Si controlla con le perizie il racconto del maresciallo che uccise il pastore

Si controlla con le perizie il racconto del maresciallo che uccise il pastore Interrogato dai superiori e dal Procuratore della Repubblica Si controlla con le perizie il racconto del maresciallo che uccise il pastore "Se non avessi sparato, a quest'ora nel cimitero ci sarei io,, - Autopsia e prova delia paraffina (Dal nostro inviato speciale) Saluzzo, 23 agosto. L'inchiesta, condotta dalla magistratura e dal comando dei carabinieri sul tragico fatto di sangue accaduto in una baita al passo Lungaserra, sopra Barge, è in pieno svolgimento: oggi il maresciallo Long, che uccise il montanaro Cristoforo Cottura con due colpi di mitra, ha conferito a lungo con il suo diretto superiore ten. Pace, comandante interinale della compagnia dei carabinieri di Saluzzo, e con il sostituto procuratore della Repubblica dott. Ippolito; ha steso un più ampio rapporto sugli avvenimenti, /litri rapporti sono stati redatti dai due carabinieri che lo avevano accompagnato alla baita del montanaro. Inoltre, per ordine del dott. Ippolito, è stata eseguita l'autopsia del cadavere ed hanno avuto inizio due perizie: quella balistica e la cosiddetta 11 prova della paraffina >,. sulla l mano destra del Cottura, per miiiiiimmiii stabilire se egli abbia effettivamente impugnato la pistola e sparato contro la pattuglia dei carabinieri. I risultati della necroscopia e le dichiarazioni del maresciallo Long non sono stati resi noti; la magistratura mantiene il più assoluto riserbo non solo per dovere d'ufficio, ma anche perché, allo stato attuale delle indagun, le autorità inquirenti non possono ancora trarre nessuna conclusione obbiettiva: il racconto dei fatti proviene da un'unica fonte e può essere controllato soltanto dalle perieie in corso di esecuzione. tuttavia notizie sono ugualmente filtrate: il grave episodio ha suscitato profonda impressione; se ne fa un gran parlare a Saluzzo, a Barge ed a Paesana e, come sempre succede quando l'interesse del pubblico su un avvenimento è molto vivo, qualche tndiscreeione ha finito per far breccia nel muro del silenzioSi è cosi saputo che la ferita che ha causato la morte del Cottura è stata prodotta da un proiettile che, penetratogli nell'ombelico, ha perforato in più punti l'intestino ed è uscito dal gluteo destro; il secondo proietfile esploso dal maresciallo Long è entrato nella coscia sinistra e l'ha trapassata senza tranciare né vene né arterie. Il dott. Bosio, di Barge, eseguita l'autopsia, ha prelevato tutta la pelle del palmo della mano destra e delle dita ed ha provveduto ad inviaria all'Istituto di Medicina Legale di Torino dove sarà sottoposta alla eprova della paraffina*. Purtroppo l'esito sembra possa essere compromesso in partenza perché il cadavere venne completamente lavato. Si fa rilevare tuttavia, da persone competenti in materia, che nonostante il lavaggio, qualche granello di polvere da sparo, se il Cottura ha usato la rivoltella, potrebbe essergli rimasto nella pelle. L'autopsia non è servita unicamente a stabilire le cause della morte del montanaro, ma anche ad accertare la direzione della traiettoria dei proiettili; circostanza, questa, di importanza fondamentale poiché può consentire di ricostruire le posizioni che avevano i protagonisti al momento della spa' ratoria. Agli esperti di balistica sono stati posti due quesiti principali; desumere la traiettoria dei due proiettili esplosi dal Cottura contro i carabinieri prima di essere mortalmente ferito; accertare se egli — come asseriscono 'il maresciallo Long ed t suoi due militi — premette una terza volta il grilletto del suo grosso pistotone senza riuscire a far partire il colpo per imperfezione del proiettile. l l L'esito dell'istruttoria in corso secondo il rito sommario è subordinato quasi esclusivamente, come si è detto, alle risposte che daranno gli esperti. Manca la versione della vittima. Appena informato del gravissimo fatto il dott. Ippolito si era recato all'ospedale dove il montanaro era stato trasportato m fin di vita. Rimase accanto a lui fino al momento in cui venne portato in sala operatoria, tentando, ma invano, di cavargli qualche parola: lo sventurato, era privo di conoscenza ed in stato di grave choc. Tornò da lui più tardi, quando l'effetto della narcosi, dopo l'intervento chirurgico, si era attenuato: ma i tentativi per farlo parlare ebbero ugual esito negativo. Il Cottura spirò senza avere mai dato segno alcuno di lucidità mentale. L'estremo riserbo delle autorità inquirenti e, per contro, il diffondersi delle notizie che abbiamo riportato, hanno dato origine ad una quantità di ipotesi le più svariate. Vengono sussurrati gravi interrogativi alla cui formulazione non possono essere estranee le voci che provengono dai familiari della vittima; in particolare dal fratello Severino e dal figlio Chiaffredo', di B0 anni. Questi, nel dolore per il tragico caso, affermano che il Cottura temeva di essere nuovamente sottoposto ai duri interrogatori che avrebbe subito alcuni giorni prima dai carabinieri. Piuttosto di affrontare una seconda volta quella prova egli avrebbe preferito opporre resistenza, servendosi anche delle armi. Tale determinazione, sproporzionata ai fatti precedenti — ammesso che questi siano realmente accaduti — sarebbe però comprensibile in un individuo come il Cottura: rissoso, impulsivo, violento, non del tutto equilibrato. Dal canto suo il maresciallo Long, sul cui conto sia i suoi superiori che i magistrati non hanno avuto mai a che fare il minimo rilievo, dichiara di avere la coscienza perfettamente a posto. < Questo episodio — egli avrebbe detto — mi ha scosso profondamente. Non avrei sparato contro il Cottura se non mi fossi trovato nella necessità estrema di difendere me e i miei subalterni Aveva già esploso contro di noi due proiettili ed io ancora non volevo usare il mitra. Premetti il-grilletto quando egli, giuntomi ad appena cinque metri di distanza, tentò ancora di spararmi. Se in quel momento la sua arma avesse funzionato, forse a quest'ora al cimitero ci sarei io ». _ _ n. p

Persone citate: Bosio, Ippolito

Luoghi citati: Barge, Paesana, Saluzzo, Torino