Dodici villeggianti morti e tredici feriti in un pullman che rotola per 300 metri

Dodici villeggianti morti e tredici feriti in un pullman che rotola per 300 metri Spaventosa sciagura durante una gita sui tornanti dei Pasubio Dodici villeggianti morti e tredici feriti in un pullman che rotola per 300 metri Partiti da. Beco aro per visitare il celebre ossario - L'automezzo ha sfondato il parapetto ed è precipitato /ino iti fondo valle - L'autista era sceso per pulire i vetri: è fuggito o . (Nostro servizio particolare) Vicenza, 1 settembre. Dodici persone sono morte e tredici sono rimaste ferite in uh tragico incidente stradale avvenuto poco prima delle 16 di oggi lungo la strada che si snoda tra le jredolomiti vicentine e da Campogrosso sale all'ossario del Pasubio. Vn pullman della <ttf&UV;tttorio. Pe^r^aì'-V'(iltógw>; condótto dall'autista Giuseppe Girotti, di té anni, pure da Valdagno — l'unico sfuggito alla catastrofe, e ora irreperibile — è precipitato, in Val di Lessa: recava a bordo venticinque passeggeri, tutti villeggianti di Recoaro Terme, partiti verso le H da quest'ultima località per compiere una gita al sacello ohe si erge sul colle di Bellavista. Nove sono morti sul colpo, t, e alVospedale di Schioj u'ei tredici feriti, undici sono ricoverati all'ospedale, e due sono stati dimessi dopo la medicazione. Il pullman aveva fatto tappa a Campogrosso verso le 15. I passeggeri erano scesi, avevano bevuto bibite e caffè in un bar, i bambini e le giovinette che facevano parte della comitiva si erano messi a giocare su uno spiazzo intrecciando lieti girotondi. Il cielo era imbronciato, ma c'era vento, forse le nubi sarebbero state spazzate; invece, quando il pullman affrontò la salita che porta al Colle Bellavista cominciarono a cadere le primi gocce. In breve fu la bufera, un acquazzone violento, che annullò quasi la visibilità. L'autista ridusse sensibilmente la velocità. La strada, larga in quel punto non più di cinque metri, non consente imprudenze. In prossimità della parete del Corvetto, dovè la strada scende per una breve discesa, Giuseppe Girotti arrestò la macchina: non si vedeva quasi più, bisognava pulire il parabrezza dall'esterno. Compiuta l'operazione, risali sul pullman ma, mentre si accingeva a sedere al posto di guida, la spugna gli sfuggì di mano ed egli ridiscese di nuovo per recu' perarla. Fu a questo punto che avvenne la sciagura. Improvvisamente si allentarono -i freni del pullman e la macchina si mise in moto acquistando in- breve forte velocità sulla discesa. Qualcuno dei passeggeri si gettò sul vo tante, tentò di raggiungere il sedile di guida per manovrare i freni: ma non vi riusci. Per. corse alcune decine di metri a zig-zag, l'automezzo sbandò sulla destra, sfondò un muretto, fece un salto di 'cinque metri, cominciò a rotolare lungo un pendio di oltre trecento metri, privo di alberi di grosso fusto: vi sono soltanto piccoli faggi, che il bolide demolì come fuscelli, disseminando nella sua corsa corpi straziati, mombra dilaniate, e fermandosi infine'a valle, cumulo informe di rottami. Seguiva il pullman un'auto pubblica di Recoaro che portava a bordo sei turisti oltre l'autista Emilio Cornale, di Recoaro Terme. La macchina si fermava e gli occupanti si precipitavano in soccorso dei passeggeri, mentre l'autista si recava all'ossario del Pasubio da cui telefonava a Schio per soccorsi. Medici e autoambulanze venivano fatti affluire immediatamente