La Convenzione del partito repubblicano ha iniziato i suoi lavori a San Francisco

La Convenzione del partito repubblicano ha iniziato i suoi lavori a San Francisco IN UNA ATMOSFERA DI GRANDIOSA FESTA POPOLARE La Convenzione del partito repubblicano ha iniziato i suoi lavori a San Francisco Non ci sono dubbi sulla designazione di Eisenhower per la presidenza - Sembra sicura anche la vittoria di Richard Nixon come candidato vice-presidente - In un suo messaggio Dulles parla di crisi del mondo comunista (Dal nostro Inviato speciale) San Francisco, 20 agosto. Il « Qreat Old Party », il partito repubblicano, ha iniziato oggi a San Francisco i lavori della Convenzione, che dovrà scegliere i candidati alla presidenza ed alla vice-presidenza per lè elezioni di novembre. Per il nome del primo candidato, non esistono dubbi: verrà acclamato il nome di Eisenhower. E' per il vicepnesidente che ci sarà battaglia, e battaglia grossa, ma fin da stasera si ha la quasi certezza che Richard Nixon, Fattuale <vice», la spunterà ancora una volta contro i molti avversari. Come sempre accade nei congressi dei partiti americani, la seduta inaugurale ha avuto il carattere di una-grande festa. Ai nostri occhi di europei, si potrebbe dire addirittura di una grande fiera. L'immensa aula era affollata fino all'inverosimile da oltre quindicimila persone; decine di bande suonavano marce militari, inni e canzoni; un gigantesco elefante, simbolo del partito, si librava sotto la volta, simile ad un enorme pallone per il gioco dei bambini; dovunque bandiere, scritte e stendardi dai vivaci colori. Anche la procedura è organizzata come in un grande spettacolo, secondo una sapiente regia teatrale. I lavori sono stati aperti dal presidente nazionale del partito, Léonard Hall; ma il € maestro delle cerimonie», l'attore Wendell Corey, si era occupato delle questioni preliminari ed aveva presentato Hall. Questi, come è consuetudine nelle grandi assise americane, ha chiesto ai congressisti: «Stetti tutti felicit » «Si», è stata la risposta urlata in coro. Poi la seduta è stata aggiornata di una mezz'ora, e solo al termine di questo intervallo si è dato inizio alle vere discussioni politiche. Sempre secondo la consuetudine, i grandi leaders assenti hanno inviato le loro dichiarazioni. Per primo, Eisenhower ha diretto alla Conven zione un messaggio in cui invita i repubblicani <a dare tutti il loro contributo perché le brillanti promesse per il futuro del partito si dimostrino, nella realtà dei fatti, superiori a quanto fu realizzato già in passatoi. Altri messaggi sono stati in viati da Foster Dulles, da Nixon, dal presidente nazionale del partito Hall e dall'expresidente Herbert Hoower. Nel suo messaggio, Dulles dichiara che per la prima voi- ta da molti anni a questa partè appare chiaramente la possibilità ohe . i dirigenti sovietici «si vadano, sempre più conformando ai principi di libertà ». < Il comunismo internazionale — prosegue Dulles — è tn un grave stato di perplessità e di difficoltà interne, perché si trova di fronte a certe verità fondamentali. Una di queste verità è che il comunismo incontra difficoltà notevoli nel suo ruolo di efficace strumento della guerra fredda, quando non è sostenuto da una disciplina ferrea e da un terrorismo brutale, quali imponeva Stalin. Un'altra verità è che un regime del genere non potrà./ essere indefinitamente tollerato da coloro che vi sono soggetti, a meno che non consegua una sèrie di vittorie. E recentemente non ha riportato vittorie*. Il rapporto ufficiale — consuntivo del passato e programma per l'avvenire — è stato naturalménte un attacco a fondo contro i democratici ed un inno alle realizzazioni del quadriennio di Eisenhower. L'oratore designato, il governatore dello Stato di Washington, ha dichiarato che i democratici sono « corrotti e divisi », mentre i repubblicani hanno apportato al paese la pace, la prosperità e il progresso. « Siamo qui riuniti per assicurare al popolo americano altri