Mobili rari di stile antico nella Mostra aperta a Saluzzo

Mobili rari di stile antico nella Mostra aperta a Saluzzo Mobili rari di stile antico nella Mostra aperta a Saluzzo Con materiale moderno vengono costruiti pezzi che il profano crede autentici -1 lampadari in ferro battuto (Nostro servizio particolare) Saluzzo, 1" settembre. Da pareccm anni tJaiuzzo festeggia, come buon bilancio dell'anno lavorativo e delle messi raccolte, la nne dell'estate; e festeggia pure l'inizio dell'autunno come l'alba del nuovo ciclo. Il tutto va sotto il nome di Settembre Saluzzcse e comporta molte manifestazioni. Si comincia con l'onorare naturalmente il patrono San Chiaffredo, martire della Legione renana, alla prima domenica del mese, con fiera il giorno successivo, urlici religiosi, gioia popolare e fuochi artificiali. C'è una < Mostra della meccanica agricola » da concludere a fine mese con una sfilata di trattori per le vie della città e una gara di precisione nel guidarli (sul lavoro); c'è una mostra di piaura della < Provincia Granda», cioè Cuneo; ci sono gare di pattinaggio, di bocce, di bande e gruppi fol cloristici, una corsa ciclistica, spettacolo Urico ed altro ancora. Ma la manifestazione intorno alla quale Saluzzo si stringe con simpatia particolare e la Mostra antiquaria ed artigianato artistico. Essa è stata inaugurata nel pomeriggio di oggi dall'on. Sabbatino sottosegretario al Lavoro, in rappresent." del Governo. C'erano anche alcuni parlamentari del Cuneese, ministro on. Romita, on. Badini ConfaJonieri, on. Bima, il vescovo di Saluzzo mons. Lanzo, il prefetto di Cuneo dr. Torrisi il sindaco di Saluzzo Ruata, e naturalmente i padri spirituali, diremo così, della mostra, Giovanni Richard, presidente della Pro Saluzzo ed il suo se gretario Giovanni Mussone. Questa mostra ha poi un padre effettivo ed è il robusto, vitalissimo ottantu once cavaliere del lavoro Amleto Bertoni. Vogliam dire che sono come sgorgati da lui quasi tutti gli artefici che han reso celebre Saluzzo dal 1914 in poi come centro di ajUiguartaro lontano e recente. Non sembri questo un contrasto di termini: in realtà accanto ai veri e propri antiquari, pi opperà un artigianato che imita alla perfezione gli stili più celebri, non già per gabellarli come merce Dreziosa che ha resistito a1 tempo ma per farli rivivere con materiale moderno. Troveremo così un baror ■ neziano del '700 nato ieri, e armonie di palissandro bosso ebano avorio oro-zecchino che sembrano di chissà quando e, viceversa, l'autore è al loro fianco, e metalli d'ogni genere martellati a mano, e intarsi r"-eziosi con fatiche da certosini perché spessissin.o vediamo incollati a mono (e per lunghi tratti) pezzettini non mai inferiori a un centimetro, ma che nelle curve arrivano anche a due soli milli¬ metri; e mobiletti che servono da bar vetrina scrittoio; e accanto ai legni di gran lusso cesellature in olivo, melo, susino, acero, radica d'olmo: e «cantoniere! vedremo, oggi non più di moda negli angoli delle nostre case ma ancora ricercate se aggraziate così sull'antico; e vecchi candelabri, dai quali sprizza l'illuminazione elettrica; e gli impellicciamenti.a «damiera»; e comò dei più celebri Luigi di Francia; e lampadari in ferro battuto, complicatissimi, con l'aggiunta di fiori, pur essi in ferro, sempre a mano; e, accanto a quadretti autentici dell'antica Cina, mobili che sembrano usciti da Pechino ma son nati a Saluzzo; e preziose specchiere, infine, con le complicate cornici a lamine d'oro, che a differenza delle antiche servono benissimo a specchiarcisi. Adagio adagio gli specchi si consumano. Il Petrarca ne dà pure una ragione indiretta, quando dice a Laura: < ...i micidiali specchi - che 'n contemplar voi stessa avete stanchiy. Diremo qualche nome, scelto a caso, tra tanti bravissimi artefici: per esempio Manzo Bernardo. Giovanni Chiabrando, Nino Masera, Bernardo Galliano, Pio Testoni, M. Osella, Sisto Ronco, Filippo Perego, Domenico Vassallo, Luigi Bargna, Giuseppe Vallerotti, Bertone, Pasero, Partiti ed altri. Non trascureremo il rag. Giovanni Craveri, già direttore di banca che si diverte a trasformare in oche, anitre, soprammobili vari, i grossi frutti del pino e costruisce lillipuziane carrozze « Maria Teresa », berline reali, carretti di Sicilia o della Malpsia.