Non ci sarà ricorso alle armi per imporre il nuovo statuto di Suez

Non ci sarà ricorso alle armi per imporre il nuovo statuto di Suez Non ci sarà ricorso alle armi per imporre il nuovo statuto di Suez (Dal nostro corrispondente) Londra, 18 agosto. La Conferenza di Londra per il Canale di Suez continua 1 suoi lavori in modo eccezionalmente spedito, • in un'atmosfera di ammirevole moderazione. Il principale oratore di oggi pomeriggio, il ministro degli Esteri britannico Selwyn' Lloyd, ha riprosentato la posizione del suo governò in termini che lasciano intendere come la Gran Bretagna abbia abbandonato non soltanto la Idea dell'uso della forza, ma anche la determinazione di giungere a una soluzione finale attraverso questa Conferenza. Lloyd ha tacitamente accettato 11 punto di vista di Dulles, Scepiiov, dell'India e di molte altre delegazioni, fra cui quella italiana, secondo cui è necessaria o un'altra conferenza oppure una trattativa diplomatica diretta con l'Egitto. L'intervento Inglese di oggi, quindi, mette un punto fermo a ogni timore di avventure militari e di gravi complicazioni internazionali, e lascia apèrte le porte a un compromesso di principio. E si spera che il compromesso possa essere raggiunto — con una « dichiarazione > o semplicemente un « comunicato » finale — nei primi giorni della prossima settimana. Dopo avere esordito citando quanto slr Anthony Eden aveva detto l'altro giorno sulla gravità del problema, Selwyn Lloyd ha assicurato 1 suoi venturi colleghi che < è desiderio fermo e sincero della Gran Bretagna di giungere a una' soluzione pacifica >. Le misure militari che il suo governo ha preso, « erano giustificate dalle circostanze in cui fu annunciata la nazionalizzazione ». Tuttavia « il governo e il popolo britannico non amano l'uso della forza». Il ministro Lloyd si è dichiarato molto soddisfatto dell'andamento dei lavori. Egli ha trovato « molto rassicuranti » e < moderate, ragionate e costruttive» le dichiarazioni che sono state fatte finora. Questo non significa peraltro che egli condivida le opinioni espresse ieri dal ministro degli Esteri sovietico, al quale egli ha dato un benvenuto particolare. Selwyn Lloyd continua ad essere convinto della illegalità dell'azione di Nasser. E' vero che, da un punto di vista strettamente legale, la Compagnia del Canale di Suez era una società egiziana, ma « rial profondo del cuore sappiamo tutti che era Internazionale ». Egli, comunque, non ha chiesto che l'editto di nazionalizzazione venga revocato. Il rappresentante inglese discorda da Scepiiov anche per quanto riguarda il sistema migliore per discutere con L'Egitto la soluzione del problema. Egli ritiene che la proposta sovietica di una conferenza di quarantasei nazioni, che dovrebbe seguire i lavori preliminari di una commissione di sei paesi, porterebbe a una immensa perdita di tempo. D'altra parte egli ha riconosciuto che « non è compito di questa conferenza entrare nei dettagli di un piano » (« ma non crede che sarebbe difficile tracciarne uno, secondo le linee presentate da Dulles»). Lloyd non ha avanzato proposte proprie. Si è limitato a rivelale 11 proprio atteggiamento attraverso la formulazione dei due problemi che la conferenza deve ora risolvere: 1) formulare I principi in base ai quali dovrebbe essere creato l'ente Internazionale per controllare la libertà del Ca¬ nale; 2) decidere «come questi principi possono essere presentati al governo egiziano ». Questa è, naturalmente, una finse che indica con evidenza il lungo viaggio compiuto nel giorni scorsi dal governo britannico. Dall'Idea di fare uso delle forze armate per costringere l'Egitto ad accettare le decisioni della conferenza di Londra, si è ora passati — con notevole progresso per quante riguarda la srrpnità internazionale —*■ a cercare la migliore via diplomatica per "discutere con esso 1 principi di un accordo. Su queste basi l'intesa non dovrebbe essere difficile, anche se, comprensibilmente, il margine che