La figura di della polemica Nixon al centro polìtica americana

La figura di della polemica Nixon al centro polìtica americana La figura di della polemica Nixon al centro polìtica americana (Nostro servizio particolare) San Francisco, 18 agosto. Quarantamila persone stanno invadendo San Francisco per la Convenzione nazionale del partito repubblicano. Il Covo Palace, tradizionale sede dì ogni importante manifestazione pubblica nella città californiana, non può ospitare più di 15 mila persone: e poiché i delegati saranno 1323, e altrettanti ì funzionari, i giornalisti, gli uomini della tv, si può .prevedere che per le poche migliaia di posti restanti la lotta sarà senza quartiere. Questo è uno dei due principali problemi per il partito repubblicano, nella imminenza della Convenzione che si apre lunedì. Si sta studiando di risolverlo con la creazione di una sezione di duecento posti, da riservare ai visitatori di riguardo e da assegnare, ogni ora, ad un nuovo gruppo. Cosi si potrà accontentare il maggior numero di persone. Del resto, la Convenzione repubbli¬ cana sarà trasmessa per tele-]visione con la stessa ampiezza e con la medesima superba efficienza che ha caratterizzato, a Chicago, il servizio sulla Convenzione democratica. L'altro problema importante, per il partito, e molto più preoccupante del primo, è quello del candidato alla vice-presidenza. Nessuno discute la candidatura alla presidenza: si sa che il nome di Eisenhower sur rà approvato per acclamazione. Ma la questione del < Running Mate », del « Compagno di corsa » da affiancare al Presidente fa venire i brividi agli alti esponenti repubblicani; ha assunto un'importanza quale mai ebbe nella storia della Confederazione, per fatti inferii» ed esterni al partito. La- duplice malattia di Eisenhovier è alla base dell'intera questione. L'opposizione di Harold Stassen a Richard Nixon ne è la complicazione interna. L'abile manovra dei democratici' a Chicago complica ] tremendamente la situazione, o i o e a o a — n r i a ù . i o a e E' e è a a n n, aua . a a di el fel a, lo a ian ra o nei riflessi della massa di elettori che a novembre dourd scegliere il nuovo ■ « Ticket », cui affidare la direzione della cosa pubblica per il prossimo quadriennio. Per lunga tradizione, è il candidato alla presidenza che, appena nominato, indica l'uomo che vuole accanto alla Casa Bianca come vice-presidente, in caso di vittoria nelle elezioni. Ora, a Chicago, Adlai Stevenson ha spezzato la consuetudine, ed ha affidato alla Convenzione il compito di eleggere in aperta gara il candidato alla vice-presidenza, come si era fatto per la massima carica. Da un lato, l'iniziativa di Stevenson era giustificata dalla mancanza d'una persona automaticamente qualificata; dall'altro aveva però un evidente significato nei confronti dei repubblicani. Con la elezione di Estes Kefauver a candidato alla vice-presidenza i democratici sono venuti a sottolineare che Richard Nixon non ha mai sottoposto la sua candidatura alla prova di una votazione popolare. Hanno stabilito un precedente, hanno attizzato il fuoco in casa dei repubblicani ed hanno fatto il gioco di Harold Stassen. Hanno, in poche parole, esaltato il significato delle pa iole di Stevenson, secondo cui occorre badare con attenzione alla scelta dell'uomo che dovrà guidare la nazione, nel caso in cui il Presidente noti possa completare il quadriennio. Nixon', figura centrale della scena politica americana in questo critico momento, è stato pronto a reagire: i repubblicani, ha detto, eserciteranno anch'essi la «libera scelta*: chiunque vorrà essere candidato alla vice-presidenza presenterà il suo nome, e la Convenzione deciderà. A queste parole, pronunciate nella sosta a Los Angeles, il vice-presidente ha aggiunto il parere che la coppia Stevenson-Kefauver sia < forte » Ma ha ripetuto che l'idea della Ubera scelta del Vice l'avevano già avuto i repubblicani: sia Eisenhower sia il presidente nazionale del partito Léonard Hall, no avevano suggerito l'opportunità. .Comunque sia, Nixon continua ad avere in Harold Stassen un deciso oppositore. All'arrivo a San Francisco, Stassen ha detto di confidare che Eisenhower abbia < una mentalità aperta » sulla scelta del sue « compagno di corsa », e di non essere scoraggiato dalle parole del governatore del Massachussetts Christian Herter: il quale ha esplicitamente dichiarato che non presenterà la candidatura atta vice-presidenza. < A prescindere dalle sue affermazioni — ha affermato Stassen — Hertcr ha più seguito di una settimana fa, e stiamo aumentando di numero ogni giorno ». Quindi l'exgovernatore del Minnesota ha comunicato che renderà noto prima della votazione, fissata per mercoledì, l'esito della sua < inelui sta » fra l delegati e il pubblico. Lui, Stassen, non sarà candidato alla vice-presidenza: ma se non sarà Herter, si potrà trovare qualcun altro. I principali esponenti repubblicani sono già in piena azione per impedire che la manovra di Stassen prenda piede. Fra gli ultimi a pronunciarsi in favore di Nixon sono due senatori, Andrew Schoeppel del Kansas e Homer Capehart dell'Indiana: questi hanno predetto una facile vittoria per la coppia Eisenhower-Nixon (e si sono detti lieti per la designazione democratica di «un uomo destinato alla sconfitta », Adlai Stevenson). Oggi Nixon è arrivato a San FdrtcsrmpQhssgsrdav Francisco: e alla folla plaudenti c'le '° accoglieva all'aeroporto internazionale ha detto che, se i delegati pensano che qualche altro candidato sarà un vice-presidente migliore di lui, egli spera che il nome di questo candidato venga presentato alla Convenzione. Quello che importa veramente, ha detto Nixon, è che sia designato Eisenhoiver per la presidenza, e che i due candidati repubblicani siano i più forti possibile. Non ha voluto discutere le sue prospettive, e ha assicurato di non avere alcun rancore verso Stassen, che, egli pensa, sosterrà i designati del partito. t leaders repubblicani hanno già elaborato una prima versione del programma elettorale, con l'ausilio dei dieci sottocomitati, e sotto la presidenza del senatore Prescott Bush del Connecticut. Un problema ancora aperto, è quello relativo ai « diritti civili ». Il relativo sottocomitato, presieduto dal senatore dell'Illinois Everett Dirksen, presenterà (secondo quanto si prevede) un programma € forte », nonostante gli ammonimenti dei repubblicani del Sud. Sarà, ha detto Di. ksen, una « chiara e inequivocabile » dichiarazione di principio. Non ha voluto, però, dire se farà esplicita menzione della decisione della Corte Suprema di abolire la segregazione razziale nello scuole. Allo scopo di permettere alla maggior parte dei cittadini di seguire i lavori della Convenzione, si è stabilita di abolire le tradizionali riunioni serali, che, data la differenza dei fusi orari, sarebbero terminate nel cuore della notte per la gente di New York. La seduta inaugurale avrà inizio alle 11 del mattino (ora di San Francisco): le altre dureranno dalle H alle 19. I u. p, iiiiiimiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiii