L'accesa polemica sugli automobilisti veloci

L'accesa polemica sugli automobilisti veloci OPINIONI PERSONALI L'accesa polemica sugli automobilisti veloci Un padre che ha perso il bimbo sotto una macchina scrive: "Sono anch'io un appassionato della guida, ma penso che tutto sia affidalo alla prudenza cosciente di chi è al volante,, - Un altro lettore propone addirittura di "togliere la patente al sig. De Castro,, Continuano a giungere al giornale molte lettere sulla polemica circa la velocità degli automezzi. Contengono ora osservazioni calme e persuasive, ora implacabili accuse contro gli « automobilisti veloci ». Crediamo utile per l'interessante dibattito pubblicare alcune lettere tra le tante. Signor Direttore, ■ono un appassionato lettore de La Stampa; ed in questi giorni ho avuto modo di seguire le polemiche sulla < velocità sulle strade». A questo proposito anch'io vorrei dire qualcosa sull'articolo del signor Diego de Castro. Sono anch'io un grande appassionato della guida dell'automobile, ma poiché mi ritengo un guidatore prudente, quando ho letto l'articolo che colpiva molti guidatori di auto come criminali di strada, non mi sono offeso e tanto meno sentito Incluso nel numero di questi. Ho percorso migliaia e migliaia di chilometri, mi piace l'ebbrezza della velocità e in essa mi sento sicuro poiché mi ritengo abile e buon guidatore. Quando però tengo il volante in mano per up percorso di sei o settecento chilometri, so distinguere quando mi posso lanciare e quando devo camminare prudentemente. Appunto per questo non mi sono risentito quando lessi l'appellativo di assassini della strada. Proprio io che sono stato colpito di recente da un grave lutto a causa dì un automobilista che ha tolto la yita a mio figlio, per l'eccessiva velocità, in luogo abitato, quindi come tale dovrei essere ostile alla velocità e dovrei riprovare questi pazzi ed incoscienti; ma purtroppo non sono io ad impedire l'èra moderna degli scienziati che progrediscono senza che l'uomo della strada possa seguirlo sia per i riflessi umani, sia per le strade nostre che non consentono alte velocità, perciò tutto è affidato alla prudenza cosciente' di chi guida ed al rispetto della vita altrui sia pure quella di un bambino. ChianaK Giovanni. Strada Genova 189 - Testona (Torino) Big. Direttore, La prego non volermene se mi permetto inviarLe il presente Bcritto, con gli errori in esso contenuti, per difetto di coltura. Ho letto quanto ha scritto il prof. De Castro, e anche «Opinioni personali», che rispecchiano molto meglio (è mia convinzione) il pensiero della massa di guidatori di - auto. La mia- patente è del • 10-9-1921 e non sono in errore se dico che ho quasi sempre guidato. Mai avuto un incidente grave. Quindi se fossi un De Castro mi direi un guidatore perfetto. Invece dico ho sempre avuto dalla mia una grande fortuna, non disgiunta da una buona prudenza. Potrei dire tanto ma ritengo più utile precisare un solo particolare che non ho scorto ancora scritto. Tante e tante volte ritengo di avere evitato agli amanti della velocità dei guai frenando io con tutti i diritti della precedenza, e tante altre volte ho visto altri fare come me per evitare in modo particolare nei sorpassi disastri, dovere frenare anche bruscamente incrociando, per dare modo al velocista mal calcolatore di . superare e riportarsi nella sua sede stradale. Questo non è che si fa per la incolumità dell'amante della velocità, ma bensì per la propria. Non è affatto vero che arriva prima chi corre, ma bensì | chi sa andare moderato lbmdcpepdtsipddllmlddmtpgascnplmnqcdpprde"I8- <»ntinuo..Chi. vanta la propria Iabilità di guidatore è solo un vanitoso, perché gli ostacoli sono tanti e tali, nonché improvvisi che quando si evitano ci si deve dire miracolosamente fortunati. Grazie e distinti saluti. F. Polidori via Tonello 12. Torino Signor Direttore, seguo con interesse la pole-< mica sugli incidenti stradali, e mi permetto di inserirmi nella, discussione con poche osservazioni, perché mi pare che i problemi relativi siano affrontati sovente da punti di vista unilaterali. Intanto: è vero che il numero degli incidenti è aumentato in valore assoluto, ma occorre considerarne il valore relativo; la circolazione stradale è quintuplicata nel giro di pochi anni e sono quintuplicati anche gli incidenti? Si fa quasi sempre colpa all'automobilista: ma una fermissima percentuale di incidenti è provocata da motociclisti, che troppo spesso < peccano > in buona fede, in quanto ignorano il codice stradale. Si pensa di limitala la velocità massima: ma i 90 km. all'ora, supponiamo, sono pochi per una grossa o media cilindrata, e sono sempre troppi per un'utilitaria, o una motoleggera. E questo limite dei 90 km. all'ora è di tutta sicurezza se si viaggia su un'autostrada: ma non lo è più se si percorre una strada di montagna, magari con la pioggia o 11 ghiaccio, oppure con il mezzo meccanico non in buone condizioni di efficienza. E poi, chi riuscirà a controllar j ^focacemente la velocità dei vari automezzi? Bisogna essere realisti, e non farsi delle idee, preconcettei tutti sostengono, ad esempio, che l'autostrada Torino-Milano è pericolosissima: inveSa^nroporz.onalmente.ai veicoli'Nnhe la percorrono, è una delle Più