Il «maestro» muratore lo aggredì perché aveva criticato la sua opera

Il «maestro» muratore lo aggredì perché aveva criticato la sua opera Il «maestro» muratore lo aggredì perché aveva criticato la sua opera // tragico agguato al cantiere di corso Giambone - La vittima lievemente migliorata grazie alle trasfusioni - L'accoltellatore è sfuggito all'arresto U feritore del giovane operaio Giuseppe Mazzaferro, di 19 anni, è ancora latitante. Si tratta del carpentiere Antonino Caserta, di 46 anni, domiciliato in una pensione di piazza Arbarello. Le sue generalità e i suoi connotati sono stati diramati a tutti 1 posti di polizia a Torino e fuori. Le condizioni del Mazzaferro, ricoverato all'ospedale Mauriziano, continuano a mantenersi molto gravi: gli sono state praticate numerose trasfusioni di sangue e nel pomeriggio di ieri i sanitari, pur riservandosi sempre la prognosi, hanno constatato un lievissimo miglioramento dello stato generale. Cosi, verso le 16, un funziona¬ aiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii rio del commissariato di P. S. Mirafiori ha potuto interrogarlo per un quarto d'ora. A fatica, sussurrando, il giovane ha narrato la drammatica scena del suo ferimento. Tre ore prima aveva litigato con il Caserta per una banalissima questione. Il Caserta aveva appena finito di costruire un fossatello rivestito di assi. Il Mazzaferro si era permesso di osservare che qualche asse non aveva la giusta posizione. Al che l'altro, tipo alquanto collerico, si era inferocito. « Ma come? Tu, semplice aiuto-carpentiere osi dire a me, che sono carpentiere, che lavoro male? ». Il giovanotto aveva tentato di rimediare alla gaffe, ma il Caserta, perso il lume della ra- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiniiiiiiii glone, gli si era avventato contro per picchiarlo. Alcuni compagni si erano intromessi e avevano esortato alla calma 11 Caserta. L'Incidente sembrava finito 11. Invece alle 19, al lavatoio, mentre il Mazzaferro, già dimentico dell'accaduto, rideva e scherzava, gli si accostava, cupo in volto, il Caserta. « Hai fatto male a dirmi che io non so lavorare... Me la pagherai cara ». « Andiamo, smettila! — esclamava il giovane —: ti chiedo scusa, cosa vuoi di più? Diamoci la mano, slamo calabresi, compaesani... ». Il Caserta non stringeva la mano del Mazzaferro e s'allontanava dicendo : « Non ti sei ricordato che io sono il tuo maestro e tu non sei nulla... Hai sbagliato, hai gravemente offeso il mio onore e la pagherai ». Pochi minuti dopo, il giovane muratore usciva. All'angolo di via La Loggia e corso Giambone c'era, fermo, il Caserta: terreo in viso con gli occhi iniettati di sangue e la fronte aggrottata. Il Mazzafer ro gli passava vicino e lo salu tava. «Sempre di cattivo umore? Allora: facciamo o non facciamo la pace?». «Tu mi hai offeso — esclamava in tono lugubre e minaccioso l'iracondo Caserta — ; ti sei dimenticato che io sono un maestro... ». « Insomma basta! gridava il giovane — : sei proprio scemo?». Il Caserta, improvvisa mente, estraeva un coltello dal manico di madreperla, con la lama lunga dodici centimetri e vi brava due colpi al Mazzaferro: lo raggiungeva al braccio e alla re glone cardiaca. Poi fuggiva gettando via l'arma. Prima di stramazzare al suolo, il Mazzaferro aveva ancora la forza di gridargli «Sei un pazzo!». La polizia ritiene che 11 feritore sia riuscito a lasciare Torino.

Persone citate: Antonino Caserta, Giuseppe Mazzaferro, Mazzaferro