Gli avvocali più esperti di questioni marittime ritengono che la responsabilità sia dello «Stockholm»

Gli avvocali più esperti di questioni marittime ritengono che la responsabilità sia dello «Stockholm» Ritrovati altri tre dispersi: gli scomparsi della «Porla» seesi a 28 Gli avvocali più esperti di questioni marittime ritengono che la responsabilità sia dello «Stockholm» Alla società svedese sono state presentate richieste di danni per ZOO mila dollari - Un sommozzatore deceduto presso Nantucket mentre eiiettuava un'immersione per conto d'una società cinematogratica - Gli svedesi ritirano le accuse sul comportamento dell'equipaggio italiano - Il capitano Calamai conferma che V « Andrea Doria » aveva preso tutte le misure precauzionali: le paratie stagne erano chiuse (Dal nostro inviato speciale) New York, 2 agosto. Le lista degli scomparsi dell'* Andrea Doria » ha subito una confortante variazione proprio quando pareva che fosse ormai vano sperare ancora. Una passeggera, Anita Cascio, si è fatta viva oggi da. Chicago, ove si era precipitata appena sbarcata per rassicurare, con la sua presenza, la famiglia; iersera altri due « scomparsi > sono stati rintracciati in casa di amici, lontano dalle loro abitazioni. Il complicato lavoro di controllo non è ancora terminato. Le autorità americane ed Italiane stanno esaminando le liste passeggeri nome per nome e devono spesso attendere diversi giorni la conferma da lontane località degli Stati Uniti e del Canada prima di stabilire una volta per tutte 11 numero definitivo degli scomparsi. Sino a questa sera questi sono ventotto, più venti morti accertati e cinque morti o presunti tali sullo «Stockholm>. Ieri aera presso l'isola.di Nantucket è morto il ventitreenne William Edgerton, studente di matematica all'Università Columbia di New York. Con un gruppo di altri sommozzatori ed operatori cinematografici ingaggiati dalla rivista francese < Paris Afafch.>, egli si stava addestrando in previsione di una spedizione sottomarina all'interno ed all'esterno dell'Andrea Doria. Sceso in acqua, il respiratore non ha funzionato ed il giovane è morto per asfissia: la spedizione, dopo questo imprevisto lutto, si è sciolta. Lo straordinario successo ottenuto dai primi documentari di attualità sul naufragio nel •l'Atlantico ha già convinto due produttori ad imbastire 11 più rapidamente possibile un soggetto sull'avvenimento. Essi sono Sam Katzman, associato alla. «Colombia Pictures>, £ Abner Greshler, indipendente che hanno fatto già registrare 1 titoli provvisori dei fllms che intendono produrre. Greshler ha presentato un solo titolo, «Andrea Doria», Katzman ne ha fatti registrare ben dieci. Non solo i produttori cinematografici si sono interessati alla tragedia della marina italiana. La grande rivista «Life» decise nei giorni scorsi di compiere una completa ricostruzione degli ultimi minuti di navigazione della « Doria », delle operazioni di salvataggio organizzate e dirette dal comandante Calamai e, infine, dell'imbarco e del trasporto dei passeggeri a terra, offrendo al comandante della nave di pubblicargli integralmente, sotto forma di intervista, il suo racconto su queste fasi del dramma. L'offerta venne fatta, in tutta onestà, per dare al cap. Calamai l'occasione di portare a diretta conoscenza del pubblico americano la sua versione degli avvenimenti. Negli ambienti giornalistici americani, infatti, non si capisce perché la Società « Italia » non abbia ribattuto alle insinuazioni ed accuse fatte contro l'equipaggio da passeggeri sovraeccitati 0 interessati e, purtroppo, anche da irresponsabili marinai svedesi. Mentre il comandante Calamai era incline, personalmente, ad accettare l'offerta della rivista, 1 legali della Compagnia si sono opposti. L'offerta, per quanto ripetuta, due volte è stata declinata. Per confermare quale valore attribuiva all'intervista esclusiva, « Life » aveva assegnato a questo servizio una giornalista che, con un