separa l'Idea americana di un controllo internazionale delle operazioni del Canale di Suez da quella sovietica di una semplice e vaga supervisione internazionale, è pieno di ostacoli e offre la possibilità di diverse infinite soluzioni. Con l'odierno intervento britannico, viene rimosso ogni dubbio sulla vera natura e procedura della conferenza. La formula che Dulles e Scepiiov hanno indicato di preferire fin dall'inizio, viene ora accettata anche dalla Potenza che, nel diramare gli inviti, ai era fatta della conferenza un'idea immensamente diversa. Inoltre a tre giorni dall'inizio delle riunioni, la misura dell'accordo è sorprendentemente vasta. Tutte le Potenze che sono intervenute finora nella discussione — e con questa sera è rimasta fuori soltanto l'India, che si riserva la parte di mediatrice per la seduta di lunedì — hanno In un modo o nell'altro accettato i seguenti punti: 1) è necessaria una riaffer mazione dei principi della Convenzione di Costantinopoli del 1888, che garantisce libertà di passaggio a navi di tutte le bandiere, in pace e in guerra; 2) è necessaria la creazione di un ente internazionale; 3) viene riconosciuta la sovranità egiziana sul Canale, e vengono riconosciuti 1 legittimi diritti dell'Egitto, salvo il compenso agli azionisti; 4) viene riconosciuto il diritto degli utenti a una serie di garanzie sul funzionamento del Canale, sulle tariffe e così via. Restano aperti i due problemi fondamentali, e su questi si svolgerà la discussione nelle sedute della prossima settimana: 1) quali debbano essere i poteri della Commissione internazionale; 2) in qual modo si possa discutere con l'Egitto. Il fatto che 1 problemi siano così ben definiti e limitati, non implica che si possa giungere facilmente a un accordo. Ma l'infezione è circoscritta, e sono praticamente esclusi i pericoli di complicazioni. Come si vede, non esistono più problemi aperti tali da poter far scoccare la scintilla del conflitto. Forse proprio per questo Dulles e Scepiiov, quando si sono incontrati e lasciati stamane all'Ambasciata sovietica (l'incontro è durato un'ora e mezzo) avevano un sorriso piuttosto sereno. E stasera il portavoce dell'Ambasciata sovietica ha fatto dichiarazioni molto ottimistiche. Finora nel corso della conferenza non vi è stato alcun movimento per « respingere » 1 principi altrui. Scepiiov non ha respìnto i principi formulati da Dulles, anzi questa sera ha riaffermato la sua convinzione che Dulles propor¬ rà un compromesso; Selwyn Lloyd oggi non ha respinto 1 principi di Scepiiov. Le due parti, è vero, non condividono gli stessi punti di vista, ma questo avviene senza duri contrasti' e senza polemica. Su quanto si sta svolgendo dietro le quinte della conferenza, non si hanno informazioni attendibili. Il consigliere di Nasser, Ali Sabri, ha avuto stamane uh colloquio con il ministro degli Esteri sovietico e poi' cSh "Il ministro degli Esteri pachistano. Finora egli non è stato avvicinato da alcun delegato occidentale, ed è sorprendente che l'iniziativa dei contatti diretti con l'Egitto venga ormai lasciata esclusivamente agli asiatici e ai comunisti. Selwyn Lloyd è stato a colazione dal ministro degli Esteri sovietico, e ha avuto un lungo colloquio con Pineau. Gli altri interventi odierni hanno confermato l'impressione dei giorni scorsi: che i paesi asiatici tengono più verso i principi esposti dal ministro sovietico, mentre quelli occidentali e del Commonwealth tendono più verso I principi esposti da Dulles. Ma, come già si è visto per l'Italia, le approvazioni, In ambedue i campi, sono sempre qualificate e rappresentano soprattutto un lìbero contributo di idee. Nella seduta di lunedì pomeriggio, saranno esposte le Idee di Krishna Menon, delegato indiano, e si prevede che al termine delle ventldue dichiarazioni di principio 11 presidente della conferenza Selwyn Lloyd ridarà la parola all'americano Dulles, affinché egli avanzi la prima proposta di compromesso occidentale. Riccardo Ai-agno