L'ultimo collaudo dei dilettanti "azzurri,, nella Torino-Aosta vinta da Pambianco di Giulio Accatino

L'ultimo collaudo dei dilettanti "azzurri,, nella Torino-Aosta vinta da Pambianco Dna bella covsa disputata su strade ancora ingombre dei gitanti di Ferragosto L'ultimo collaudo dei dilettanti "azzurri,, nella Torino-Aosta vinta da Pambianco iVei pressi di Cigliano si torma un gruppo di 8 corridori - Sulla salita di Montjovet il plotone si fraziona ma prima di Aosta sono ancora insieme 5 uomini - L'irresistibile scatto del vincitore allo stadio Puchoz - Secondo è Olivieri di Torino (Dal nostro inviato speciale) Aosta, 17 agosto. Rinaldi) Pambianco, della Società Sportiva Rinascita Ravenna, uno dei giovani dilettanti che il Commissario tecnico Proietti ha selezionato per la formazione della nazionale italiana per i campionati del mondo di Copenaghen, ha vinto la Torino-Aosta superando •n volata con nettissimo vantaggio Olivieri, Brazzelli, Mauso e Qarzonio. Un folto gruppo di corridori — fra cui molti azzurri — è giunto al traguardo del campo sportivo di Aosta con SO" di ritardo. E' stata una bella corsa, veloce, interessante in ogni momento. Bono mancati alla prova alcuni dei favoriti, fra cui il campione d'Italia Giuseppe Barale e il <n. i > degli azzurri Bruni, che mai sono riusciti ad emergere, ma non per questo ha fatto difetto lo spettacolo. Fin dalle prime battute si è visto chiaro che i cento e più concorrenti erano divisi in due opposte frazioni disposte a darsi battaglia senza risparmio di energie: i prescelti da Proietti per la prova mondiale di Copenaghen e gli esclusi. Pareva quasi che questa Torino-Aosta dovesse o dare conferma che ti Commissario tecnico aveva operato bene, oppure che la squadra italiana per i campionati era stata raffazzonata alla meno peggio. Una situazione, questa, che era prevedibile, al punto che Proietti, dopo aver accettato l'invito rivoltogli dagli organizzatori della corsa, si A sentito di dichiarare che gli azzurri erano venuti a Torino per vincere e per mettere fine alle numerose discussioni sorte negli ambienti dei difettanti dopo la comunicazione ufficiale dell'elenco dei componenti la nostra rappresentativa, destinata al viaggio in Danimarca. La tattica di Proietti per questa corsa è risultata chiara fin dalle prime battute: ogni tentativo di fuga avrebbe dovuto essere favorito con la partecipazione di almeno due fra 1 componenti la comitiva azzurra. Cosi è avvenuto fin dalla partenza e cosi è successo anche poco prima di Cigliano, dove a 40 Km. appena dal via, doveva avere inizio l'episodio chiave di tutta la corsa, la fuga di un? gruppetto composto da Padoan, Pambianco, Tomasin, Garzonio, Germano Barale, Ponsin, Fagni e Panivani. Pareva che nel plotone d'avanguardia regnasse il pieno accordo (e fra gli otto, tre erano gli allievi di Proietti: Padoan, Pambianco e Tomasin); ma era evidente che si trattava di un accordo di circostanza, dovuto al fatto che presto c'era da affrontare la salita della Serra e che mancavano all'arrivo circa 150 chilometri. Comunque il gruppetto ha cominciato a pedalare forte; la media era di poco superiore ai 40 orari ed il plotone perdeva, sia pure lentamente, terreno. Dietro qualcuno ha tentato di reagire, ma erano spunti isolati, destinati a cadere o prima o poi nel nulla. Sulla cima della Serra i passaggi sono avvenuti in questo ordine: 1. Tomasin, 2. Fagni, S. Gar. zonio. Gli altri a brevissima distanza, mentre il gruppo transitava in lunga fila indiana a circa tre minuti. La situazione non mutava nella discesa su Ivrea, né sul lungo falsopiano che portava la carovana attraverso la Valle d'Aosta. I sette fuggitivi hanno potuto così affrontare con una certa tranquillità la salita di Montjovet, una salita né lunga né molto dura, ma sufficiente per operare un'altra selezione. Ponsin aveva già perso terreno prima, e man mano che la strada saliva cedevano anche Padoan, Tomasin, Fagni e Panivoni. Rimanevano cosi al comando Pambianco e Garzonio, un azzurro ed un forte atleta del Velo Club Treponti. Mancavano un paio di chilometri alla cima del Montjovet, ma i due non hanno trovato l'accordo per < tirare > la corsa: Garzonio faceva interamente U suo do vere, ma Pambianco preferiva sostare alla ruota del compagno, anziché peritarsi nel salire per primo. Nella disputa seguita è intervenuto anche Proietti, che deve aver invitato il suo pupillo a non forzare. Tra il commissario tecnico e Garzonio c'è stato anche uno scambio di opinioni non certo amichevoli, mentre Germano Barale ha potuto approfittare della circostanza per ricongiungersi ai due fuggitivi. Dietro, intanto, « bagarre » fra gli inseguitori, con vantaggio immediato per Olivieri, Mauso e Brazzelli, che sono riusciti a ricongiungersi con % primi a dieci chilometri da Aosta. Germano Barale è stato nuo vamente staccato, così che sulla pista di terra battuta dello stadio aostano si sono presentati cinque concorrenti; Pambianco, Olivieri, Brazzelli, Mauso e Garzonio. Pambianco ha avuto uno scatto brillante, entrato per primo in pista e ha vinto indisturbato la volata, dimostrando rare doti di velocista, per cui Proietti lo ha scelto per il viaggio in Danimarca. Dicevamo all'inizio che si è tratte 10 di una bella gara. Hanno confermato questa dichiarazione il presidente dell'UVI comm. Farina, il presidente della commissione sportiva Capellaro, e lo stesso commissario tecnico Proietti, anche se doveva aggiungere che non tutti gli azzurri lo avevano pienamente convinto. I dati tecnici dicono che la corsa ha avuto pieno successo nonostante che l'enorme traffico per il Ferragosto abbia ostacolato la marcia dei corridori e delle macchine del seguito: 18S chilometri di percorso alla media oraria di 39,648; partiti oltre cento corridori e piunti al traguardo soltanto 45; nessun incidente di rilievo, i ritiri sono dovuti soltanto a ritardi rispetto ai fuggitivi. Giulio Accatino L'esultanza di Pambianco mentre taglia vittorioso il traguardo allo Stadio di Aosta