I due partiti socialisti precisano le condizioni per la riunificazione

I due partiti socialisti precisano le condizioni per la riunificazione M documenti presse sitati all' Inviato dell' late mastio naie I due partiti socialisti precisano le condizioni per la riunificazione Accordo di massima per la formazione di una nuova maggioranza democratica, una politica estera di distensione e un sindacato unitario II PSl chiede che la rappresentanza dei lavoratori abbia come base la CGIL; HPSDI vuole un'organizzazione "libera da asservimenti di partito,, - Oggi Commin proporrà uilicialmente un incontro tra Nenni e Matteotti - Simonini ha votato contro, sono con lui Paolo Rossi e Treves Roma, 4 settembre. Verso le otto di stasera, sulla soglia dell'albergo che lo ospita e dovè poco prima aveva avuto un lungo colloquio con Nonni, Commin ha detto ai giornalisti: «Domattina alle undici e mezzo Nenni mi presenterà alla direzione del P.S.I. Nel corso della riunione io proporrò che si svolga un incontro fra 1 segretari del due partiti, on. Matteotti e Nenni, alla mia presenza. Spero fermamente che si possa giungere a quest'incontro comune». Nel corso della giornata gli erano stati presentati i documenti approvati dalle direzioni del PSL del PSDI e di «Unità Popolare». II testo nennlano è breve, di intonazione sufficientemente possibilista e propone, innanzi tutto, 11 Ravvicinamento tra PSI e PSDI e movimenti minori per preparare la formazione di una nuova maggioranza; l'impegno di bandire ogni discriminazione tra i cittadini; l'unità sindacale in un sindacato autonomo e indipendente, « di cui la CGIL è la base naturale »; l'intesa per le elezioni. La risoluzione del PSDI pone le seguenti condizioni: accettazione integrale della democrazia come valore permanente; piena autonomia del socialismo; esclusione di ogni formula di fronte popolare sia in fase elettorale che di composizione del governo; politica estera occidentale;" unità sindacale in un'organizzazione dalla struttura interna democratica. I «Unità Popolare», Infine, propone di Indire una Costituente Socialista che riesca a fare del socialismo italiano Io strumento essenziale di rinnovamento e di sviluppo democratico, Commin ha valutato 1 documenti con uno spirito di gran» de comprensione; ed a sua volta ha concluso come si è detto, e cioè prearanunciando la sua proposta per un incontro a tre con Matteotti e Nenni. Dall'incontro potrebbe uscire il terzo documento di cui ieri si parlava, cioè una nota riassuntiva redatta da Commin ad uso dell'Internazionale, e che i due segretari dovrebbero siglare. Commin potrebbe considerare così felicemente compiuta la sua missione, con 11 massimo del risultati possibili, e si dispone infatti, secondo quanto si annuncia, a lasciare l'Italia venerdì 7, dopo aver tenuto una conferenza-stampa. Le differenze tra 1 documenti del PSI e del PSDI sono poche, anche perché tanto l'uno quanto l'altro sono sostanzialmente poco impegnativi. Una certa vaghezza ed una certa Imprecisione sono ln ciascuno dei due il tributo che si è pagato alla causa di una finale unificazione, che resta Indubbiamente il desiderio di socialisti e socialdemocratici. Le differenze, piuttosto, consistono nelle omissioni: da parte dei socialisti si è mancato di dire che 11 metodo democratico deve essere Inteso come permanente, risolutivo, non rinunciabile, come Saragat avrebbe desiderato che fosse detto e che difatti 1 socialdemocratici hanno per conto loro chiaramente affermato. Altra omissione dei socialisti sta In qualsiasi riferimento a quell'area politica occidentale nella quale l'Italia obiettivamente si trova e che, pertanto, impone di non prescindere da certe naturali solidarietà: questo concetto, che già costituisce una certa concessione « Ideologica > da parte del PSDI, non sì ritrova nella dichiarazione socialista, mentre Saragat avrebbe desiderato che vi avesse posto. Dal canto loro 1 socialdemocratici hanno evitato e omesso qualsiasi accenno anche indiretto ai comunisti ed alla politica del governo di cui fanno parte, che 1 socialisti hanno, Invece, richiamato con il loro accenno alla necessità di superare il centrismo. Infine, sul terreno della politica sindacale, l'aspirazione unitaria è ribadita anche dai socialdemocratici, ma essi mancano di dire quale possa essere l'organismo capace di accogliere tutti i lavoratori socialisti. Non hanno menzionato