sicure. E' vero, molti guidatori sono incoscienti o < pazzi > o poco abili: limitando la velocità massima però non si risolve nulla, o l'Eli poco. Occorre ricordare che l'aumento del traffico comporta, almeno propor- zionalmemc-, un aumento di in- cidenti: negli S'ati Uniti, con limitazioni di velocità, strade bellissime, vigilanza strettissima, i morti per incìdenti stradali raggiungono annualmente cifre impressionanti. E' lo scotto che si paga al progresso. E' vero che si può, e si deve, ridurre per quanto possibile il numero degli incidenti. Ma allora si educhino tutti gii utenti della strada e si puniscano inesorabilmente le infrazioni, con contravvenzioni proporzionate (anche per i pedoni e i ciclisti!) e con immediato ritiro della patente o del libretto di circolazione. E si provveda a rafforzare la polizia stradale, in attesa di migliorare tutta la rete stradale italiana, assolutamente inadeguata. La circolazione stradale è aumentata progressivamente di giorno in giorno, mentre le strade sono rimaste sempre presaapoco le stesse, malgrado gli avvertimenti e gli allarmi dei competenti: e ora stiamo pagando anche per l'incuria dei nostri governanti, che non hanno provveduto in tempo. Mancano i soldi per fare le strade? Ma via, centinaia di miliardi di lire all'anno versano gli utenti della strada: e questi soldi, che aumentano continuamente, con l'aumento del traffico, non dovrebbero per caso, almeno in piccola parte, essere spesi per migliorare efficacemente la rete stradale? Occorre del tempo, d'accordo. Ma occorre pur cominciare, un giorno o l'altro. Date strade adeguate, agenti severi che vigilino e puniscano, educate tutti gli utenti a un maggior rispetto della vita altrui, e a una maggior cortesia: la percentuale dei sinistri diminuirà. Ma il loro numero totale, ahimé, continuerà sempre a crescere! Ing. Piero Carmagnola via Cibrarto 61, Torino Signor Direttore, ho seguito la polemica sulla < velocità sulle strade ». Naturalmente le opinioni espresse da tutti coloro che hanno indirizzato lettere alla S. V. condannano l'articolo del sig. De Castro e questo è molto confortante, giusto e umano. Le autorità competenti dovrebbero provvedere a ritirare la patente di guida a questo signor De Castro che può aver causato, anche in buona fede, lo stimolo ai criminali e agli assassìni della strada a continuare a correre a forte velocità. Questa proposta ritengo che riscuota l'approvazione unanime di tutti i cittadini di buon senso. La pregio vivamente, signor Direttore, di pubblicare la presente. Con molti ringraziamenti. Di Bella Annibale via C. Battisti 8, Asti Signor Direttore, non ho letto l'articolo del signor De Castro, ma le repliche apparse su La Stampa di martedì, e mi sento d'accordo con l'articolista. Mio figlio ed io amiamo marciare a notevole velocità e non possiamo dire ohe non ci sia capitato nessun incidente, perche almeno tre si possono considerare, tali, ma neanche a farlo apposi n, tutte e tre le volte la nostra macchina era ferma e l'incidente era dovuto a distrazione od a mancata os-.| servanza delle norme di circolazione da parte di altri. Qualche volta l'alta velocità mi ha permesso di scansare motociclisti imprudenti che altrimenti non avrei fatto a tempo ad evitare. Difendo quindi l'alta velocità, purché chi guida sia dotato di senso di responsabilità e di prudenza. Non ostante la velocità non ho mai sorpassato in curva, e qualche volta — mentre io rallentavo anziché sorpassare — perché si avvicinava una curva od una zona di traffico intenso, altre macchine piccole o grandi e motociclisti si lanciavano al sorpasso provocando o arrischiando l'incidente. Se le statistiche degli incidenti tenessero conto di tutti gli elementi di causa, sono convinto che l'80 per cento del casi sono provocati da netta imprudenza o da ignoranza delle norme di circolazione stradale. Occorre quindi imporre a chi guida un motomezzo (auto o moto) la totale è profonda conoscenza delle norme di circolazione stradale. Poco importa che il guidatore non conosca il funzionamento del suo motore, ma deve ben aver presente (non solo nella memoria) quando deve sorpassare, quando deve dare la precedenza, ecc. Ho visto come sì circola in Inghilterra e dagli inglesi ho imparato quasi a fermarmi quando entro in un'altra strada e questo, che per me e per altri è volontario, dovrebbe divenire una norma obbligatoria. Ma all'imprudenza ed all'ignoranza delle norme di circolazione, occorre aggiungere la « prepotenza » degli autisti di pullman od autotreni — che sovente — anziché lasciarti il passo, se si chiede la strada —, ti stringono contro il bordo — e l'uso improprlato degli abbaglianti. Di notte si incontrano sovente automezzi che hanno sempre un abbagliante acceso, ed altri che non lì spengono ai segnali stabiliti. Per ciò che riguarda i principianti si dovrebbe segnalare l'automezzo e limitarne la velocità con l'imposizione di un diaframma per almeno un anno. Il pedone ed il ciclista sono svcg5l spesso i responsabili degli incidenti, ed anche ad essi dovrebbero essere insegnate le norme della circolazione, in corsi obbligatori da tenersi metodicamente in tutte le scuole. Barnabè (Via De Amicis 3, Legnano)

Luoghi citati: Inghilterra, Legnano, Milano, Torino