Nasser respingerebbe l'invito ma evitando una brusca rottura di Vittorio Gorresio

Nasser respingerebbe l'invito ma evitando una brusca rottura L'atmosfera, di allarmismo sta placandosi al Cairo Nasser respingerebbe l'invito ma evitando una brusca rottura Il governo egiziano negherebbe autorità e veste officiale al comitato dei "cinque,, - Profondo sollievo per le disposizioni concilianti dell'Occidente - Le nuove autorità del Canale cercano piloti in Italia ed in Germania (Dal nostro inviato speciale) Il Cairo, 24 agosto. Mentre a Londra si prolungano le conversazioni preparatorie della missione diplomatica straordinaria, che sarà guidata dal Primo Ministro' australiano, al Cairo si diffonde un'atmosfera di stupefatta curiosità; e et si chiede che senso abbia la missione di Menzies, guati ne siano gli scopi, che còsa si pensi di poter ottenere -mediante tale inconsueta procedura. Ieri sera e stanotte, alle prime notizie arrivate da Londra, si era pensato che si trattasse di un «ultimatum» deliberato -in Occidente: .si- pensava che Duliés~'pérs'ón'altnentè venisse al Cairo, e per'ortiche ora circolò là notizia che anche Selwyn Lloyd sarebbe stato della partita. In ogni modo, l'arrivo di cinque ministri degli Esteri da vari Paesi, ciascuno in rappresentanza di uno dei continenti del nostro globo, aveva eccitato le fantasie rendendo nervosissima l'attesa. Mai nella storia diplomatica si era avuto il precedente di unii conferenza, che terminasse con la spedizione di cinque ministri degli Esteri per notificare, ad un Paese contumace, le decisioni prese ir. sua assenza da un gruppo di Potenze deliberanti. ' / più prudenti fra gli ambasciatori si limitavano a dire, interpellati dai giornalisti la notte scorsa, di non capirci proprio nulla, mentre fra i giornalisti eri viva la preoccupazione di assicurarsi un buon posto all'aeroporto del Cairo, per il momento dell'arrivo dei cinque « messi » intercontinentali, già definiti per l'occasione i « Re Magi del ventesimo secolo», portatori non di doni ma d'intimazioni al figliuol prodigo del mondo arabo, il conturbante Nasser. Si credeva difatti che i cinque delegati fossero già partiti, od almeno stessero già col piede sulla scaletta dell'aereo speciale. I «re magi » forse non verranno al Cairo, ma non per questo cade il problema della risposta che otterranno da Nasser. Ci è stato detto, in ambiétiti egiziani responsabili, che ai < Cinque » non può venire riconosciuta alcuna veste, né alcuna autorità. Dopo avere negato di ammettere la campetenzà della conferenza di Londra, Nasser non potrebbe attribuire alcun diritto ai rappresentanti di un gruppo di Paesi che vi erano convenuti, anche se si tratta del gruppo di maggioranza. Il Presidente egiziano considera come un gesto di cortesia la trasmissione, che gli verrd fatta, dei verbali della conferenza, dichiarerà di riservarsi di leggerli con in/èresse, -ma coglierà Vocccsioike per ribadire cht il suo punto di vista sulla questione resta quello già noto: che il problema di Suez può essere regolato soltanto dalla grande conferenza da lui proposta, nel quadro e sotto gli auspici dell'OJf.V. Se questo è-il suo atteggiamento nei confronti dei risultati ufficiali della conferenza, è facile immaginare come egli non sia disposto ad attribuire alcun valore ad un'iniziativa come quella dei « Cinque », che è un'iniziativa presa extra-conferenza che non impegna neppure la totalità dei SS Paesi partecipanti. Questa sarà, dunque, la risposta che il signor Menzies sentirà darsi nella forma e nei modi, che verranno studiati e giudicati più opportuni per quanto riguarda le norme della procedura; ma è certo, in ogni modo, che' quanto alla sostanza — non c'è da farsi la minima illusione. Anzi, le difficoltà che sarebbero insorte a Londra fra i « Cinque » per definire le proprie funzioni ed il luogo stesso dell'incontro con gli egiziani, hanno contribuito a rafforzare l'Egitto in questo suo atteggiamento negativo, poiché le dilazioni e le incertezze degli avversari hanno finito per togliere all'iniziativa il preoccupante carattere di « ultimatum », che essa avrebbe avuto nel caso che fosse stata realizzata, come si pensava questa notte al Cairo, con fulminea rapidità e col prestigioso intervento personale di un Foster Dulles o di un Selwyn Lloyd. Ora, pertanto, i timori di un improvviso colpo di scena si sono dileguati, e si torna a considerare la situazione negli stessi termini di prima,' valutando cioè gli elementi obbiettivi delle possibilità occidentali. Rimane in primo piano la probabilità della < operazione piloti », ma o5)ii giorno che passa consente all'Egitto di meglio prepararsi a fronteggiare l'eventualità della improvvisa defezione dei cento piloti anglo-francesi. Ogni giorno, difatti, se ne ricercano e se ne arruolano dei nuovi; e forse basteranno due settimane per reintegrare i ruoli e garantire una . continuità di funzionamento del servizio. Da vari Paesi, Italia compresa, continuano a giungere domande di arruolamento in servizio, e alcune provengono, a quanto sembra, da elementi che non avrebbero neppure bisogno di uno speciale addestramento, poiché si tratta di piloti che già prestarono servizio nel Canale, come i cinquanta italiani che allo scoi, pio della guerra furono estromessi dalla Compagnia e non più accettati alla conclusione della pace, o di piloti come quelli che prestano servizio nel Canale di Kiel e che per la loro specifica esperienza potrebbero entrare immediatamente in funzione. L'amministratore egiziano dei Canale, ingegnere Yunes, ha intanto pienamente ritrattato le sue imprudenti dichiarazioni dell'altro giorno, ne- cll—oiard gando anzi di avere mai mt- nacciato. di ritardare il tran- sito delle navi inglesi e. fran- c'esi, nel caso del ritiro dei piloti di quelle nazionalità. « Ho detto semplicemente, e lo mantengo — ha dichiarato — che la ' responsabilità di ogni inconveniente ricadrebbe in tal caso su loro, ma posso assicurare che, comunque, faremo di tutto per fronteggiare la situazione nel migliore dei modi». Vittorio Gorresio

Persone citate: Foster Dulles, Menzies, Nasser, Yunes