Washington segue con interesse il tentativo indiano di mediazione di Gino Tomajuoli

Washington segue con interesse il tentativo indiano di mediazione Washington segue con interesse il tentativo indiano di mediazione Preoccupazione per l'arrivo dei russi a Sue* (Dal nostro corrispondente) Washington, 15 settembre. L'Associazione degli utenti è solo una proposta, non un fat-. to compiuto, hanno dichiarato oggi funzionari americani; ed essendo solo una proposta, è soggetta ad ogni modificazione ed emendamento, che le diciotto nazioni Invitate a partecipare alla conferenza di Londra vogliano proporre. Anzi, si è insistito al Dipartimento di Stato, se qualche nazione vorrà suggerire Un sistema migliore per convincere l'Egitto a collaborare ad un accettabile compromesso, nessuna obiezione verrà sollevata dalle tre potenze proponenti. Da parte sua, Dulles sta studiando una serie di < perfezionamenti » del piano, che sottoporrà alla conferenza. La preoccupazione prevalente oggi a Washington è causata da due fattori. Il più importante è l'assai tepida accoglienza fatta'al .«piano Eden» da quasi tutti gli altri quindici governi invitati a Londra; almeno dieci di essi sarebbero'anzi, secondo le prime valutazioni americane, inclini a giudicarlo troppo rischioso e non in linea con le precedenti dichiarazioni americane, dì voler ad ogni costo favorire \ina soluzione di compromesso. Il secondo fattore di preoccupazione è la reazione egiziana, fomentata evidentemente da concreti appoggi sovietici. Pur non drammatizzandola, non appare incoraggiante. Dulles sperava ch£ Nasser avrebbe tenuto.buon conto delle Bue dichiarazioni dt giovedì, nelle quali si augnriv% 'èhé il 'Go^1 verno egizia'. > riesaminasse bene la proposto' di «Associazione», perché avrebbe constatato che non contiene alcuna minaccia alla sovranità egiziana. Questo atteggiamento di estrema intransigenza rischia di rafforzare i timori di alcune nazioni alleate sulla saggezza del « Piano Eden », e di spingere le nazioni asiatiche a partecipare alla conferenza indetta da Nasser, ciò che rischia di dare alla conferenza di Londra un troppo marcato carattere di < complotto » occidentale contro il Cairo. Inoltre il fatto che gli egiziani siano riusciti a far passare i primi due convogli, comprendenti un numero-primato di navi, attraverso il Canale senza alcun incidente o ritardo; proverebbe che non si può contare sull'incapacità egiziana di amministrare e dirigere il traffico senza l'aiuto degli occidentali. Comunque, la posizione ufficiale degli Stati Uniti non è mutata: e come risposta indiretta al discorso di Nasser e ad una nota dell'ambasciata egiziana, il portavoce del Dipartimento di Stato ha dichiarato che «gli S. U. non si faranno distogliere dalla preparazione per la esecuzione del ?lano, che continua attivamene», pur ripetendo che Eisenhower esclude Tubo della for¬ znnoggcntssrspNlvtbnruatvfmttmmn«cE za, anche se sarà vietato alle navi del « pool » il passaggio nel Canale. Appunto perché tenta con ogni mezzo di evitare il peggio, il governo americano segue con molto interesse — anche se senza eccessive Illusioni sui risultati — il nuovo tentativo di mediazione intrapreso da Nehru. Il Primo Ministro indiano ha mandato il suo rappresentante personale Krishna Menon in «missione di pace » al Cairo ed a Londra. Domani Menon incontrerà Nasser, e lunedi raggiungerà la Capitale inglese, dove non vedrà soltanto 1" ministri britannici, ma — con ogni probabilità — Foster Dulles appena giunto da Washington. Del resto Nehru ha inviato oggi uh messaggio, sinora segreto, al ministro americano. La presenza dei primi piloti sovietici, polacchi'e Jugoslavi a Porto Said, d'altra parte, aumenta il timore che l'Egitto possa dimostrare di esaere perfettamente in grado, tecnicamente, di regolare il traffico, togliendo validità all'espediente dell'Associazione. . Gino Tomajuoli