Molti "velocisti» sopravvivono solo per la prudenza degli altri

Molti "velocisti» sopravvivono solo per la prudenza degli altri = O P I N IONI PERSO N A L I = Molti "velocisti» sopravvivono solo per la prudenza degli altri Pubblichiamo altre lettere sull'appassionante polemica circa la velocità degli automezzi. Non ci è possibile riportare tutti gli scritti che ci pervengono anche se molti recano, sia per l'una che per l'altra tesi, argomentazioni sensate e convincenti. Signor Direttore, ho seguito attraverso La Stampa di questi giorni la polemica che il signor De Castro ha sollevato sulla circolazione stradale. Premesso che queste pubbliche discussioni molto contribuiscono ad educare il cittadino: se pur ancora giovane e quindi con minor esperienza del signor De Castro mi permetto di far osservare che se tutti viaggiassero alla velocità di 100-140 km. orari, allo stato attuale delle cose, lo stesso automobilista esperto e con macchina adatta, non potrebbe certamente più viaggiare con quella sicurezza ed Incolumità che finora, per merito proprio e degli altri, ha avuto. Sarebbe il caso di ripetere le parole di un mio amico parecchio spericolato e cioè che a lui non era mai successo niente, malgrado la sua indisciplina stradale, poiché si fidava nella prudenza degli altri. Cordiali saluti. Sfarc/ifsio Sergio Signor Direttore, tanto sono giuste e ragionevoli le osservazioni dei signori Galante Garrone, Ostorero Mamei e Casoletti, sulla velocità come aggravante delle disgrazie, altrettanto è errato, superficiale e rivelatore di una men talità deleteria lo scritto del pedone signor Galletti. Si potrebbero confutare una per una tutte le. sue affermazioni: ma preferisco rilevare come l'atteggiamento del aignor Galletti, che vede in ogni automobilista un potenziale assassino è, non solo errato, ma anche dannoso al pedone stesso: perché gli toglie quel minimo di sangue freddo e di ragionamento che sono necessari per circolare, anche da pedone, e favorisce 11 tipico comportamento « da gallina spaventata»: incerto, esitante e nello stesso tempo imprudente che è causa di tante disgrazie, di cui spesso non è vittima il pedone che ne fu la causa, ma un automobilista innocente. Come si fa a dire che l'automobilista non si preoccupa del pedone che attraversa la strada nei passaggi pedonali? Io mi offro di far vedere al signor Galletti come si possa sempre, in qualunque momento e in qualunque condizione di traffico, attraversare sicuramente la strada nei posti a ciò destinati, anche se non protetti da semafori. Basta per questo avere un po' di buon senso, e non considerare l'automobilista come una belva assetata di sangue, ma un uomo come ogni altro, che cerca sopra ogni cosa di evitare d'essere coinvolto in un incidente, e che desidera solo alcune semplici cose; p. es. che quel dato pedone, che sta attraversando la strada, continui ad attraversarla tranquillamente, permettendogli di regolare la propria velocità e direzione In modo opportuno: e non faccia improvvisamente un salto indietro; che dietro quel tram fermo non sbuchi improvvisamente un altro pedone; che un terzo pedone non salti improvvisamente giù dal marciapiede per salutare un amico... ecc. Questo è il minimo che possiamo chiedere ai pedoni noi automobilisti che, oltre a pagare le tasse comuni a tutti i cittadini pedoni, paghiamo in più, con le tasse sulla benzina, la tassa di circolazione, la tassa sulla patente, somme tali che, se fossero devolute Interamente al miglioramento del1- circolazione, potrebbero permettere la costruzione di magnifiche strade, perfette e sicure, riservate esclusivamente agli automobilisti. Poiché questo non avviene, il signor Galletti deve ringraziare gli automobilisti che, con il loro contributo al bilancio statale, alleggeriscono notevolmente il peso delle sue tasse. Non me ne voglia il signor Galletti, ma questa è la realtà. Ing. Domenico Garelli Signor Direttore, fino ad oggi, ho seguito con molto interesse la polemica sui - criminali della strada » e con mblto piacere ho notato che tutti si sono schierati e con fondatissiml argomenti contro il signor De Castro. Però nessuno ha fatto rilevare il più valido argomento che mette definitivamente da parte la presunzione del sig. De Castro. Ammesso di voler riconosce re al signor De Castro tutta la sua abilità nella guida della sua < superveloce » deve pure tenere conto che una improvvisa foratura oppure un momentaneo malore possono mettere in serio pericolo la vita degli altri, come del resto la stampa quotidiana spesso ci fa legger* EHo Musso Signor Direttore, ho letto l'articolo del professor Diego De Castro, pubblicato su codesto giornale sotto Opinioni personali ». Guido l'automobile da 29 anni e pertanto ho una notevole esperienza e Uno ad ora grazie a Dio nemmeno io non ho mai « arrotato » nessuno. Tuttavia sono dell'opinione opposta di quella del professor De Castro. Egli non ha detto che, ad esempio, negli Stati Uniti vi sono stretti limiti di velocità massima, imposti dappertutto, e che le statistiche provano che gli incidenti colà sono per la massima parte dovuti ad eccesso di alcool da parte del guidatore od a motivi che nulla hanno a che fare coll'eccesso di velocità. Le stesse statistiche dicono altresì che in un anno, negli U.S.A. vi è un incidente ogni 10.000 macchine, mentre in Italia, paese automobilisticamente veloce, vi sono se ben rammento, circa 13 incidenti sempre per ogni 10.000 macchine. Inoltre, anche in Europa, la Svezia ha limiti di velocità massima che si aggirano sui 60 chilometri all'ora. Che poi < correre con una macchina la cui ripresa ed i cui freni siano - calcolati per un'elevata velocità, rispettando le regole del traffico, non costituisca pericolo alcuno », è cosa discutibilissima: e se una gomma scoppia in piena velocità, oppure se ad esempio un cane attraversa la strada sbucando improvviso da un cespuglio? E' il signor De Castro sicuro che se la caverebbe impunemente e che non procurerebbe danni ad altri? Suo dev.mo Dott. Ing. Aldo Bressi

Luoghi citati: Europa, Italia, Stati Uniti, Svezia, U.s.a.