reportage in Russia, si è fatta una reputazione di attendibilità, e serietà. Patricia Blake. Le autorità diplomatiche italiane hanno invano tentato di far recedere i legali della Compagnia dal loro atteggiamento. D'altra parte gli svedesi hanno invitato oggi i giornalisti a bordo dello « Stockholm » retti- . flcando nel corso d'una conferenza-stampa molti apprezzamenti sull'equipaggio italiano. Il primo commissario della nave svedese, Kurt Dawe, ha detto di non aver veduta alcuna delle scialuppe arrivare canea di componenti dell'equipaggio e quasi senza passeggeri. Sulle lance della «Doria» giunte sottobordo i salvati erano mescolati, senza alcuna preferenza per gli italiani. «Ha sentito i colpi di sirena dello • Stockholm? » gli è stato chiesto da un ■ giornalista americano che voleva sapere qualcosa sugli attimi prima della collisione. < Mi trovavo nel salone di prima classe — ha risposto — e non posso dire di avere sentito o di non avere sentito la sirena. A noi che navighiamo sempre la sirena non dà sensazioni simili a quelle di chi non è abi- ' tuato al mare ». La risposta non affermativa, dopo le precedenti asserzioni contrarie, ha prodotto molta impressione. Le pretese di rivalsa legale di passeggeri, importatori, assicuratori vengono indirizzate soprattutto alla società armatrice svedese. Contro due denunce per danni — una presentata due giorni fa contro la Compagnia « Italia » da una manovratrice di ascensore ed un'altra oggi da un calzolaio di Brooklyn, Giuseppe Maggio, che, avendo subito la frattura permanente della spina dorsale chiede alle due soc età 500 mila dollari di indennizzo, — si registrano oggi 7 citazioni contro la « SwedishAmerican Line » per un totale di settecentomila dollari. Le citazioni accusano il comando dello « Stockholm » dì non aver disposto un adeguato sistema di vedetta nella nebbia, di aver mantenuto illegalmente una rotta troppo vicina al battello faro di Nantucket, diuavblofeteinspnvechdiolch90curiqseammpchgcosptoCdletevotrrfrclailbErled4pYdPdhfebvdLènts\pdsYppcqiatpdlspzsssnfi di aver trascurato di fare un uso continuo del radar, di non aver suonato le sirene da nebbia, di non aver ridotto la velocità e, infine, di non aver fermato la nave o ordinato tempestivamente la marcia indietro. Fra le società che hanno sporto denuncia contro la linea svedese figurano Ia*« Olivetti Corporation of America » che ha perduto una spedizione di macchine da scrivere per oltre 100.000 dollari, la « Necchl» che ha perduto per oltre 90.000 dollari di macchine da cucire, e altri importatori americani ed italiani. Il fatto che queste denunce siano state presentate da uno degli studi di avvocati esperti in questioni marittime più accreditati del mondo, ha fatto notevole impressione perché se ne deduce che nel circoli marittimi legali gli specialisti sono arrivati alla conclusione che le maggiori responsabilità nello speronamento spettano allo < Stockholm ». Ciò è una indiretta conferma della validità e correttezza delle dichiarazioni sommarie fatte dal comandante Calamai. Il card. Spellman, arcivescovo di New York, ha officiato oggi nella cattedrale di S. Patrizio la Messa pontificale di requiem per 1 morti nel naufragio. Nelle prime file di panche erano il capitano Piero Calamai, che aveva ai suo fianco il Ministro consigliere dell'Ambasciata d'Italia a Washington, Egidio Ortona, ed il Console reggente del Consolato generale di New York, Lodovico Carducci. Assistevano anche circa 400 membri dell'equipaggio, i passeggeri di residenza a New York e molti altri convenuti da vari Stati vicini. Dopo la Messa, il capitano Piero Calamai è stato ricevuto dal cardinale Spellman che gli ha espresso il suo senso di profondo cordoglio per la sciagura e gu ha impartita una speciale benedizione per la prova attraverso la quale egli è passato durante la notte della sciagu-a Gino Tomajuoli II comandante della nave affondata ricevuto a New York dal cardinale Spellman (Radiof.)