sul luogo della sciagura, assai impervio e difficilmente raggiungibile, da Schio, Recoaro, Valdagno, Valli del Pasubio. Intanto giungevano sul po¬ sSccstcisdSr5Rnd i i i i e a e a sto, insieme ai carabinieri di Schio e di Recoaro, anche i componenti del corpo di soccorso alpino di Schio e di Arsiero, una ventina di giovani t quali, muniti di corde, piccozze e sacchi di tela e di iuta, iniaiavano l'opera di soccorso e di ricupero. Subito dopo giungevano anche le autoambulanze degli ospedali di SchUtfér di Valdagno insième a quella dei vigili dei fuoco di Vicenza. Nove persone venivano tro-' rate cadaveri, e la loro identtficazione non era sul momento possibile. Erano quasi privi di indumenti, i loro documenti di identità non venivano trovati od erano stracciati, illeggibili. Tre erano moribondi e spiravano all'ospedale di Schio subito dopo il ricovero: sono Vittorio Attili, di Roma, Maria Ferrando, di 9 anni, da Genova, e Lanfranco Proietti, pure di Roma. Dei tredici feriti, due erano lievi: Caterina Minuzzi, di 40 anni, e Margherita Pigato, di 55 anni, entrambi da Marostica, che potevano, essere dimesse dopo la medicazione dall'ospedale di SchioGli altri undici, quattro dei quali gravissimi, sono ricoverati nello stesso ospedale: Carlo Ferrando, di 36 anni, da Genova, padre della piccola Maria, Maria Rosa Capurro in Ferrando, di 18 anni, da Genova, Germignano Potetti, di 50 anni, da Mirandola, Raffaele de Camillo, di 36 anni, da Roma, Mario Vargio, di 31 anno, da Roma, Marisa Bianchi, -, di 15 anni, da Genova, Santina . Bianchi, sorella di Marisa, di 30 anni, Bruna Asia, di 8 anni, da Verona, Rosalba Benvenuto, di 8 anni, da Genova!' Marisa di Piaggi, di S6 anni,' da Sesto San Giovanni. L'undicesimo ferito non è stato ancora identificato. Nessuna traccia dell'autista, scomparso subito dopo la sciagura. La versione che s'è data del disastrò sembra la più at- ' fendibile, dal momento che il giovane Girotti s'è salvato; ma ' ce n'è un'altra, dell'autista Cornale che seguiva in macchina . U pullman, secondo Ut quale la catastrofe sarebbe avvenuta mentre l'automezzo era in corsa. Il Cornale non ha tuttavia visto il Girotti lanciarci prima che il pullman precipitasse e non sa quindi spiegare come egli possa essersi salvato. La piccola Marisa Bianchi, ricoverata all'ospedale di Schio, è l'unica che riavutasi dallo choc prodotto dallo spavento, abbia potuto fare delle dichiarazioni. Era nell'ultima fila di sedili del pullman insieme con la sorella che aveva in braccio la figlia Rosalba, di 8 anni. Sta- j vano parlando dell'Ossario del Pasubio che dovevano visitare.-. Non ha menomamente avvertito il disastro: ad un certo punto si è accorta che tutti i passeggeri si erano alzati in piedi. Ha sentito un gran colpo e poi più nulla. E' tornata *•* .sd adagiata su un prato in mezzo ad un ammasso di rottami e di persone. Delle nove salme adagiate nell'obitorio di Valli del Pasubio questa sera a tarda ora cinque sono state riconosciute. 51 tratta dell'industriale genovese Mario Bazzurro, di 57 anni, di sua moglie Maria Luisa Pace, di 40 anni, di Mario Ceriani, di 28 anni, residente a Milano, di un certo Egidio Pasin, non meglio identificato, e di Leonello Antonellini, di Ferrara. 1 I resti del torpedone precipitato In fondo ad un precipizio della Val dì Lessa (Telefoto) lllllllllllIllllllllIllllllllltMlllllIIIIIIIIIItMIIlllIllllllllllMlllllllllllllllMIIIMItlllMllllllMlllllIllllllllillllllia