quattro anni di un governo efficiente ed onesto», egli ha aggiunto. I/oratore ha poi affermato che i repubblicani hanno mantenuto le promesse fatte quattro anni or sono dal loro partito, e in particolare quelle di porre fine alla guerra in Corea, di fondare la prosperità del Paese su principi economici sani anziché sull'inflazione, di diminuire le spese pubbliche e di mantenere intatta la forza militare americana. Di fronte a questi risultati di quattro anni di potere repubblicano, il Governatore ha tracciato un quadro fosco delle conseguenze di un'eventuale vittoria democratica. . « Sarebbe una catastrofe nazionale — ha concluso — se i democratici tornassero al potere prima di essersi liberati dei vizi, che si sono impadroniti dei loro dirigenti e che hanno deciso nel 195B gli elettori a volgersi contro di loro ». Sulla politica estera il programma presentato alla Convenzione non presenta sorprese. Esso dice che l'avanzata del comunismo mondiale «'è stata contenuta e, nei punti-chiave, oostretta ad indietreggiare ». Durante il governo Eisenhower, inoltre, è stato posto termine alla guerra coreana, sono stati conclusi numerosi patti di difesa, e sono stati fatti passi della più alta importanza per scongiurare il pericolo di una terza guerra mondiale. Bulla questione di Suez e sul conflitto fra Israele ed il mondo arabo, il programma afferma che gli americani € riconoscono l'esistenza di un grave pericolo per la pace internazionale nel Medio Oriente », ma non accenna alla creazione di un controllo internazionale sul Canale di Suez, come avevano fatto i democratici. Il programma critica poi Mosca perché consente la vendita di armi agli arabi, ma non contiene l'impegno, preso dai democratici, di vendere armi difensive ad Israele. Il programma infine riconferma gl'impegni precedenti del Partito repubblicano di cercare la riunificazione della Germania nella libertà e la liberazione pacifica degli Stati satelliti: Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Lettonia, Lituania, Estonia ed altri Stati, «una volta «beri, ora posti dietro il sipario di ferro ». Più delicato il programma di politica interna, specie sui problemi razziali. La commissione incaricata di redigere il dan programma elettorale ha portato a termine solo nella nottata tra domenica e oggi la redazione della sezione relativa ai diritti civili. Il suo testo non è stato reso finora di pubblica ragione, ma si ritiene che esso sia di natura tale da non sollevare obiezioni né nei delegati degli stati del Nord, né in quelli del Sud. t Nemmeno questo punto, però, dovrebbe scatenare una seria battaglia. La vera lotta sa rà sferrata sul nome del vicepresidente. Harold 8 tasseti, che avversa la maggior, parte dei suoi colleghi di governo op- tosegretario di stato Herbert Hoover e ad altri. Ma non per questo ha rinunciato -alla lotta, che ha potuto condurre liberamente, in quanto da tre settimane è «in licenza» dal suo incarico di consulente di Eisenhower per le questioni del disarmo. Sembra, peraltro, che egli non abbia più possibilità di successo, anche se si batterà fino all'ultimo. Il suo candidato, Herter, si è ritirato, ed oggi anche 'il governatore del Maryland, Mac Keldin, ha rinunciato a presentare la propria candidatura contro Nixon, dicendo anzi che non permetterà che il suo nome sia posto in ballottaggio. Egli ha sostenuto che Nixon dispone di almeno mille sui .1.323 voti dei delegati, e che pertanto « il gioco è fatto ». Gino Tomajuoli ponendosi alla candidatura di Nixon, sedeva fra di essi allainaugurazione della convenzione, accanto ai ministro doL-Te- soro&eotffff-Httmphreyi-aMot^ . II vice-presidente Richard Nixon e la móglie accolti con collane di fiori a San Francisco ove si tiene la Convenzione del partito repubblicano prima delle elezioni (Radiofoto) nititiiiiiiiiiiiiiiiiiiiHiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiifiiinniiiiHiitiiiiiiiiiiiititiiiitiiitiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiifiiiin