Studentessa ferita a rivoltellate da un maturo innamorato respinto

Studentessa ferita a rivoltellate da un maturo innamorato respinto Studentessa ferita a rivoltellate da un maturo innamorato respinto Lei ha 21 anno, lui ha passato i 45 - La perseguitava fin dal 1950 Un brigadiere dona il proprio sangue per salvare la ragazza (Dal nostro corrispondente) Pavia, 9 agosto. Giuseppina Moroni, una bella ragazza di 21 anno, è stata ferita da due colpi di rivoltella esplosi da un maturo innamorato respinto, esasperato dai suoi continui rifiuti. La ragazza è figlia di modesti coltivatori diretti: aveva studiato a Pavia nelle magistrali e, giunta quasi alla fine, aveva troncato e si era iscritta alla scuola di ostetricia. Il suo sparatore è l'agricoltore Carlo Contardi, di 45 anni, il quale conduce un'azienda di oltre 700 pertiche di terra. Ora nella vasta fattoria è rimasta soltanto la madre, una vecchietta dai candidi capelli, che il dolore ha corno inebetito. Carlo Con tardi è latitante: i carabinieri di Corteolòna, al comando del brigadiere Serra, lo stanno ricercando. Ieri sera verso le 20,30 Giuseppina Moroni stava tornando alla sua abitazione dopo essere stata da una conoscente per praticarle un'iniezione. Era passata da un'amica per salutarla. Questa, Franca Marcili, vedendola poi avviarsi da sola sulla sua bicicletta, le aveva chiesto: «Ma vai sola? ». Giuseppina ha risposto sorridendo che non aveva paura; anche se «lui» l'avesse incontrata, sapeva come fargli fronte. Tutti infatti nel paese sapevano che l'uomo la perseguitava senza fortuna. Carlo Contardi da cinque anni rivolgeva le sue attenzioni a Giuseppina. Aveva cominciato a bersagliarla di lettere infuocate quando lei, sedicenne, andava a scuola a Pavia; la supplicava di diventare sua moglie e nello stesso tempo la minacciava di morte, la implorava di volergli bene e l'assicurava che non l'avrebbe mai lasciata in pace. Una volta, durante una festa da ballo, era entrato nella sala, aveva visto Giuseppina volteggiare fra le braccia d'un altro giovane e, fattosi largo tra la folla, l'aveva raggiunta e schiaffeggiata. Un'altra volta la investi In una piazza di Pavia con una scenata che fece accorrere gli agenti: Carlo Contardi sub! un processo e una condanna con la condizionale. Tutti questi precedenti Giuseppina Moroni ha raccontato questa mattina al procuratore dèlia Repubblica di Pavia, dott. Carlo Sorrentino, recato si al suo capezzale per i'interregatorio. Giuseppina giaco nel suo lettino con la testa completamente avvolta nelle bende e con 11 torace pure fasciato. Il disgraziato ieri sera le aveva esploso contro due colpi di pistola,, ferendola a un braccio e al petto, e poi l'aveva ripetutamente colpita con il calcio della rivoltella. L'arma di sua proprietà, non doveva essere molto funzionante, a sentire il racconto che della scena fa una donna del posto, Maria Bonetti In Sala. Questa donna si era portata in strada per prendere un po' di fresco e aveva scorto 11 Contardi fermo sulla sua bicicletta. Quando giunse Giuseppina, anch'essa in bicicletta, l'uomo le spianò contro la pistola premendo 11 grilletto. Ma l'arma si inceppò. La Bonetti, terrorizzata, urlò e il Contardi le si rivolse contro colpendola con un pugno in testa. La donna tuttavia non smise di gridare e vide l'uomo colpire con uno spintone la ragazza, che cadde a terra; poi 10 vide ancora chinarsi sulla sua vittima, spararle due colpi e percuoterla alla testa con 11 calcio della pistola. Brandendo l'arma, il Contardi si faceva infine largo tra una piccola folla accorsa alle grida della Bonetti e sparava un altro colpo, fortunatamente andato a vuoto. Lì vicino c'era un campo di granoturco e il Contardi vi si inoltrò scomparendo nel folto. Giuseppina Moroni, soccor¬ sa, veniva portata al Policlinico di Pavia, dove il prof. Pelizzolo, aiuto del direttore della cllnica chirurgica prof. Tinozzi, esegui su di lei un delicato intervento chirurgico. La ragazza era in estremo pericolo di vita specialmente a causa del molto sangue perduto. Si rendeva quindi necessaria una urgente trasfusione, ma data l'ora tarda si rendeva diffìcile trovare un donatore. E' stato il brigadiere dei carabinieri Serra che aveva accompagnato la ragazza all'o spedale, ad offrire il proprio sangue. Subito dopo il sottufficiale tornava a Corteolòna per ordinare le ricerche dello sparatore. Fino a. questo momento 11 Contardi non è stato ritrovato. La ragazza è ancora in condizioni gravi: finora le sono state praticate trasfusioni per un totale di 300 grammi di sangue. I medici non si pronunciano ancora né sciolgono 11 riserbo formulato al momento del ricovero della ragazza: si sa però che le condizioni della ferita non sono peggiorate. b. s Giuseppina Moroni

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