la UIL per non venire In contrasto con 1 socialisti, ma non si sono pronunciati sul conto della democraticità della CGIL. In presenza di queste differenze per omissioni, 11 giudizio conclusivo può essere che sono stati indubbiamente compiuti passi avanti verso l'unificazione, come si può notare dallo stesso linguaggio che'è in gran parte divenuto comune ai due partiti dopo nove anni di polemiche astiose. In complesso, Saragat si è detto soddisfatto dei risultati raggiunti, considerando che l'operazione non si può compiere affrettatamente. Qualche passo più lungo poteva forse esser fatto da Nenni, ma il leader socialdemocratico ha concluso filosoficamente le sue riflessioni dicendo: «L'aria dt montagna non fa bene Im¬ m mediatamente, ma solo dopo un certo tempo se ne hanno i benefici >. La direzione del PSDI esaminerà in questi giorni i tempi ed 1 modi dell'unificazione; alla metà del mese sarà convocato il Comitato Centrale del PSI con in programma la ratifica della risoluzione e l'approvazione di un piano concreto di lavoro. Commin ha avuto oggi una giornata molto movimentata, ed ha dovuto sentire parecchie voci discordi ed ammonitrici. Ha cominciato stamattina Simonini, della destra socialdemocratica, a fargli presente che la situazione del socialismo In Italia è affatto particolare, e che, se è vero che la democrazia nel nostro Paese ha bisogno di essere rafforzata (< Co¬ me il Palazzo di Montecitorio, al quale da dieci anni stiamo facendo continue iniezioni di cemento perché si regga in piedi »), è anche vero che l'operazione non deve essere compiuta in modo da costituire un vantaggio per la sinistra socialcomunista: «Ho avuto l'impressione — ha poi detto Simonini ai giornalisti — che Commin sia troppo ottimista nei confronti di Nenni >; e poi, in sede di direzione di partito, ha dato voto contrario al documento finale, con una dichiarazione anche a nome del ministro Rossi. Concetti analoghi gli ha esposto Paolo Treves, anch'egli della destra socialdemocratica, che viene ormai indicata come la corrente dei refrattari al- l'unificazione: egli avrebbe anzi ancor più accentuato le sue diffidenze nel riguardi di Nenni, affermando che, solo dopo un formale sganciamento dal comunismo e solenne ripudio della politica seguita fino ad ora, il P.S.I. può essere ammesso a parlare di unificazione. Egli avrebbe anche lasciato intendere che non entrerà a far parte del partito eventualmente unificato, ed in qualche ambiente si dice che, d'accordo con Simonini, Paolo Rossi, Bettinotti ed altri, intenderebbe promuovere a Reggio Emilia, roccaforte di Simonini, un convegno della corrente di destra. Di un altro genere di perplessità si sono fatti eco presso Commin diversi gruppi sindacalisti, che egli ha ricevuto nel corso della sua laboriosa giornata o che in altri modi gli hanno fatto aver conoscenza dei propri punti di vista. Canini, Cavezzali e Masetti, capi della corrente socialdemocratica che aderisce alla CISL, hanno manifestato qualche preoccupazione circa la possibilità che l'operazione unificatrice induca questo o quel partito a pressioni sui lavoratori: < I partiti unificandi debbono, invece, lasciare al lavoratori socialisti ed ai dirigenti sindacali la libertà di rimanere nelle rispettive organizzazioni attuali >. Vasco Cesari, rappresentante del socialdemocratici che, invece, militano nella CGIL; ha protestato contro le prospettive di un eventuale nuovo sindacato anche se si proclamasse < socialista >, poiché < ciò equivarrebbe ad una nuova pericolosa scissione sindacale >. Pure Giulio Pastore, segretario generale della CISL, ha lanciato un grido d'allarme per 1 tentativi di coinvolgere il problema sindacale nell'operazione unificatrice socialista, dichiarando con sdegno che i loro autori mostrano cosi di «aver capito ben poco del prevalente c*leht'amento"dendfr tiratori Italiani manifestatosi in questi anni, inteso a sottrarre 11 sindacato ad ogni condizionamento esterno >. L'ammonimento di Pastore è evidentemente rivolto tanto al suol colleghi della CGIL, Santi e Llzzadri, quanto a quelli della UIL, Vigllanesi (di cui ieri alcuni hanno riportato dichiarazioni non avvenute) e Della Chiesa, gli uni e gli altri aspiranti a ricevere nelle rispettive organizzazioni la totalità del lavoratori socialisti unificati. Commin stringe la mano a Nenni sorridente. (Telefoto)

Luoghi citati: Italia, Reggio Emilia, Roma