Gli ultimi colloqui prima della partenza di Vittorio Gorresio

Gli ultimi colloqui prima della partenza Gli ultimi colloqui prima della partenza e e a a e o u , ¬ Roma, 6 settembre. «Anche sull'aereo, non posso che dire che l'unificazione socialista è in marcia. Adesso tocca a voi » : sono state queste le ultime parole pronunciate in Italia dal senatore Commin al compimento della sua missione, oggi alle cinque e tre quarti del pomeriggio. Era sulla scaletta dell'aereo che da Clampino doveva portarlo In Francia, e così salutava i rappresentanti del due partiti socialisti recatisi a sa- ddpAsarstmegsallutarlo: Romita, Tanassi, Za-iigari, Borgoni e Paresce del P.S.D.I., Vecchietti, Luzzatto, Lami, Panzieri, Valori e Gatto del P.S.I., oltre al sindacalista Della Chiesa per la U.I.L. ed al dr. VlttorelU per «Unità Popolare». Il suo non è stato un apprezzamento nuovo, poiché conferma tutti i giudizi che egli ha dato nel corso del suo soggiorno romano; comunque, è il caso di registrarlo anche perché è la sola dichiarazione che egli abbia resa oggi, giornata conclusiva della sua missione, dopo che in sua presenza era avvenuto l'incontro fra i segretari dei due partiti, Nenni e Matteotti. E' stato un incontro breve e non ha avuto per risultato la compilazione di quel documento comune di cui si è tanto parlato in questi giorni e che, con le sigle di Matteotti e Nenni, avrebbe potuto attestare davanti alla riunione dell'Internazionale socialista la volontà di unificazione dei due partiti. Se ne farà comunque garante lo stesso Commin, e le impressioni che egli ha ricevute in Italia saranno riferite a voce, in sostituzione del mancato documento scritto. Se ne "rimpiange un poco l'occasione perduta, ma lo stesso Commin ha dovuto ammettere confidenzialmente che prima- di raggiungere l'unificazione sarà necessario vengano preparati altri documenti, oltre a quelli già approvati dai due partiti: «Per fortuna — egli avrebbe concluso — non vi sono difficoltà d'ordine ideologico e politico, ed io so per esperienza che queste sono le sole che rendano difficili le unificazioni >. A conforto della fiducia dei più ottimisti valgono anche le dichiarazioni che Nenni e Matteotti hanno consentito a fare stamane dopo il colloquio che li ha uniti ai Grand Hotel, nell'appartamento di Commin. L'incontro è stato breve, poco più di mezz'ora, e nel corso di esso Commin ha chiesto a Nenni e Matteotti di assumere l'impegno di nuovamente incontrarsi al più presto e di intensificare in modo permanente 1 contatti: l'impegno è stato assunto, ed un primo incontro delle due segreterie avverrà nella prossima settimana. Poi Matteotti, uscendo ad incontrare i giornalisti nell'atrio dell'albergo, ha dichiarato: «Abbiamo esaminato i punti del nostri due documenti che sottolineano la comune volontà di favorire il processo di unificazione, anche se una parte della stampa ha voluto sottolineare soltanto i punti di disaccordo. Non si può pretendere — ha aggiunto — che due partiti che hanno avuto esperienze così diverse negli ultimi anni, possano raggiungere in poche settimane un accordo assolutamente completo: .abbiamo, però, la fiducia che la confluenza sarà possibile su una piattaforma comune». Anche Nenni si è detto sereno e fiducioso e soprattutto desideroso di approfondire la attività su un piano pratico, e cioè « sul terreno delle cose >. Ha confermato che erano state esaminate le questioni generali ed ha precisate: « In modo speciale ci siamo riferiti alle conclusioni enunciate ieri da Commin circa la cessazione della polemica fra i due partiti, la ricerca mcpg di un punto di accordo e la determinazione sul da farsi per giungere all'unificazione. Abbiamo poi deciso che questi rapporti siano mantenuti attraverso le nostre segreterie, sia sul piano nazionale sia su quello locale. Per quanto riguarda 11 terreno parlamentare, i problemi saranno esaminati dai direttivi del gruppi a mano a mano ohe si presenteranno; e questa, appunto — ha concluso — è la politica delle cose da noi indicata, cioè un esame co- mune del problemi concreti che si presenteranno giorno pe'r giorno al nostro esame >. Conversazioni tra i socialisti e Commin si sono avute anche durante la colazione che la direzione del P.S.I. gli ha offerto a Tor Carbone, nei pressi dell'Appia Antica, e sembra che il punto centrale sia stata la raccomandazione rivolta a Commin di far pre sente all'Internazionale l'opportunità di non precipitare la situazione, evitando quindi per il momento nuove pres sioni, sollecitazioni e — questo detto con molto garbo — anche nuove missioni di delegati dell'Internazionale in Italia. Si alludeva, in sostanza, all'inutilità dell'annunciata visita di Morgan Phillips in Italia, iniziativa che non avrebbe accelerato i tempi della unificazione, ma piuttosto ne avrebbe provocato un ulteriore ritardo. Commin, secondo quanto ci si dice, avrebbe pienamente convenuto sulla giustezza di questo punto di vista. Chiusa così la missione di Commin, l'attenzione si è rivolta ad un altro avvenimento, avutosi nella giornata di ieri, ma del quale è stata data notizia solo oggi: cioè un in contro, nella tarda serata, fra Nenni e Togliatti, nell'abitazione di quest'ultimo, e per richiesta espressa del primo. Le poche indiscrezioni che si so no potute avere circa il suo svolgimento consentono di in dicare che Nenni ha fornito a Togliatti chiarimenti e spiegazioni, oltre che sul documento approvato dalla dire¬ ¬ zione del P.S.I., anche sul senso generale dell'operazione intrapresa. Questa avrebbe lo scopo, secondo il giudizio di Nenni, di creare in Italia la sola possibile alternativa alla D. C. per frenare la politica di progressiva espansione, accentuatasi negli ultimi mesi, del segretariato di Fanfani. Contro questo « espansionismo », che potrebbe condurre a un vero e totale monopolio del potere e dei posti-chiave in Italia da parte del partito di maggioranza, tanto Saragat quanto Nenni avrebbero sentito la necessità di opporsi col solo mezzo a disposizione utilizzabile, senza che perciò sia sovvertito tutto l'ordine interno italiano: e cioè radunando le proprie forze su di una larga piattaforma democratica. Si dice che Togliatti abbia mostrato piena comprensione per l'obbiettivo che i due partiti socialisti intendono raggiungere, confermando che i comunisti si riservano di giudicare l'operazione sul piano delle cose concrete, e ciò in base ai risultati che si otterranno sul plano legislativo. Avrebbe comunque espresso la opinione che sono. da evitare le polemiche tra P.S.I. e P.C.I. per non determinare nelle rispettive « basi » turbamenti che avrebbero conseguenze assai vaste e dannose pc. l'unità della classe lavoratrice, eh» in ogni caso si intende mantenere. Il colloquio è stato assai lungo, ma non è possibile precisarne meglio l'andamento, e converrà pure evitare di definirlo «tempestoso», come da qualche parte viene affermato, in contrapposto a quanti altri lo definiscono, invece, un idillico incontro di due vecchi compari. Certo è che 11 P.C.I. continuerà a vigilare molto da vicino una situazione che tanto direttamente lo interessa, ma, appunto allo scopo di evitare turbamenti nella sua base già tormentata dai noti problemi di ridimensionamento e da quelli che sono successivamente sorti in sede di preparazione congressuale, non farà pubblici interventi se non in caso di estrema necessità. Analogo riserbo viene man tenuto per ora anche negli ambienti d. e, non meno inte ressati di quelli comunisti all'operazione che è in corso, ed anzi Fanfani ha fatto smentire da un suo portavoce la informazione secondo la qua le egli avrebbe interrotto le sue vacanze a Camaldoli perché « preoccupato » della situazione che si stava creando tra i socialisti. Ha fatto dire che le soie sue preoccupazioni riguardano in questo momento la situazione di Suez; comunque stasera ha fatto ritorno a Camaldoli, dove ha intenzione di .trattenersi al meno fino a domenica. Anche a destra si ostenta molta tranquillità, e l'on. Malagodi fa smentire di avere fatto richiesta per una convocazione dei partiti di centro in un articolo destinato ad un settimanale dichiara, invece che egli vedrebbe con soddisfazione l'avvento di un nuovo grande partito socialista democratico al quale, da leale avversario, è pronto a rende¬ rfan«acdvttcsa re il saluto delle armi. Conferma di non credere molto alla possibilità di conversione democratica da parte dei « massimalisti » nennianl, ma affetta comunque grande sicurezza riservandosi di prendere posizioni precise alla prova dei fatti: quando, cioè, sul terreno parlamentare si potranno vedere le concrete e chiare intenzioni legislative dei socialisti delle due parti. II Presidente del Consiglio continua a mantenere il suo atteggiamento di assoluto distacco anche se ha in questi giorni ricevuto più volte l'on. Saragat, col quale non avrà mancato di intrattenersi anche sulla situazione socialista oltre che, come si afferma ufficialmente, < su taluni problemi di governo ». Vittorio Gorresio

Luoghi citati: Francia, Italia, Roma, Suez