Si è dimesso il comitato direttivo degli agenti di cambio di Genova

Si è dimesso il comitato direttivo degli agenti di cambio di Genova Min9mitra grave ripercussione dello scandalo ÉHeoÌag»Sttar Si è dimesso il comitato direttivo degli agenti di cambio di Genova La decisione provacata dal dissidio intento per l'atteggiamento benevolo assunto nei contrònti degli arrestati - Mi l'inchiesta del magistrato non ita accertato responsabilità t carico dell'organismo - Prossime indagini a Satozzo (Dal nostro corrispondente) Genova. 14 settembre. Una notizia sensazionale si innesto nello scandalo NicolaySfiar: \e dimissioni del comitato direttivo degli agenti di cambio alla borsa di Genova, presieduto dal dott. Ancona. Il fatto, ohe è un'altra grave ripercussione della nota vicenda, ha suscitato negli ambienti economici e finanziari genovesi una viva impressione. Oià da tempo si andava vociferando in borsa che- Yatteggiamento benevolo assunto dal comitato direttivo nei confronti dei tre eie agenti di cambio — Buccio, Deferrari e Gualco — e in genere nei confronti delia speculazione Nicolay, avevà provocato seri dissensi tra i membri del comitato, e prima o poi sì sarebbe giunti alle dimissioni;- La decisione è stata presa in una seduta tenuta giovedì sera, nella quale, di fronte alle divergenze di opinioni sull'interpretazione di problemi inerenti alle sue mansioni e responsabilità, il comitato 'decise di dimettersi, riservandoti di - perfezionare fatto in tede competente, a sensi di legge. B' noto che i tre ex agenti di Cambio attualmente in carcere con LanziUptti, Loi, Rocca, Baroni e i due ultimi recentemente assodati a Marassi, il conte Francesco Canale e ii rag. Angelo Baldi, hanno largamente usato della benevolen¬ za del oomitato direttivo, unendo la loro funzione di pubblici ufficiali a quelle di amministratori di una società, incom pàtibilmente con una precisa legge vigente in proposito, che regola le attribuzioni e i compiti degli agenti di borsa. Di questa attività i tre ex agenti di cambio non facevano mistero, anzi sì può dire che se né servivano per esitare le azioni Nicolay-Sflar. ,.Sucdo era, stato nominato .ajci»*» \ di - carnbib a Genova, Gualco' a' Palermo e De Ferrari a Firenze, ma questi ultimi due svolgevano la loro attività- prevalentemente a Genova, recandosi solo sporadicamente nelle loro sedi: solo quando ottennero la nomina a Genova, nel 19S3, abbandonarono definitivamente i pochi clienti in Sicilia e in Toscana, dedicandosi esclusivamente a quel» liguri. Succio, Gualco e De Ferrari avrebbero dichiarato che il dott. Ancona seguiva con molto interesse . la lóro attività, gli sviluppi della <8flar» e della < Nicolay i e aveva anche personalmente interessato diversi clienti per l'acquisto di dette azioni. In proposito si* ricorda che ti dott. Ancona, che allora era anche consigliere comunale per il partito monarchico, in un pubblico dibattito avrebbe contestato al consigliere socialista on. Faralli, la necessità del progetto municipali} dell'acquedotto del Brugneto, contrapponendogli lo sviluppo della Nicolay. Buccio, Gualco e De-Ferrari rivestivano la funzione di agenti di cambio in Borsa, fino al H luglio 1956, epoca in cui diedero anche le dimissioni da amministratori della Nicolay e della Bfiar, in seguito al crak. 'La loro duplice funzione si protrasse per ben t anni e solo verso la fine della loro carriera borsistica, a qualche giorno dalle dimissióni, il Consiglio direttivo della Borsa di Genova, prese in consideratone le lagnanze di molti agenti di eambio. Partiva allora una segnalazione al delegato del Tesoro, dott. Di Salvo, il quale — autorizzato dal ministero del Tesoro — inibiva ai tre, sia pur tardivamente e in extremis, il cumulo delle cariche. Comunque un fatto è certo, che nella scrupolosa inchiesta condotta dal sostituto procuratore dott. De Felice, niente è stato contestato né al presidente né ai membri del comitato, mai essendo affiorata alcuna responsabilità a carico di essi. Nessuno potrà mai mettere in dubbio la buona fede dal comitato. Alcuni agenti di cambio che ne. lavoro affiancavano Buccio, Gualco e De Ferrari, hanno consegnato al Sostituto Procuratore, dott. De Felice, i loro registri. Uno degli ultimi arrestati il conte Francesco Canale, accusato di truffa per 60 milioni, ha goduto, stamane di una breve parentesi di libertà: egli, infatti, .è uscito dal carcere di Marassi verso le 11 e, accom pagnato dal giudice De Felice e dal capitano dei carabinieri Frieda, fi è recato nella sua abitazione in piazza della Vittoria, dove si é trattenuto sino alle 13, rientrando poi in cella. TI sopraluogo del giudice istruttore è stato deciso in seguito ad un interrogatorio cui era stato sottoposto poco prima il Canale. Tra l'altro è risultato che l'arrestato non è conte, anche se il titolo nobiliare era da anni stampato sui biglietti da visita del Canale. Alle contestazioni del magistrato, il Canale avrebbe mostrato di indignarsi sino al punto di invitare il dott. De Felice a casa sua per provargli la veridicità delle sue affermazioni. Quale sia poi stato l'esito del sopraluogo nell'abitazione di piazza Vi'*-mo, non è dato saperci tuti^jia e probabile che il magistrato abbia cercato altri elementi per meglio inquadrare la posizione del Canale nell'affare Nicolay-Bfiar. • c. m.