I quattro assi del calcio straniero che vedremo quest'anno in Italia

I quattro assi del calcio straniero che vedremo quest'anno in Italia I quattro assi del calcio straniero che vedremo quest'anno in Italia Essi sono: Hamrin, l'astro sorgente; Gustavsson, nazionale svedese dai '51; Ocwirk, tipico prodotto della scuola viennese; Gomez, estroso giocatore sudamericano Le idee dei critici e degli appassionati sul ricorso a giocatori di nazionalità estera Der il campionato, sono molto divise e contrastanti nel Paese nostro Al due estremi, c'è ohi vorrebbe libertà assoluta al riguardo, e ohi desidererebbe invece le porte ermeticamente chiuse alla importazione. Su una constatazione i fautori delle diverse tendenze possono e devono convenire: la qualità tecnica degli individui importati è migliorata di molto, in questi ultimi anni. Nelle stagioni del passato, decine ed anche centinaia di milioni di lire vennero buttati al vento in modo addirittura delittuoso, sotto questo aspetto; specialmente nell'acquisto di elementi sudamericani di doppia nazionalità. Basta pensare a quanti, con grande delusione dei diri genti e desìi appassionati, non hanno atteso nemmeno la fine di una stagione per prendere la via del ritorno. Ultimamente le cose sono state fatte con molto maggior discernimento, e l'elenco dei giocatori di scuola estera immessi nelle squadre nostre per il campionato che comincerà a settembre, comprende assieme a uomini dalle capacità incerte e ad altri destinati con ogni probabilità a fallire, elementi dalla personalità ben delineata e dal valore indubbio. Nella categoria degli uomini di sicura levatura, noi elenchiamo gli svedesi Hamrin e Gustavsson, l'austriaco Ocwirk e l'uruguaiano Gomez. Un giovane e tre anziani: quattro tipi dalle caratteristiche spiccate ma differenti. Un piccolo blocco di giocatori, che da noi proprio non dovrebbero fallire. Hamrin ha sugli altri tre il vantaggio di essere giovane. E' una stella sorgente. Giunge fra noi non proprio come una rivelazione, perché ha già giocato per una intera stagione nella Squadra Nazionale del proprio Paese. Gustavsson, Ocwirk e Gomez non sono ancora a! tra monto, ma non ne sono lontani: Hamrin può ancora essere considerato come nell'aurora. Kurt Hamrin, la Juventus se lo è assicurato dallo A.I.K. di Stoccolma, la squadra stessa del Commissario della Nazionale, Putte Kock. E' un'ala de- stra, e poco più di un anno fa nessuno sapeva chi fosse, in Svezia. Si è imposto, per modo di dire, al suo primo comparire in squadra: per la sua velocità, per il suo senso pratico. E' un'ala che realizza. Ha difeso sette volte i colori della Svezia, e su di lui contava — e certo conta ancora, grazie a recenti disposizioni speciali — il suo Paese per il Campionato del Mondo del '58, che appunto in Svezia si deve disputare. Al confronto, il suo compatriota Gustavsson merita in pieno il titolo di anziano. E' nato a Gusum, il 13 gennaio del 1928: avrà quindi presto ventinovi' anni. Di nomi di battesimo ne ha tre, Bengt, Olov, Emanuel, ma tutti lo cJifamano «lulle». Va all'Atalanta, da una squadra nella quale i bergamaschi hanno già pescato in precedenza con mano felice; il Norrkòping, il sodalizio dei Nordahl e di Lìedholm. Diversamente da Hamrin, Gustavsson. ha giocato in posti diversi, prima di gravitare verso la sua posizione naturale di centromediano. Ha fatto il centroavanti. il terzino ed alla Nazionale non è assurto che nel '51. In competi so, da essa quasi più non si è mosso, in seguilo. Di professione, a Norrkdping, faceva il vi gilè urbano, specializzato nei problemi della circolazione. Da noi si dedicherà, con successOi al « controllo » dei centroavanti, dove è facile riuscire. Più conosciuto dei due sve desi, è in Italia l'austriaco Ernst Ocwirk. Proviene da quella fucina di grandi giocatori, che fu l'Austria di Vienna, e può essere considerato come 1' ultimo autentico rappresentante di una stirpe che veramente felice lo fu. Crebbe alla scuola dei Sindelar, di Mock, di Nausch. ed il gioco viennese lo ^a an,cora T«'alIa mo_ ida flntina. Tanto nhe. ner nmn- , verse — l'onore di venire clas' lineati fra i quat'ro grandi cai cintoli ri, nuova import-z'on del campionato i aliano 1356 11057 ™ auD j * . I Vittorio Pozzo da antica. Tanto che, per amore del <. metodo », ha cambiato di posizione: da centromediano che era, nell'Austria e nella Nazionale, è diventato prima mediano laterale e poi mezz'ala arretrata. Perché ama dare vita ad avanzate e ad attacchi, perché le sue tendenze sono tutto costruttive. L'Austria per de con Ocwirk il vero pilastro della sua Squadra Nazionale. Da anni desiderava venire via da Vienna. Per guadagnare. Gli si era promesso un grande distributore di benzina. Glie ne diedero una parodia. Nemmeno a Vienna si mantiene la parola Ed allora attese che maturasse un certo limite di età, e partì. Conta fare in Italia quello che i suoi colleghi Melchior, Hap pel, Stojaspal, prima di lui emi grati, stanno facendo in Fran eia. Distinguersi ed arricchirsi. Walter Gomez. è tipo a sé. E' diverso dagli altri. E' il sudamericano tipico. Fa della palla quello che vuole, e fa sul campo anche quello che vuole. Quando gli alta il ticchio, è capace di fare ammattire qualunque avversario: quando < non sente » la partita e si lascia prendere dall'apatia, è in gra do di far girare l'anima al pub blico che era andato per applaudirlo. Volendo, è in grado di vincere la più difficile delle partito da solo. E' uruguaiani: di nascita, e ci guardiamo bene dal giurare sulla sua discendenza italiana. Il River Plaje di Buenos Aires, dove aveva preso il posto di Di Stefano, lo ha lasciato andare per la sua discontinuità di rendimento. Al Milan entusiasmerà ed irriterà, a turni ed a strappi. Diversa mente da quanto, su altri campi e sotto altri colori faranno i tre uomini che con lui divi'lono — con caratteristiche di