La signora pugnalata in casa presentiva la sua morte violenta

La signora pugnalata in casa presentiva la sua morte violenta Imprestava somme di denaro a forte interesse La signora pugnalata in casa presentiva la sua morte violenta Aveva dato le chiavi del sao alloggio a una comquitina - Soltanto una debitrice è stata identificata - La vittima viveva sola net culto delle memorie di famiglia (Dal nostro inviato speciale) Genova, 14 settembre. Tre colpetti alla porta segniti a breve intervallo da un quarto. A questo segnale la signora Natalina Ninci andò ad aprire, e si trovò alla presenza del suo assassino, di colui, cioè, che pochi minuti dopo le avrebbe squarciato il collo con una coltellata. • I quattro colpetti alla porta formavano il segnale convenuto tra la signora Ninci e l suoi clienti nell'attività di prestatrice di denaro a forte Interesse. Era una attività che aveva ereditato dal marito, morto 11 22 dello scorso febbraio. Il rag. Nicola Tanzi faceva ufficialmente il rappresentante, ma la sua fortuna se l'era creata con felici operazioni di prestiti. Alla sua morte, la moglie gli succedette per metà nell'eredità e Interamente in quella lucrosa occupazione. Aveva una cerchia ristretta di clienti, già selezionati attraverso una lunga esperienza, persone appartenenti alla buona società, alla borghesia, al mondo degli affari. Dei numerosi clienti, la polizia non è riuscita a Identificare che una bella ed elegante si. gnora della borghesia, la quale oggi — mentre dall'obitorio partiva il funerale di Natalina Ninci — è stata a lungo interrogata dai funzionari della Squadra Mobile. La signora ha parlato di un interesse modestissimo, cosi modesto che risulta incredibile. « Ho avuto un prestito di 350 mila lire, e non mi ha chiesto che il 4 per cento », ha dichiarato. Ma perché correre rischi, applicando un tasso così esiguo? Qualunque altro investimento avrebbe reso di più alla signora Ninci. Probabilmente era un 4 per cento che veniva ripetuto ogni mese. Nonostante la clientela selezionata, sicura, fldatissima, la signora aveva paura. Faceva vita rltiratissima, non frequentava nessuno. Le memorie paterne, oltre agli affari, assorbivano la bus giornata. Il padre era stato il noto generale Giuseppe Ninci, cultore di balistica, che prima dell'altra guerra aveva inventato una polvere da sparo adottata dall'esercito. Alla sua memoria, nell'appartamento di via Rimassa 70, era dedicata una stanza, una specie di sacrario.' Un'altra era' dedicate alla memoria del marito. Rimasta vedova, la solitudine era divenuta pesante e angosciosa per Natalina Nin ci. Perché aveva paura? Per un generico sentimento di donna sola e cosi inoltrata negli anni? O a causa dei suoi affari? E' possibile che quel suo particolare genere di affari le avesse creato del nemici. Ma lei ne aveva'un va go presentimento, o li conosceva? E colui che l'ha uccisa faceva parte di essi? Ed in tal caso, perché lei gli apri? Troppi interrogativi. E non sono i soli. Una prova della sua paura è nella consegna d'una doppia chiave ad una coinquilina. In signora Lola Rapa, che abita nello stesso pianerottolo, In un appartamento di fronte al suo. « Se non mi vede uscire, apra e venga in casa. Può essermi accaduto qualcosa >. Una precauzione generica ; ma forse dettata da un presentimento non tanto oscuro per lei. A questo si aggiunga che per essere ricevuti non bastava suonare 11 campanello, occorreva battere alla porta quel quattro colpetti cadenzati secondo un codice convenuto, una specie di « apriti sesamo >. II segnale era ben noto all'assassino, se egli fu regolarmente ricevuto in casa. Si tenga presente che questa non è la sola ipotesi fatta per spiegare il delitto, come si vedrà. Seguiamo intanto questa. L'assassino bussa a quel modo, la signora Ninci apre la porta. E' appena rincasata