Si prevedono altri sei arresti per lo scandalo delle Nicolay-SFIAR

Si prevedono altri sei arresti per lo scandalo delle Nicolay-SFIAR 1/inchiesta della Magistratara ad una svolta decisiva Si prevedono altri sei arresti per lo scandalo delle Nicolay-SFIAR 1 mandati di cattura sarebbero a carico di tre legali, un dirigente di banca e due esponenti della finanza - Implicati nell'affare delle opzioni che avrebbe fruttato 700 milioni (Nostro servizio particolare) Genova, 1 settembre. T-l dottor Marcello De Felice, sostituto Procuratore della Repubblica che dirige la prima e sommaria inchiesta sullo scandalo Nicolay, per tutta la giornata ha risposto ai giornalisti che bussavano all'uscio del suo ufficio per avere le ultime notizie: « E' in corso una Iniziativa. Mi dispiace, ma di più non posso dire». Quarantenne, bruno, balletti a punta, di media statura e con lieve tendenza alla pinguedine, il dottor De Felice, napoletano, è più loquace con 1 gesti che con le parole, specialmente in questo delicato periodo in cui il segreto prò fessionaìe lo obbliga ad una rigorosa riservatezza. A che punto è l'inchiesta sul clamoroso scandalo finanziario? Interpretando i gesti del magistrato, si può dedurre che è arrivata ad una svolta decisiva, alla vigilia di qualche altro arresto non meno sensazionale dei precedenti. Calmo, impassibile, negli ultimi giorni il dottor De Felice — il Sepe di questa complicata storia di milioni — ha ricostruito la vicenda nei termini fondamentali, riuscendo ad in dividuare i protagonisti e le loro responsabilità. Stamane, avrebbero dovuto essere depositati i verbali degl'interrogatori, subiti nel carcere di Marassi, dall'avv. Gustavo Lanzillotti ex-presidente della Nicolai/, da Antonio Loij e dagli agenti di Borsa Rinaldo De Ferrari, G. B. Gualco e . Orfeo Succio, ma all'ultimo momento, appunto in seguito alla nuova « iniziativa >, il sostituto Procuratore della Repubblica ha rinviato la consegna degli atti. Il quintetto che rappresenta la pattuglia avanzata degli intraprendenti speculatori, è stato interrogato a lungo e il resoconto delle dichiarazioni riempie un voluminoso fascicolo che, forse soltanto lunedi o martedì, i legali degli arrestati potranno consultare. Fino ad ora, quindi, non si hanno precisi ragguagli sulla linea difensiva elaborata dai cinque. Tutti sono chiusi in celle separate e senza possibilità di comunicare con l'esterno. Alla signora Loi, che abita a Roma, è stato negato il permesso di conferire con il marito. Alcune indiscrezioni riferiscono che, durante gl'interrogatori, uno degli arrestati, non si sa bene chi, avrebbe tentato di diminuire il peso della propria colpevolezza a scapito degli altri e facendo in tal modo Interessanti ed utilissime rivelazioni. Spezzata la barriera di omertà, la magistratura ha raccolto dati fondamentali per scoprire 1 retroscena. Il rag. Antonio Loi sarebbe addirittura crollato di fronte alle incalzanti contestazioni del ùottor De Felice e si sarebbe sfogato in un pianto dirotto. Pare che qualche altro dei suoi collaboratori abbia inoltre perduto la sicurezza ostentata fino a poche ore prima di porgere 1 polsi alle manette. A Marassi, il dott. De Felice è molto temuto per la particolare abilità con la quale Induce 1 prevenuti ad aprirsi, a confessare, ' e si raccontano parecchi episodi di improvvisi colpi di scena realizzati dal magistrato in queste occasioni. Egli applicherebbe una tecnica < confidenziale », portando il confronto su un terreno di normale conversazione, e con accorgimenti psicologici sovente di sicuro effetto. Attraverso i colloqui, condotti con tono pacato, il costituto procuratore avrebbe disarmato rapidamente i cinque speculatori. Secondo le voci che circolano questa sera a Palazzo Ducale, sul tavolo del procuratore generale dott. Giglio, giacciono cinque o sei mandati di cattura. E' molto probabile che questi arresti siano da collegarsi till'c affare delie opzioni >, una delle tante manovre avvenute sotto l'insegna dalla Nicolay e che avrebbe sidrssrftcStmmfrdspCnftzgDtcr fruttato un guadagno illecito di oltre 700 milioni. L'affare incominciò 11 12 giugno '53, allorché si riunì l'assemblea straordinaria degli azionisti della S/iar, convocata per decidere l'aumento del capitale. La riunione si concluse, infatti, elevando il capitale sociale da 1.250.000 lire a 25 milioni emettendo 248 mila azioni del valore nominale di lire mille ognuna. Poco dopo, 11 27 dello stesso mese, altra riunione del Consiglio amministrativo, nel quale figuravano 1 cinque e con breve discussione essi stabilirono alla unanimità di rinunciare all'opzione a beneficio della Sflar. In virtù del diritto di opzione, all'Anzillotti, al Loi, Gualco, Succio e De Ferrari spettava la precedenza nell'assicurarsi l'acquisto delle azioni emesse, ma vi rinunciarono, ed ecco il perché. Per comperarle, avrebbero dovuto versare un congruo numero di milioni mentre invece, con il raggiro architettato, se ne impadronirono ugualmente e senza sborsare una lira. Il Consiglio di amministrazione affidò a una banca genovese, filiale di un istituto di credito d'importanza nazionale, l'incarico di collocare le 248 mila azioni a lire 5570 per una; la banca avrebbe perciò Incassato 385.716 mila lire per conto della Sfiar. I cinque intervennero ordinando alla banca di versare alla società soltanto la metà dei diritti di opzione e con l'altra entrarono in possesso del cinquanta per cento del nuovo pacchetto azionario, pagando il valore nominale di lire mille ogni azione. Il pacchetto, in un secondo momento, i cinque lo cedettero attraverso un'operazione privata, nascondendo accuratamente la rinunzia al diritto di opzione, al prezzo delle quotazioni di borsa, cioè lire 5570 per azione. In questa manovra fraudolenta naturalmente i cinque pare non abbiano agito da soli, ma con la complicità di cinque o sei persone che starebbero per essere raggiunte da mandato di cattura. Sembra che l'affare delle opzioni aprirà le ' celle di Marassi a tre legali, che ebbero il ruolo di prestanome, a un dirigente di banca e a due noti esponenti del mondo finanziario locale. Dopo la nuova serie di arresti, conclusa la prima fase, la inchiesta proseguirà in altra direzione per accertare le varie circostanze che hanno consentito al civilista milanese Lanzillotti e ai tre agenti di cambio (il Loi risulterebbe estraneo), d'imbastire la colossale impresa finanziaria e industriale soprannominata <ope razione del Sannio». Sarà poi iiiiiiiiiiiMiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiii 11 turno dello zuccherificio di Racconigi, che si è ripercosso con numerosi dissesti in Piemonte e specialmente a Saluzzo. < Un'indagine su una vicenda densa di fatti come questa — ci ha dichiarato un magistrato — deve essere divisa in atti come una commedia. Per adesso siamo quasi alla fine del primo », Gli indizi lasciano intendere che quelli successivi riserveranno notevoli sorprese e che l'alta marea degli arresti salirà ancora. a. m. Il dott. De Felice, Sostituto Procuratore della Repubblica, che dirige l'inchiesta sullo scandalo « Nicolay » (Tel.)

Luoghi citati: Genova, Piemonte, Racconigi, Roma, Saluzzo