Atroce morte di una bambina avvelenata da sardine in scatola

Atroce morte di una bambina avvelenata da sardine in scatola Dopo II pranzo dalla nonna per la feata del paese Atroce morte di una bambina avvelenata da sardine in scatola / suoi familiari, una dozzina di persone, hanno sofferto torli dolori (Nostro servizio particolare) Trino Vercellese, 29 agosto. Una bambina di dieci anni, figlia di contadini abitanti in una cascina poco lontano dalla periferia del paese, è morta oggi a mezzogiorno fra atroci spasimi in seguito ad avvelenamento per ingestione di cibi guasti. La bambina, Maria Margherita Montarolo, aveva accusato i primi disturbi viscerali già nel pomeriggio di lunedì scorso. Ma i suoi pa- retiti non avevano dato gran peso alle sue lamentele: attribuivano il malessere al pranzo sovrabbondante consumato in casa della nonna in occasione della festa di San Bartolomeo, patrono di Trino. Del resto anch'essi, che avevano mangiato più del solito, erano stati poco bene. Il giorno dopo le condizioni della bambina e di tutti gli altri che avevano partecipato a quella riunione conviviale — una dozzina di persone in tutto — si aggravarono. Ma nessuno credette ancora di doversi allarmare eccessivamente. Stamane, quando Maria Margherita apparve gravissima suo padre si spaventò e corse a chiamare la dottoressa Adriana Irxco. La dottoressa, constatato che ormai v'erano ben poche speranze di salvare la bambina, richiese l'inter vento del prof. Ferri di Vercelli. Nel frattempo le prati cavano energiche cure. Ma purtroppo nulla poteva ormai più strapparla alla morte. La tragica fine di Marta Margherita Montarolo ha suscitato profonda emozione in paese dove la sua famiglia è ben conosciuta. Tutti parlano con commiserazione di questo luttuoso episodio e si domandano quale possa essere stata la causa dell'avvelenamento collettivo che ha colpito la famiglia di contadini. Ma nulla di preciso si sa: non riescono ancora a dare una spiegazione chiara coloro stessi che sono stati intossicali, il pretore dottor Negro ed il maresciallo dei carabinieri Jannaccone che hanno inizialo l'inchiesta. I contadini Francesco Montarolo, di 35 anni, e sua moglie Maria, abitanti nella cascina Belvedere, avevano stabilito dt festeggiare la solennità paesana insieme con i loro due bambini e gli altri parenti in casa della nonna, Margherita Tricem, abitante in via Giovanili Lanza. Al pranzo, che ebbe luogo lunedi, furono naturalmente portati ih tavola cibi particolari: atitipasti vari fra otti salumi e scatole di sardine. La riunione si svolse in allegria. Ma quando tornarono, nel tardo pomeriggio, la piccola Maria Margherita cominciò ai accusare disturbi intestinali. Fu messa a letto. Passarono alcune ore ed anche il padre e la madre si sentirono poco bene. Poi fu la volta del bambino più piccoio. La notic trascorse tuttavia al/bastanza tranquilla. II giorno dopo i Montarolo seppero che anche gli altri parenti erano stati male. Ieri le condizioni della bambina si aggravarono, ti suo fratellino, invece, t genitori e tutu gli altri che erano stati intossicati, sembrarono migliorare. La notte fra il martedì e il mercoledì fu un inferno per Maria Margherita e finalmente, questa 15mb11l11g8A mattina, suo padre, spaventato, decise-di ricorrere ai medici. Ma ormai era troppo tardi. Furono informati i carabinieri i quali a loro volta denunciarono il tragico episodio al Pretore. Aveva cosi inizio l'inchiesta. Un particolare sembra possa offrire una traccia per scoprire la causa dell'avvelenamento collettivo: l'unica persona che non accusò il minimo malessere è stata la nonna. Che cosa non aveva mangiato per essere rimasta indenne t Pur straziata dal dolore la donna, che era particolarmente affezionata alla nipotino, si è sforzata di ricordare ed alla fine ha affermato di avere mangiato tutti i cibi ingeriti dai partecipanti al pranzo tranne le sardine in scatola. Le autorità inquirenti avrebbero ritrovato la scatola, or" mai vuota, ma oontenente ancora tracce di olio in cui i pesci erano conservati. Sperano che siano sufficienti per consentire al perito di eseguire un'analisi; la qual cosa risparmierebbe ai genitori un altro strazio: quello di dover consentire che le carni della lóro bambina siano martoriate dall'autopsia per consentire alla legge di far luce sulle cause della sua morte. n. p. Maria Margherita Montarolo

Luoghi citati: Trino, Vercelli