La Biellese avversa al professionismo vuole che i suoi giocatori lavorino di C. Paolo Bertoldi

La Biellese avversa al professionismo vuole che i suoi giocatori lavorino La Biellese avversa al professionismo vuole che i suoi giocatori lavorino E' forse la sola Società che abbia chiuso in attivo il bilancio della passata stagione - Essa porta ora nel campionato di Serie C gli stessi criteri di saggia amministrazione che l'hanno condotta alla promozione • Il problema delle trasferte (Dal nostro inviato speciale) Biella, 21 agosto. Per trovare i calciatori della Biellese al lavoro basta andare a Biella. Il fatto è eccezionale, in questi tempi in cui anche le squadre di prima divisione pensano al raduno collegiale lontano dalla sede. Per i bianconeri l'eccezione è doppia, in quanto essi appartengono ad una delle poche società italiane (o forse all'unica?) che abbia terminato in attivo il campionato. Trentaquattro milioni incassati nella scorsa stagione; dieci di utile netto. Né la fortunata vicenda finanziaria, né la promozione magnificamente conquistata hanno tuttavia dirottato i dirigenti dalla linea di control¬ lata politica economica. Il ritorno della Biellese in un torneo di importanza nazionale è fatto di grande rilievo, ma a Biella non se ne vuol fare le spese, anche se si valuta con competenza la portata del passo avanti compiuto. Finora il Piemonte, oltre alle squadre di Serie A, aveva l'Alessandria «Isolata» fra i cadetti, e neppure un club in C. Praticamente la bussola dell'interesse sportivo saltava direttamente dal massimo torneo alla IV serie. Ora sì avranno Juventus e Torino in A, Novara (purtroppo, poiché è retrocesso) e Alessandria in B, Biellese in C. In tutti e tre 1 campionati il Piemonte sarà legato con le altre regioni d'Italia. Preso atto con soddisfazione del nuovo stato di cose, a Biella si è pensato a potenziare la formazione che dovrà affrontare un complesso di gare molto più impegnative, ma non si sono fatti salti nel buio. In primo luogo è stato confermato il bravo e appassionato Castello, che ha allenato e guidato la «squadra della promozione ». Due sole le cessioni, anzi una e mezza poiché Chiola è stato dato definitivamente all'Ivrea, ma Plebani è soltanto imprestato all'Asti. In complesso sono rientrati 11 portiere Leni e l'attaccante Ferracini, e sono stati tesserati Raflìn e Francescon (prestati dalla Juventus), Cianetti (Cosenza), Frigerio (Villasanta) e Angelino (Borgosesla). Castello avrà una compagine poco mutata nelle linee arretrate — a meno che giunga ancora da Torino un nuovo terzino — e potenziata, invece, all'attacco. La formazione - base potrebbe essere: Lovo; Olliaro, Italo Mancini (II); Bossola, Crivelli, Boccalatte; Vinicio Mancini (I), Francescon o Francone, Raffin, Cianetti o Rondano, e Pochissimo. Molto affidamento si fa pure sul ventunenne studente di medicina, Angelino, un difensore scoperto e allevato da Munerati. Nell'elenco dei giocatori, che ieri, sotto un sole torrido hanno alternato giri di corsa a scherzi innocenti al due nuovi sposi, Francescon e Francone, o all'allegro Castello, non figurano nomi di divi dei calcio, anche se Raffin e Francescon hanno complessivamente disputato nella Juventus dieci partite di serie A. Nella semplicità dei quadri (che pure.sono di valore) sta uno dei principali segreti della Biellese. « Noi non vogliamo assi pieni di sussiego e di pretese — ha dichiarato senza mezzi termini il presidente ing. Fila —. Noi desideriamo dei bravi ragazzi, molto affiatati e convinti che 11 calcio è uno sport più che una professione >. Per convincerli meglio i dirigenti della Biellese — autentica società-pilota in questi tempi turbinosi del calcio — pretendono che tutti 1 loro atleti abbiano un'occupazione civile. Il calcio dà ai giocatori lo stipendio federale (45 mila lire mensili), gli eventuali premi di partita ed un reingaggio che per i più si aggira sulle 100-150 mila lire per stagione. E1 un valido complemento agli introiti di lavoro, non l'unica base di vita; non crea quindi dei futuri spostati. L'interessante aspetto «non professionistico» della Società piemontese è sottolineato da una richiesta fuori dell'ordinario: quella che i compilatori del calendario non assegnino le « doppie trasferte » nell'Italia meridionale, trasferte desi¬ derate invece da quasi tutte le altre società. I] motivo è'semplice: chi lavora non può assentarsi dalla sede per 10-15 giorni consecutivi ed il problema del viaggi è già fin troppo serio perché si pensi di complicarlo con richieste di permessi per 1 giocatori. La Biellese, come tutte le squadre di C, dovrà compiere una serie di spostamenti gravosi. Dovrà andare in Sardegna, a Carbonia, in Sicilia, a Siracusa, e nell'estremo Sud dell'Italia. Complessivamente cinque viaggi saranno ciascuno di circa 2500 chilometri, e sette tra i duemila ed i 1200. E' un bilancio pesante, ma i bianconeri non se ne spaventano. Si preparano a tenere alto 11 loro buon nome, fieri di rappresentare il Piemonte in serie C. In attesa del via al torneo, continua intanto l'allenamento. E' stato varato il calendario delle partite pre-campionato. Domenica prossima i biellesi ospiteranno l'Alessandria, il 2 settembre riceveranno il Casale ed il 9 si recheranno' ad Ivrea. Preparazione in sordina quasi, ma condotta con meticolosa serietà in modo da essere pron¬ ti al torneo. Fin dalla prima giornata i giocatori della Biellese devono essere in grado di perseguire lo scopo a cui tendono: un campionato che garantisca la permanenza in serie C. Paolo Bertoldi