Tre paesi sacrificati al progresso elettrico

Tre paesi sacrificati al progresso elettrico In Valgrisanehe la più, grandi? diga d'Italia Tre paesi sacrificati al progresso elettrico Ieri il colossale sbarramento ha raggiunto l'altezza massima: 132 metri - Servirà a creare il lago di una centrale che produrrà un terzo dell'energia elettrica consumata a Torino Ieri mattina, nella Valgrisanche, l'ululo di una sirena ha annunziato che la diga più grande d'Italia stava per raggiungere la sua altezza massima: 132 metri. Nel cantiere si è fatto un gran silenzio: gli ottocento operai hanno levato 10 sguardo all'enorme gru che recava alla sommità, perduta nei nembi che sempre incombono sulla valle, l'ultima gittata di calcestruzzo. Poi hanno ripreso a lavorare. Ci vorrà ancora un anno prima che la diga di Beauregard, iniziata due anni fa, sia finita e la Dora di Valgrisanche, imprigionata dalla gigantesca paratia, inondi la valle, seppellendo per sempre le case di Sevey, di Beauregard e di Fornet, la cappelletta di Sant'Orso, il cimitero. Il dramma degli ottanta abitanti di queste frazioni espropriate ha fatto parlare le cronache di tutto il mondo, quattro anni fa. Si ricorderà il vecchio che giurò di attendere nella sua casa «l'eau maudite», 11 parroco don Lettry che, rassegnandosi per primo all'ineluttabile, portò a valle la Madonna miracolosa di Fornet seguito da migliaia di montanari accorsi da tutte le valli vicine. Ora, Sevey, Beauregard e Fornet non sono che ruderi, ogni casa è stata smantellata giorno per giorno dai proprietari che continuamente risalgono dal fondo valle, dove si sono sistemati, per prendersi il materiale con cui costruire le nuove abitazioni. Hanno portato via perfino 1 tetti. Il giorno che « l'eau maudite > comincerà a salire, Sevey, Beauregard e Fornet non esisteranno più: rimarrà, soltanto, il ricordo impresso nell'anima di ottanta persone. Quando l'acqua arriverà alle pietre delle baite, non troverà che tre villaggi morti, tre paesi vecchi di secoli, sacrificati alla civiltà dei chilowatt-ora. La diga di Beauregard ne produrrà annualmente 300 milioni, cioè un terzo di quanta se ne consuma à Torino. Basterà, per fare un esemplo, ad accendere ogni anno e per cinque ore al giorno 4 milioni di lampadine da 50 watt. Il lago che dovrà fornire tutta queBta energia, sarà il più vasto lago artificiale del Piemonte: avrà una capacità di 70 milioni di metri cubi d'acqua. Siamo nel regno del colossale e si sa che in questo regno ogni cifra, ogni dimensione finisce di perdere significato: la mente umana non riesce a immaginare che cosa rappresentino nella realtà. Abbiamo detto che la vertiginosa parete della diga è alta 132 metri, cioè soltanto cinquanta centimetri iPmMdtrbz5sqmttgtnslfrstlb■Dc inferiore alla basilica di San Pietro, cupola compresa, e 23 metri superiore al Duomo di Milano, contando pure la Madonnina. Da base è larga 50 metri e sulla sommità si potrà correre (teoricamente) in automobile: cinque metri di larghezza, 322 di lunghezza. Per costruirla sono occorsi 540 mila metri cubi di calcestruzzo, un milione e mezzo di quintali di cemento, 600 mila metri cubi di materiale estratto dall'alveo del torrente: tutto questo ha richiesto 770 mila giorni di lavoro. Costo: ventotto miliardi di lire. Ma la diga non è che la parte più appariscente dell'opera. Per incanalare le acque destinate a trasformarsi in energia, una galleria lunga il chilometri è stata scavata nelle viscere della mon. tagna che, con'un salto di mille metri, le scaricherà nelle turbine della centrale di Avise, si¬ ssBegszugqp■ iiiiiiiiiiiifiiiiiiiiìiiiliiliiiliililiiiiiiiiiiiiiiiliii stemata pur essa in un'Immensa caverna artificiale. A chi la guarda, la diga di Beauregard non dà un'idea esatta della sua mole. La ragione sta nella forma convessa verso l'interno: un'innovazione tecnica che si è risolta in un fatto estetico. E le linee eleganti attenuano l'imponenza quasi mostruosa delle sue proporzioni.

Persone citate: Beauregard, Lettry

Luoghi citati: Avise, Italia, Piemonte, Torino