi di caccia assai lontani e di trasportarsi da un luogo all'altro in cerca di qualche bersaglio. Non molto numerosi l torinesi che si sono avviati alla montagna, perché una buona parte è coperta da cacce controllate, nel cui territorio, an che se teoricamente tutti pos sono essere ammessi a cacciare, all'atto pratico non è proprio cosi. Un numero assai elevato di essi ha preso la via di Vercelli dove è fama che in certe località la selvaggina sia mol to abbondante; a Gattlnara fin da ieri era segnalato l'arrivo di molti foresti tra cui era facile notare la presenza di comitive liguri. VI è infatti una grande tendenza per le campagne vercellesi dove praticamente non si era avuto la prima apertura, ed anche perché le grandi manovre avevano allontanato la selvaggina dalle ottime riserve locali, spingendola in terreno Ubero, dove è rimasta. Non pochi di questi appassionati, più o meno bene campeggiati, hanno passato la notte sul posto, quasi a montare la guardia ed a difendere il loro terreno di caccia. Anche nel Basso Canavese, dove peraltro le notizie sulla selvaggina non sono proprio confortanti, si è notato un certo movimento di macchine. Pochi invece, almeno nei preventivati programmi, quelli che si sarebbero recati a Cuneo, perché la provincia grande è molto difficile da cacciare senza incorrere in grane. Vi sono complessivamente, tra riserve, zone di ripopolamento, di rifugio, oltre 110-120 luoghi vietati alla libera caccia, parecchi dei quali molto vasti e con confini anche accidentati. Gli astigiani e gli alessan ili-ini, a sentir le notizie della vigilia, non sembrano propen si a grandi spostamenti e per i più il programma è di rimanere a casa loro. I novaresi si possono considerare divisi in tre gruppi: quelli che puntano per la montagna, quelli che hanno per méta il Vercellese ed infine i sedentari, che contano anche sugli sfollamenti dei compagni per i buoni carnieri. Nella regione di Aosta limitato il movimento ai locali, perché la caccia ai non residenti è concessa solo dal 23 settembre. In complesso molti i cacciatori (con alla testa parecchie centinaia di torinesi che si accontenteranno del giro tondo attorno alle riserve quasi alle porte della città: Stupinigi, La Mandria, Nichelino, Isolone Po, Barbania...) che si condenseranno ai confini delle riserve dove i più solleciti non disperano di centrare una lepre od un fagiano. In complesso, malgrado le non confortanti notizie sulla densità della selvaggina, molta allegria e buon umore nei partenti, sempre lieti, a parte il carniere, dell'occasione di passare una giornata all'aria aperta. Musi lunghi tra i ramatoli, la cui caccia era già finita nella prima decade di settembre per l'esaurirsi dei passi, che pur sono usciti quasi per celebrare un obbligatorio rito. Ma più tristi di tutti, quasi tetri, i retatoli che pur avendo pagato licenza e tasse, hanno visto partire i confratelli perché il loro esercizio, a spese fatte, è stato vietato. g. 1. à.
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