Un maresciallo uccide col mitra il pastore che doveva arrestare

Un maresciallo uccide col mitra il pastore che doveva arrestare Tragico episodio im una baita noJ par ostai di Ba*ga Un maresciallo uccide col mitra il pastore che doveva arrestare Il sottufficiale, accompagnato da due carabinieri, racconta di «essere stato accolto a colpi di rivoltella e di aver dovuto sparare in stato di legittima difesa» (Nostro servizio particolare) Barge, 22 agosto. Un riserbo rigorosissimo da parte delle autorità — e forse, sotto certi aspetti, inadeguato — circonda un gravissimo episodio accaduto stamane a Barge. Il maresciallo Alberto Long, comandante della locale stazione dei carabinieri, recatosi ad arrestare il pastore Cristoforo Cottura, in esecuzione d'un analogo ordine della Procura di Saluzzo, sarebbe stato accolto a colpi di rivoltella; per ■ difendersi, a , o n , i e n i a o , a , e o o o i, to oa a¬ o sua volta ha fatto uso delle armi ferendolo mortalmente. La figura della vittima è tutt'altro che adamantina. Egli era nato 46 anni fa a Barge, prvmo di altri quattro fratelli: Giovanni, Severino, Bartolomeo e Chiaffredo, tutti quanti di mestiere scalpellini. A Bari cinque fratelli Cottura vengono considerati, a torto o a ragione, piuttosto strambi. Più strambo degli altri, e particolarmente rissoso e violento, era Cristoforo. Sposatosi nel 193S, sette anni dopo la moglie è morta lasciandogli un figlio, Chiaffredo, che oggi ha vent'anni e fa lo scalpellino. Cristoforo viveva col figlio in una baita isolata in località Lungàserra, una rustica costruzione di pietre a mezzacostu sul monte, seminascosta dagli alberi, alla quale si arriva per una ripida mulattiera. Scendeva raramente in paese, occupato a condurre al pascolo alcune capre e a raccogliere legna. Si trattava, in linea di massima, di legna non sua e d\ pascoli altrui. Ed era pericoloso fargli notare uno sconfinamento o un abusivo trasferimento di proprietà: ohi ne era vittima preferiva tacere piuttosto che subire le sue violenze. Da una di tali violenze ha avuto origine l'incidente di sta mane. A carico del Cottura esistevano varie contravvenzioni per pascolo abusivo. A tali infrazioni si era aggiunta, qualche mese fa, una querela per percosse presentata contro di lui dal signor Bartolomeo Giusiamo. Costui aveva fatto costruire, in montagna, una stradetta che non garbava al Cottura, il quale l'aveva danneggiata. L'altro la riparò, e lui tornò a danneggiarla. Fra i due vi fu uno scontro, e la peggio toccò al Giusiano che reagì con una querela. Lunedi della scorsa settimana, l'ufficiale giudiziario della Pretura di Saluzzo si recò a Barge per notificare al Cottura l'atto di citazione. Conoscendo il tipo, chiese l'intervento della forza pubblica, e si fece accompagnare dal carabiniere Guani e dalla guardia comunale Pietrasanta. Arrivati alla baita del Cottura, questi li accolse anzitutto cdn ingiurie, poi passò alle minacce, infine li prese a sassate. Una pietra colpì il Pietrasanta alla testa e lo feri; un'altra, lanciata contro il carabiniere, fu da questi parata col braccio, e ne ebbe una contusione al polso. Temendo di esser sopraffatto, a questo punto il carabiniere estrasse la pistola, e per frenarlo sparò due colpi in aria. -L'effetto fu salutare. Il Cottura desistette e si allontanò. Ma nei suoi confronti si era messo in moto un altro ingranaggio della giustizia. Ricevuta la denunzia, il Procuratore della Repubblica di Saluzzo rilevò nel comportamento del Cottura gli estremi di vari reati — ingiurie, minacce, violenza a pubblici ufficiali nell'esercìzio delle loro funzioni — e spiccò contro di lui mandato di cattura, ordinandone l'esecuzione al maresciallo Alberto Long, comandante della stazione di Barge. Questa mattina alle B U sottufficiale, accompagnato da due carabinieri, si recò a Lungaserra per arrestarlo. Due giorni fa lo aveva fatto avvertire dal fratello Severino di presentarsi in caserma, ma Cristoforo non aveva obbedito. Il maresciallo Long conosceva bene i precedenti del Cottura, e sapeva anche le ragioni per le quali andava ad arrestarlo. Logico dunque che sia partito in compagnia di due militi, e preparato anche a sostenere una dura lotta per eseguire il compito affidatogli. Il maresciallo era armato di mitra, i carabinieri di moschetto e pistola. Secondo quanto è stato possibile apprendere, sia pure confusamente e frammentariamente, la lotta ci fu. Secondo l'imprecisa versione di cui si è a conoscenza, all'.arrivo alla baita U maresciallo si vide venire incontro, vociferando, il " Atura. Egli aveva in mano un falcetto e una roncola, non si sa se per minaccia o perché stesse usando u'i attrezzi per ragioni di lavoro. Pare, comunque; che si sia lanciato contro il maresdiallo, roteando in aria W. tfo. n sottuffl- ciglsivitemchinndlaalè p< scsotavrae bsonMmdinlampndrozea Ìmtnttnnvaframogsfp ciale gli intimò di buttare quegli arnesi e di non opporre resistenza.- A questo punto interviene la rivoltella. Si sa che è una grossa rivoltella a tamburo, calibro li, arma precisa e micidiale, di quelle che un tempo erano assegnate in dotazione ai carabinieri; ma non si sa se ti Cottura sia andato a prenderla in casa o se la tenesse in tasca o infilata alla cintura dei calzoni. Fatto è che egli la impugna e a pochi passi spara. Quanti colpit < Due o tre », afferma il maresciallo; ed è stramo, perché o sono due o sono tre (salvo che tale imprecisione non sia do vuta al riserbo). Ai colpi sparati da pochi passi, maresciallo e carabinieri, rimasti illesi, si buttano a terra. Dal mitra del sottufficiale- partono dei colpi, non si sa se una o più raffiche. Ma egli non ha sbagliato la mira. Due pallottole sono andate a segno, e purtroppo una in organi vitali' trascurabile la ferita alla coscia sinistra, mortale quella al ventre, con perforazione degli intestini. dlscRniiiiiiiiiniinintiiniiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Gli stessi carabinieri provvedono a trasportarlo all'ospedale di Barge. Viene anzitutto visitato dal dott. Bosio, e successivamente operato dal dott. RocoaviUa, dell'ospedale di Saluzzo. Oggi alle 11 Cristoforo Cottura è morto. E' in corso l'inchiesta, diretta dal sostituto procuratore della Repubblica, dott. Ippolito. Oggi il magistrato, col tenente dei carabinieri Pace, col maresciallo Long e i due carabinieri che formavano la pattuglia, hanno eseguito un sopralìiogo alla baita procedendo a una minuziosa ricostruzione dei fatti. i ' I familiari della vittima credono poco ai colpi di rivoltella sparati dal loro congiunto, e hanno espresso il desiderio che la mano di Cristoforo venga sottoposta all'esame cosidetto del « guanto di paraffina» onde accertare se egli abbia veramente sparato e*e il maresciallo abbia agito in stato di legittima difesa. Giuseppe Farad 1 II maresciallo Alberto Long ri 11 ■ i j :;■ <i ti 11 f ] 11 < il 11111111111111 s i il : i ■ 111 li 11311 > li i li

Persone citate: Alberto Long, Bartolomeo Giusiamo, Bosio, Fatto, Giuseppe Farad, Giusiano, Ippolito

Luoghi citati: Barge, Bari, Lungàserra, Saluzzo