Tre ipotesi dei tecnici genovesi sull'affondamento dell'"Andrea Doria,,

Tre ipotesi dei tecnici genovesi sull'affondamento dell'"Andrea Doria,, Perché colò a piceo la nave ritenuta praticamente invulnerabile? Tre ipotesi dei tecnici genovesi sull'affondamento dell'"Andrea Doria,, In ordine di probabilità sono: 1) La prua delio "Stockhòlm,, frantumò più di due degli undici compartimenti stagni; 2) La turbonave, piegata su un fianco dall'urto, imbarcò acqua sopra il ponte A sprovvisto di paratie; 3) Le porte stagne vennero chiuse in ritardo per timore di bloccare i passeggeri (Nostro servizio particolare) Genova, 30 luglio. Quattro commissioni si preparano a indagare sulla fine dell'Andrea Daria. Esperti Italiani, americani, svedesi e un altro gruppo per conto della società armatrice, ricostruiranno la catastrofe sulla base delle perizie, dei rilievi nautici e delle testimonianze, per accertare le responsabilità e da quale parte esse sono. Della commissione ufficiale italiana, Il Ministero della Marina Mercantile ha nominato 11 generale Camino, comandante del porto di Genova, persona altamente qualificata e che gode di largo credito nei circoli marittimi internazionali; avrà come principale collaboratore il colonnello Martino, suo diretto subalterno nella direzione dello scalo genovese. E' inoltre probabile che a comporre la commissione venga chiamato l'ing. Soldà, direttore generale del Registro Navale Italiano. L'inchiesta, oltre a stabilire la verità sulla condotta del due comandanti, sugli eventuali errori di manovra, dovrà rispondere al quesito: perché 11 grande transatlantico è affondato? Tra i costruttori navali liguri 1 commenti di alcuni giornali americani, che attribuiscono la fine dell'Andrea Dorta alla insufficienza del sistemi di sicurezza, hanno trovato una immediata reazione. E' stato detto, fra l'altro, che la turbonave potrebbe essere affondata perché i compartimenti stagni hanno ceduto, e anche che se a bordo fossero esistiti congegni per la chiusura automatica delle porte-stagne, si sarebbe impedito l'estendersi dell'allagamento. I tecnici consideravano l'Andrea Daria praticamente Inaffondabile. Il transatlantico era stato costruito sotto la sorveglianza del Registro Navale Italiano, del Lloyd's Begister Shipping, e dell'America!?» Bureau of Shipping, i massimi organismi preposti all'osservanza delle norme di sicurezza. I tre Istituti controllarono i progetti di costruzione, ne seguirono la fase realizzativa, ed effettuarono 1 collaudi, concedendo alla fine la < classificazione > che equivale a una specie di' laurea per cui una nave può ben dirsi sicura. Naturalmente, il Registro, il Lloyd's, VAméricain Bureau, avevano controllato in special modo la compartimentazione stagna, cardine fondamentale della galleggiabilità. li'Andrea Doria aveva dunque una pagella perfettamente in regola, e con un dieci e lode anche degli esperti americani. ' Occorrerebbe troppo tempo per descrivere sia pure in breve 11 formidabile apparato costruito per difendere il transatlantico dal pericolo di naufragio, e limitiamo la rassegna a quei congegni direttamente interessati dalla collisione. La chiglia, in acciaio, aveva uno spessore di 29 millimetri, due in più del prescritto, e offriva una eccezionale resistenza all'urto. Lo scafo, al di sotto del Fonte A, cioè fino ad una altezza di quattordici metri circa, era diviso da undici paratie trasversali. Anche in caso di allagamento di due compartimenti stagni, l'Andrea Doria sarebbe rimasta a galla. Dodici porte stagne di ghisa, scorrevoli, potevano essere chiuse a mano con la minima pressione o automaticamente a distanza. Sulle pareti del ponte di comando erano allineate le dodici leve corrispondenti alle porte stagne: abbassandole, le porte si chiudevano, precedute da uno squillo di campanella, Premendo un tasto, si bloccavano tutte e contemporaneamente in cinque secondi. Un quadrante luminoso riproduceva la posizione delle porte sullo schema della nave: la luce verde indicava aperta, rossa 11 contrarlo. L'imponente, modernissimo impianto di sicurezza dell'Andrea Doria, se smentisce chi l'ha descritta bella ma fragile, rende ancor più inesplicabile l'affondamento. Le ipotesi degli esperti di costruzioni navali, tutti concordi nel non volersi esporre con anticipazioni in ordine di probabilità sono: a) La collisione ha frantumato più paratie stagne e l'acqua è penetrata in più di due compartimenti. Non esiste una documentazione. Con due compartimenti attigui allagati l'Andrea Doria sarebbe rimasta alla superficie, ma \ -r 11 momento non si sa se l'acqua abbia invaso altri compartimenti. In tal caso, l'affondamento è purtroppo inevitabile; b) Quando lo Stockhòlm ha indietreggiato per togliere la prua rimasta incagliata nello squarcio, presumibilmente ha inclinato l'Andrea Doria; abbattuta su un fianco, la nave ha cominciato ad imbarcare acqua nella parte superiore al Ponte A, vulnerabile perché sprovvista di paratie; c) Forse, in un primo momento, si è tardato a chiudere tutte le porte stagne per telecomando, in aiedo da lasciare una via di scampo a coloro che si trovavano nella parte supe riore, in principio non minac ciata dalle onde, benché col plta, e che si è inabissata im prowisamente per il violento dvaGcrmlecsraInpmcrgatrcgsrldmtedntpsslcncilpctmclrqtvrmbmndtnmbvces dietro-front del piroscafo m-, vestitore. Quale versione corrisponda alla verità, è presto per dire. Gli elementi sono vaghi, e occorrerà attendere la' perizia del relitto. Fino ad ora nulla, comunque, avvalora l'Ipotesi che le porte e le paratie abbiano ceduto, anzi molte circostanze sembrano dimostrare il contrario, come, ad esempio, la lenta agonia del transatlantico. Alberto Macchiavello

Persone citate: Alberto Macchiavello, Camino, Soldà

Luoghi citati: America, Genova