dalle compere mattutine, e non avrà 11 tempo di consumare la parte di provviste destinata alla colazione di mezzogiorno: tega mi sono rimasti vuoti, e cosi il suo stomaco. Si mettono a discutere, forse egli è venuto per chiedere un prestito che gli viene negato; 0 forse una dilazione, un rinnovo, che pure viene negato, Egli si infuria, si imbestialisce, perde il controllo. La colpisce con un pugno, la stringe alla gola. La vecchia signora lotta disperatamente, nonostante 1 suoi settantotto anni. Lo dimostrano le ecchimosi riscontrate sul suo corpo, i graffi al collo. Questi pare anzi che siano dovuti ad un tentativo di strangolamento. Il tentativo viene forse seguito dal suo svenimento, E mentre lei è priva di sensi, rovesciata sul pavi mento, l'altro agguanta in cucina un coltello, e gliene vibra un colpo alla gola. La lama penetra sotto l'orecchio destro, recide la carotide, raggiunge le vertebre cervicali. Un colpo violento, preciso: pare dato da un tecnico, da uno che conosca scientificamente la maniera di uccidere una persona. La morte è avvenuta in pochi secondi, per dissanguamento. E' impossibile che l'assassino non sia stato spruzzato nelle mani, negli abiti. Le mani può essersele lavate; ma comR mai le macchie sugli abiti hanno fatto notare? psatscqvldrstvecssnon io | Probabilmente la signora era svenuta quando ricevette illcolpo mortale. E tuttavia l'as- sassino la colpi. Una prova che ai aggiunge a quella del suo «eeesso in caan npr ntabllire accesso in casa, per «aw DSCluto dalla che egli era conosciuto vittima. Egli volle impedire che la signora lo denunciasse, e questo è chiaro. Ma era en- trato in quella casa già col proposito di uccidere? Allora si deve pensare ad un'azione preordinata, una rapina. Una rapina può essere stata architettata o da un conoscente della signora, o da una persona che si sia introdotta in casa con una chiave falsa. A questo proposito si può osservare anche che probabilmente l'assassino era entrato prima del rientro della signora. Lei rincasa, lui l'aggredisce; e la scomparsa del coltello è dovuta al fatto che egli, che l'aveva portato con sé, se lo rimette in tasca dopo 11 tremendo e preciso colpo. Si noti ancora che la signora è stata colpita sul lato destro. Il che prova due cose: o che ella fu colpita stando a terra, mentre cioè era svenuta, perché quello era per dsts l'aggressore il lato più facile da raggiungere; o che l'assassino è mancino. Questo appunto dell'uccisore mancino è uno del principali elementi orientativi per la polizia. Compiuto il delitto, l'assassino fugge. E pare che non abbia rubato nulla, né denaro né gioielli. Orgasmo del rapinatore? Ma forse non si trattava affatto di un rapinatore, forae non era- danaro ciò che egli cercava. Si torna alla prima ipotesi: un debitore imbestialito da una ripulsa; e si arriva a quest'altra: un debitore che voleva far sparire la traccia del suo debito. Infatti non è stato trovato il registro sul quale il marito, e poi la vedova, segnavano gli estremi delle operazioni da loro compiute: nome del debitore, enti¬ tà del prestito, scadenza, rateazioni. Pare che la signora non esigesse alcun documento a prova del credito, né cambiali né ricevute, e che non chiedesse pegni in garanzia. Ma doveva trattarsi di un debito notevolissimo, d'un valore cosi ingente da indurre a sopprimere la creditrice. Una miriade di Ipotesi, e nessuna cosi consistente da costituire una pista valida, almeno fino a questa sera. La scoperta dell'assassino non potrà venire che da un lavoro lungo, attento, paziente, tenace, un minuzioso vaglio di ogni più piccolo elemento. Il lavoro al quale infatti magistratura e polizia sono attivamente impegnate. Giuseppe Faraci

Persone citate: Giuseppe Faraci, Giuseppe Ninci, Lola Rapa, Natalina Ninci, Nicola Tanzi

Luoghi citati: Genova